Cristo alla colonna
La parete centrale della cappella presenta, in modo assai articolato, l'episodio della flagellazione di Cristo, a cui assistono i santi Lorenzo e Caterina. Quest'ultima introduce nella scena anche la figura del committente Francesco Besozzi, sobriamente abbigliato, inginocchiato e visto di profilo. Al centro Cristo, con le gambe incorciate e il braccio destro ancora legato alla colonna, è rappresentato sofferente, con il corpo segnato dalle ferite infertegli dalla verga, ancora visibile in terra; alle sue spalle gli aguzzini continuano la tortura, mentre altri due soldati assistono in disparte alla scena. La medesima parete si articola in alto in due ulteriori settori, ottenuti negli spazi ricavati dalla colonna che divide l'ambiente principale: a sinistra si tratta dell'episodio di san Giovanni Evangelista che incontra la Vergine e la Maddalena, per riferire loro dell'avvenuta flagellazione, mentre a destra la Negazione di Pietro. Il primo dei due episodi è assente dai Vangeli e fa riferimento alle visioni (anche dette rivelazioni) della mistica Arcangela Panigarola (raccolte in un testo pubblicato a stampa nel corso del XVII secolo), assai conosciuta nella Milano di primo Cinquecento.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura
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ATTRIBUZIONI
Luini, Bernardino (1481 Ca.-1532)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Maurizio al Monastero Maggiore
- INDIRIZZO Corso Magenta 13, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione della cappella fu commissionata dal procuratore milanese Francesco Besozzi, raffigurato in basso a sinistra nell'episodio della Flagellazione sulla parete centrale. La datazione degli affreschi di Bernardino Luini è quindi da mettersi in stretta relazione alla data 1530 visibile in una iscrizione presente sulla fascia marcapiano. Tale riferimento cronologico ha indotto parte della critica a ritenere che gli affreschi siano stati realizzati nel medesimo giro d'anni: furono avviati dunque intorno al 1529, nell'ultimo periodo di attività del pittore, morto nel 1532. La pittura di Luini si arricchisce di accenti drammatici e di una certa teatralità complesisva dell'episodio; l'insistenza sul realismo della scena, percepibile nell'insistenza sui dettagli relativi alla tortura di Cristo, ma anche nelle espressioni "caricate", talvolta addirittura grottesche, degli aguzzini, è funzionale a coinvolgere il fedele, che in questo modo entra a far parte dell'episodio, diventandone quasi un testimone diretto. Questa formula si inserisce appieno nella esigenza di riforma della Chiesa e nelle pratiche della cosidetta "devotio moderna".
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE R03/ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0