Ritratto di Vittorio Emanuele III di Savoia
Il sovrano è rappresentato a mezzo busto, con taglio poco al di sotto della spalla, di lieve tre quarti. Lo sguardo rivolto verso sinistra. Porta i capelli corti, fronte scoperta, e baffi. Indossa la divisa militare sulla quale sono appuntate numerose onorificenze e medaglie, tra cui si distingue la placca dell’Ordine della SS.ma Annunziata. Al collo pende il collare dell’Ordine della SS. Annunziata. Una fascia attraversa il petto. Sfondo sfumato nei toni di grigio. L’ovale contenente il ritratto è montato su un passe-partout color giallo chiaro con analoga lavorazione simile all’ago pittura. L’insieme è inserito in una cornice in legno intagliato, scolpito e verniciato di formato mistilineo. Tipologia a gola. Battuta liscia. Due terzi del profilo è di formato rettilineo e si compone di una fascia interna, sottile, perlinata; una centrale liscia e una esterna con motivo a fogliette stilizzate. In corrispondenza dell’angolo superiore è intagliato uno stemma cimato da corona e fregiato del collare dell’ordine dell’Annunziata. Nella porzione di profilo curvilinea ricco intaglio con nastro e foglie di quercia a descrivere una ghirlanda
- OGGETTO decorazione a ricamo
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MATERIA E TECNICA
filo di seta/ ricamo
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MISURE
Altezza: 31 cm
Larghezza: 22 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Italia Centro-settentrionale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ritratto raffigura Vittorio Emanuele III di Savoia (Napoli, 1869-Alessandria d’Egitto, 1947). Unico figlio di Umberto I e di Margherita di Savoia era nato nell’antica capitale partenopea proprio per sottolineare il legame che ora univa Casa Savoia a tutta la penisola. Il principe molto gracile alla nascita, nei primi anni di vita venne seguito dalla governante Margareth Lee e poi affidato all’educazione militare del rigido colonnello Egidio Osio. A differenza però della maggior parte dei suoi avi ebbe invece un matrimonio molto felice, nonostante fosse stato, come di consuetudine, combinato. Con l’amata sposa Elena, salì al trono improvvisamente nel luglio del 1900 in seguito all’uccisione del padre Umberto I. Il suo regno è stato tra i più lunghi della storia, ben 46 anni attraversati da cambiamenti profondi della società mondiale, dei paesi e delle istituzioni. Dapprima accondiscendente nella ascesa politica dei liberali, guidò l’Italia alla vittoria della Prima Guerra mondiale che portò al compimento dell’unificazione, seppur con la vittoria mutilata che determinò l’inizio di un nuovo momento storico - politico, il fascismo. Si trovò dunque a regnare in una nuova Europa: l’impero Asburgico era crollato e quello Zarista era finito nel sangue. Appoggiò quindi l’ascesa della nuova classe politica che andava formandosi che purtroppo portò alla tremenda catastrofe della Seconda Guerra Mondiale, evento che segnò il suo destino e quello della monarchia sabauda. Abdicò in favore del figlio, Umberto II, il 9 maggio del 1946 poco prima del referendum istituzionale. Lasciò l’Italia con la consorte a bordo dell’incrociatore Duca degli Abruzzi che li portò in esilio ad Alessandria d’Egitto, dove spirò il 28 dicembre del 1947 e dove fu sepolto. Il suo corpo è stato recentemente trasferito nel santuario mariano di Vicoforte. L’opera, con il suo pendent che raffigura la consorte, Elena di Montenegro, fu realizzata da un anonimo professionista con una tecnica virtuosistica che si avvicina all’agopittura. E’ derivata da un’immagine ufficiale del sovrano in età giovanile, destinata a larga fortuna e ad essere più volte tradotta in pittura, come risulta dalla presenza di alcune opere su tela conservate nella quadreria del Quirinale (Damigella, Mantura, Quesada 1995, vol. I, pp. 188-189). L’orinale ripresa fotografica si dovette al fiorentino Giacomo Brogi, specialista nel genere del ritratto e autore di alcuni trattati di fotografia (Becchetti 1978, p. 65). L’immagine di Elena venne scattata nel 1897, pertanto si deve ritenere che anche quella del consorte sia stata realizzata in date prossime. L’opera in oggetto dovrebbe essere stata derivata in anni di poco successivi. Insieme alle due opere dovettero essere concepite le cornici che rimandano, nella loro cultura eclettica, espressa sia nel formato originale che nella ridondanza di elementi decorativi, dallo stemma sabaudo fregiato del collare dell’Annunziata al rigoglioso ramo di quercia, ai lavori presentati da abilissimi artisti-artigiani alle Esposizioni Nazionali e Universali di fine secolo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399754
- NUMERO D'INVENTARIO R 8363
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 8363 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennello - non determinabile
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0