Codice Romano Carratelli. Manoscritto

manoscritto ca 1595 - ca 1598

Codice manoscritto cinquecentesco, cartaceo, anepigrafo, composto da 99 fogli con disegni acquerellati a mezza pagina, la gran parte di essi corredati da un testo illustrativo in grafia corsiva cancelleresca, di agevole lettura (si registrano nove casi in cui la narrazione continua brevemente anche nel verso del foglio). I testi sono trascritti con inchiostro ferro-gallo-tannico di color seppia il quale possiede le caratteristiche tipiche degli inchiostri in uso nella seconda metà del XVI secolo. La carta si presenta vergata con vergelle molto ravvicinate, con una stesura multistrato di collatura che la rendono particolarmente resistente. I fogli sono filigranati e siglati: ricorrono diversi motivi di filigrana per ciascun foglio (l’angelo e la balestra in numero maggiore) con l’apposizione di iniziali ad indicare presumibilmente il cartaro. La legatura è coeva e in pergamena rigida con cinque nervature sul dorso, titoli manoscritti sempre al dorso da schedatura bibliotecaria, risguardi anteriore e posteriore, tre fogli di guardia e controguardia

  • OGGETTO manoscritto
  • MATERIA E TECNICA carta/ pittura/ inchiostro
    pergamena/ inchiostro
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Nicola Antonio Stigliola
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezione privata Carratelli
  • LOCALIZZAZIONE Abitazione privata Carratelli
  • INDIRIZZO Via De Luca 25, Vibo Valentia (VV)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il manoscritto è stato rinvenuto e acquistato sul mercato antiquario da un noto bibliofilo calabrese, l’Avv. Domenico Romano Carratelli, da cui deriva la denominazione di “Codice Romano Carratelli”. Il prezioso documento illustra il problema della difesa della zona costiera della Calabria Ultra cinquecentesca attraverso la raffigurazione delle sue città fortificate, dei suoi castelli, delle sue torri e del suo territorio. I 99 disegni acquerellati appaiono minuziosamente descrittivi (con visuale da terra a mare), topografici, e sono corredati da note esplicative dei luoghi, delle distanze, delle tipologie costruttive, dei costi, dei torrieri e dei cavallari, oltre talvolta ad accennare ai Signori del posto, a chi ne aveva ordinato la costruzione nonché ai costruttori stessi. In particolare sono riportate le tipologie e le caratteristiche delle torri esistenti ed in costruzione individuando, altresì, i luoghi ove sarebbe stato necessario realizzare nuove torri per le quali viene redatto il progetto ed indicata la possibile spesa. Il Codice – ad oggi la più antica iconografia organica della Calabria Ultra – si propone come un lavoro specifico e finalizzato all’organizzare di un sistema difensivo per quello che era il problema più imminente all’epoca della sua realizzazione, in particolare per i territori rivieraschi, ovvero gli assalti dei pirati moreschi. In tale ottica vengono rappresentate anche le città fortificate e i castelli, senza note illustrative. La necessità di mappare e improntare un compiuto sistema difensivo integrando l’esistente, attiene presumibilmente a una scelta politica di governo voluta da Carlo V e Filippo II che trova attuazione concreta soprattutto a partire dal Governo del Viceré Pietro di Toledo (1532-1553) fino al Viceré Conte di Miranda (1586/1595) – proposto da alcuni studiosi come probabile effettivo committente dell’opera – e al Duca di Olivares (1595/1599). Si può dedurre perciò che il Codice sia rimasto per molti secoli ignoto per motivi di sicurezza, in quanto copia unica e secretata dal Governo Vicereale. Allo stato attuale degli studi, dunque, pur essendo sconosciuta la data esatta di realizzazione dell’opera, dall’analisi delle date riportate relative alla costruzione delle torri, unitamente alle “patenti” di nomina annotate con la data di “concessione”, si presume che essa sia stata realizzata nell’ultimo decennio del Cinquecento. Il manoscritto rappresenta un’opera di grande valore anche sul piano estetico per la straordinaria freschezza, fluidità e trasparenza dei colori delle immagini realizzate ad acquerello con pigmenti di buona qualità che resistono ottimamente al trascorrere dei secoli. L’esecutore di questo lavoro è tuttora ignoto (in via di assoluta ipotesi si è accennato per esempio al nome di Nicola Antonio Stigliola), ma il Codice rimane soprattutto il prodotto di uno studio a più mani, condotto da un gruppo di tecnici ingegneri, architetti e topografi. Nel 2014 la Regione Calabria ha deliberato la candidatura del Codice Romano Carratelli al Programma UNESCO “Memoria del Mondo” per la salvaguardia del patrimonio documentale; è inoltre il primo documento calabrese celebrato in un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica del “Patrimonio artistico e culturale italiano” (2 agosto 2019)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800178334-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia
  • ISCRIZIONI Coperta, dorso - B 26 * / Torre di Guardia / 89 - corsivo -
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA riproduzione del provvedimento di tutela (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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