Madonna con il bambino, san Giovannino e due angeli. Madonna con il bambino, san Giovannino e due angeli
dipinto
1800 - 1899
Pietro Di Cristoforo Vannucci Detto Perugino (maniera)
1450 ca./ 1523
Al centro del dipinto, la Madonna è raffigurata in piedi con le mani giunte. A sinistra, un angelo in ginocchio porge alla Vergine Gesù bambino, mentre un altro angelo, a destra, accompagna san Giovannino. Sullo sfondo, un paesaggio con montagne e un ponte sul fiume
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Pietro Di Cristoforo Vannucci Detto Perugino (maniera)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il recente restauro ha consentito di verificare la natura industriale dei pigmenti usati e quindi di confermare la presunta datazione ottocentesca dell'opera. Quanto si conosce delle vicende relative alla provenienza del pezzo è di per sé sufficiente per delineare il caso di una mistificazione di cui fu vittima Cesare Bernasconi, entrato in possesso del tondo grazie all'interessamento di Carlo Ferrari che diceva di averlo acquistato a Firenze ma che di fatto oltre a essere pittore, restauratore e suo consigliere e intermediario era anche un falsario di pittura antica e quindi intimamente propenso a far passare di tanto in tanto tra gli originali qualche imbroglio (sull'acquisizione del dipinto, la scheda cartacea riporta, invece, che esso «prima era del Ferrarino che lo acquistò a Roma»). Lo stesso Ferrari, nel catalogo della collezione Bernasconi redatto nel 1871, ribadendo l'attribuzione a Raffaello giovane, affermava, si può presumere non senza una punta di ironico compiacimento, che «l'intelligente non s'affatica nel riconoscerlo uno dei primi lavori eseguiti dal divino Urbinate prima del 1500». In questo contesto, non è da escludere che sia stato Ferrari stesso l'artefice della pittura. Già nel 1855, in realtà, l'agente della National Gallery di Londra Otto Mundler, in visita a Verona per una campagna di acquisti, aveva capito che non si trattava di Raffaello bensì di un'opera della scuola di Perugino. Quando Bernasconi lo accompagnò a vedere il dipinto dal 'suo' restauratore («his restorer») Ferrari, egli annotò nel suo diario: «Strange notions, to be sure, they have in Verona, of the Urbinate. This one is a pretty good picture of Perugino's school, very pale and weak in tone» (ed. 1985, p. 84); e di nuovo, durante una visita di qualche mese dopo: «The picture, Sr Ferrari is so proud of, is of Perugino's school, no doubt, but is not by Raphael!» (ibidem, p. 104). In seguito a questa valutazione, Adolfo Venturi il 18 ottobre 1903 comunicava al Museo che si trattava di un'opera di scuola del Perugino. Poi, agli esordi del nuovo secolo, il pezzo fu definitivamente ridimensionato a copia (Frizzoni 1904). Si conoscono due versioni antiche di soggetto simile, una alla Gemaldegalerie di Berlino (inv. 138) e una alla Staatsgalerie di Stoccarda (inv. 1505), ma nessuna di esse appartiene al catalogo di Perugino. Entrambe presentano dimensioni e formato analoghi al dipinto veronese e sono abbastanza fedeli anche nella composizione delle figure. Sensibili differenze si notano tuttavia nella distribuzione dei colori e nella semplificazione dei dettagli compositivi che caratterizzano la copia veronese, particolarmente evidenti nella descrizione del paesaggio di sfondo. Con ciò, la studiosa suggeriva di interpretare l'opera o come una copia liberamente derivata da uno dei due dipinti dei Musei tedeschi oppure come ripresa di un ulteriore prototipo di riferimento, magari proprio di Perugino, andato disperso. Nel 2017, in una comunicazione orale Ettore Napione ha suggerito, invece, di leggere il dipinto come copia dall'"Adorazione del bambino" di Perugino del Museum der bildenden Kunste di Berlino. (da Francesca Rossi 2010, p. 481)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717697
- NUMERO D'INVENTARIO 5149
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0