martirio di Santa Caterina d'Alessandria
La cappella, seconda a destra, è interamente affrescata. Nei due pennacchi dell'arco di accesso sono raffigurate, rispettivamente a siinstra e a destra, la Sibilla Eritrea e la Sibilla Agrippa. Il sottarco presenta, al centro, il volto di Dio Padre, mentre ai lati, entro illusionistiche aperture, vari angeli che recano i simboli della Passione (sono riconoscibili la corona di spine, la colonna, le verghe della flagellazione, la lancia, i chiodi e la croce). La parete di fondo presenta, in modo articolato dal punto di vista compositivo, l'episodio della flagellazione di Cristo, a cui assistono i santi Lorenzo e Caterina. Quest'ultima introduce nella scena la figura del committente, inginocchiato di profilo. La medesima parete si articola in dua altri settori, nella parte alta, rispettivamente con San Giovanni che incontra la Vergine e la Maddalena, a sinistra, e la Negazione di Pietro a destra. Sulle pareti laterali sono visibili il Martirio di santa Cateria, inginocchiata in primo piano, e, dall'altra parte, la sua decollazione. La parte bassa è decorata con motivi all'antica e finti marmi con busti all'antica, oggi scarsamente visibili.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura
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ATTRIBUZIONI
Luini, Bernardino (1481 Ca.-1532)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Maurizio al Monastero Maggiore
- INDIRIZZO Corso Magenta 13, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione della cappella fu commssionata dal procuratore milanese Francesco Besozzi, raffigurato in basso a sinistra nell'episodio presente nella parete centrale. La famiglia Besozzi era molto legata al culto di santa Caterina, a cui è dedicata la cappella, come dimostra il fatto che un antenato avesse fondato l'eremo di Santa Caterina del Sassoballaro a Leggiuno (Lago Maggiore). Francesco, inoltre, fu sepolto proprio nella cappella in San Maurizio, dopo la morte nel 1539. La critica ha spesso proposto, tuttavia senza prove dirimenti, l'identificazione di santa Caterina decollata, sulla parete destra destra, con la donna citata in un passo delle Novelle di Matteo Bandello, dedicato a Bianca Maria di Challant. La datazione degli affreschi di Bernardino Luini è da mettersi in relazione alla data 1530, presente sulla fascia marcapiano. Tale riferimento cronologico ha indotto a ritenere che gli affreschi siano stati avviati intorno al 1529, nell'ultimo periodo di attività del pittore milanese, morto nel 1532. In tal senso si giustifica non solo il marcato patetismo degli sguardi degli angeli che recano i simboli della Passione (oppure le espressioni "caricate" e quasi grottesche degli sgherri e la posizione stessa del Cristo alla colonna) , tipico della fase tarda di Luini, conseguente all'impresa del santuario di Saronno, ma anche la maturità dimostrata nell'orchestrare, sul piano compositivo e organizzativo, le varie scene, disciplinate da un senso illusionistico che presuppone un viaggio romano e il conseguente aggiornamento sui modelli raffaelleschi. Il taglio delle scene, con l'insistenza sulla sofferenza di Cristo e di santa Caterina (basti osservare la minuzia con cui sono descritte le ruote dentate, strumenti del suo martirio), è funzionale a coinvolgere il fedele, che in tal modo diviene quasi un testimone dell'episodio. Questa formula si inserisce appieno nelle pratiche della cosiddetta "devotio moderna": la presenza del ritratto del committente invita inoltre a considerare le scene come una sorta di rappresentazione figurata dell'orazione mentale del Besozzi stesso.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE R03/ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0