Presepio degli arieti cozzanti. adorazione dei pastori

dipinto ante 1516 - ante 0000

Al centro del dipinto, la Madonna, san Giuseppe e un pastore adorano il bambino disteso su una culla di paglia. A destra, altri due pastori, uno con una piccola botte, l'altro con un bastone, si avvicinano al gruppo centrale. A sinistra, il bue, l'asino e due coniglietti. In secondo piano si vede l'annuncio ai pastori e due arieti che lottano. Sullo sfondo, montagne, edifici e alberi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Galizzi Girolamo Da Santacroce (1480-1485/ 1556)
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Resa nota da Berenson come «Presepio degli arieti cozzanti» per l’animato dettaglio naturalistico che si intravede sullo sfondo, l’opera era già segnalata per la sua bellezza e per l’autografia di Girolamo da Santacroce nel catalogo della collezione Pompei redatto nel 1853 da Ferrari e Muttoni, i quali, oltretutto, forse per sottolinearne il valore e l’importanza, la identificavano con la «Visita de’ Pastori a Cristo nascente» ricordata da Marco Boschini nella chiesa della Santissima Trinità a Venezia come «opera rara» di Santacroce (Boschini 1664, pp. 195-196). Pure se si conoscono diversi soggetti analoghi di Santacroce, niente di più probabile che il dipinto veronese provenga da una vetrina veneziana, forse proprio dalla Santissima Trinità nel sestiere di Castello, chiesa demolita nel 1832, anche per una questione di formato e dimensioni che ben si adatterebbero alla collocazione e alla descrizione fornite da Zanetti, secondo il quale il dipinto citato da Boschini era a lato del portale maggiore, in controfacciata, a fare il paio con una "Madonna e i santi Giovanni battista e Nicola" dello stesso autore (Zanetti 1771, p. 85). Comunque sia, traccia di un’antica presenza del dipinto in un luogo pubblico ci è pervenuta da una sua ripresa iconograficamente abbastanza fedele conservata nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo a Zogno, nel bergamasco, opera di un artista della terraferma dell’ambito di Palma il Vecchio (tela, cm 243 x 157; cfr. Mariacher 1975, pp. 295, 308 n. 77, fig. 6, come Cariani; Rylands 1988, p. 205 n. 22, come opera giovanile di Palma), che interpreta il modello di Santacroce adattando il soggetto a un formato verticale centinato e apportandovi qualche variante con l’aggiunta di due angioletti in gloria e differenziando lo scenario paesaggistico di sfondo, gli animali in primo piano e la posa del braccio destro del bambino. Se a livello stilistico risulta dominante il rapporto con la pittura di Cima da Conegliano, non sono però documentati prototipi cimeschi o belliniani da cui Santacroce, che di regola attingeva quasi alla lettera dai due maestri veneziani, può aver tratto spunto per il suo dipinto. All’interno del catalogo dell’artista, i tipi della Madonna e del bambino sono confrontabili con quelli della "Madonna con il bambino e i santi Rocco e Sebastiano" del Museo Civico di Vicenza, collocata prima del 1516 (inv. A 149; Villa 2003a, pp. 238-239 n. 87), ma per l’aspetto più primitivo della composizione, l’ingenuità dei modelli stereotipati delle figure maschili e degli animali, l’"Adorazione dei pastori" veronese potrebbe cadere in una fase ancora precedente. (da Francesca Rossi 2010, pp. 213-214)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717869
  • NUMERO D'INVENTARIO 1251
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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