I tatuaggi su fogli cartacei sciolti
Torino, Archivio del Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” dell’Università di Torino
Riproduzione dei tatuaggi presenti sulle braccia di Mario Rebuffa
dal Catalogo
I disegni dei tatuaggi venivano soprattutto riprodotti, a scala naturale, su fogli cartacei sciolti e tramite tecniche diverse: con la matita (lapis o colorata), con l’inchiostro e con l’acquerello, quest’ultimo utilizzato per riproporre le zone colorate presenti sulla pelle.
A volte, accanto al disegno del tatuaggio, venivano indicati anche la zona del corpo su cui si trovava e il nome del detenuto, come si può vedere nell’immagine in copertina che riproduce i tatuaggi presenti sulle braccia del panettiere e pluripregiudicato Mario Rebuffa.
Tuttavia, questa modalità di catalogazione adottata da Lombroso poteva anche produrre opere più articolate, come nel caso di un grande foglio cartaceo che, nella parte superiore, suddivisa a modi griglia, riporta i tatuaggi di Ferdinando Prandi, a matita e inchiostro blu e rosso, e in quella inferiore una legenda con le informazioni in merito alla posizione e al significato del singolo tatuaggio.