Foravetro
prima metà sec XIX
L'apparecchio serviva a forare delle carte o delle sottili lastre di vetro tramite la scarica elettrica tra due elettrodi appuntiti. L'elettrodo centrale, terminante in una sfera all'estremità superiore e in una punta acuminata in quella inferiore, può scorrere in una traversa di legno isolata da due pilastrini di vetro. L'elettrodo forma uno spinterometro con una corta punta di ottone fissata verticalmente in un cilindro di vetro verniciato fissato alla base di legno.
- FONTE DEI DATI Museo Galileo di Firenze
- OGGETTO Foravetro
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CLASSIFICAZIONE
ELETTRICITA' E MAGNETISMO
FISICA
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Castellani
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'apparecchio si collega a un esperimento ideato da Nollet verso il 1740 per provare la sua teoria sui due fluidi elettrici, "effluente" ed "affluente" (aggettivi che in elettricità indicano rispettivamente un fluido elettrico che esce ed entra da un corpo). Lo strumento fu descritto da Nollet nell'"Essai sur l'électricité des corps" (Paris, 1750) e fu utilizzato in ambito didattico fino all'inizio del XX secolo per mostrare gli effetti meccanici della scarica elettrica.
- TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico non territoriale
- NUMERO D'INVENTARIO 3764
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA S155
- ENTE SCHEDATORE AI635
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0