arti liberali e meccaniche; calendario dei lavori dei mesi
asta di pastorale
Asta di pastorale cilindrica, ricoperta da una rete di ventiquattro losanghe delimitate da nastri perlati, con cerchi concentrici o fiori a indicare i punti di incrocio. Entro i comparti sono scolpite, nella parte superiore, figure allegoriche legate alle arti liberali e meccaniche e, nella parte inferiore, le rappresentazioni dei lavori dei mesi
- OGGETTO asta di pastorale
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MATERIA E TECNICA
avorio/ incisione/ intaglio
- AMBITO CULTURALE Ambito Italia Centro-settentrionale Ambito Spagna Nord-occidentale
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Francia O Inghilterra
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il pastorale a tau è composto da due elementi, l'impugnatura in avorio di tricheco e l'asta in avorio di elefante, assemblati in modo grossolano, di origine e datazione differenti; tuttavia l’asta è musealizzata insieme all'impugnatura (NCTN 0901295357). Non si esclude che il montaggio dei due pezzi, che mal si adattano, sia stato realizzato nel XIX secolo, forse da Louis Carrand o sotto la sua direzione. Quanto all’asta, spetta ad Adolph Goldschmidt (1926) aver identificato i personaggi scolpiti, nella parte superiore del fusto, nelle allegorie delle Arti liberali e, nella parte inferiore del fusto, nelle rappresentazioni dei lavori dei mesi. In particolare, nella parte superiore sono scolpite alcune Arti liberali del trivium e del quadrivium, cui sono aggiunte alcune Arti meccaniche, secondo l'elenco fornito da Ugo di San Vittore (1125). Nella parte inferiore, invece, è scolpito il calendario dei mesi, soggetto apparso in epoca carolingia che si diffonde in pittura e scultura fin dall'XI secolo. La rappresentazione delle Arti liberali quali allegorie maschili e l’aggiunta della Negromanzia sono estremamente rare (Gaborit-Chopin 2021). Tali caratteristiche si ritrovano nel frontespizio di un manoscritto del Livres dou Trésor di Brunetto Latini (Londra, British Library, Add. 30024), miniato a Perpignan verso il 1270, e hanno fatto ipotizzare l’esistenza di una fonte di ispirazione comune tra le due opere (Ivi). Quanto alle vicende critiche dell’asta Carrand, Goldschmidt l’aveva attribuita alla Francia o Inghilterra, intorno al 1200 (1926), e l’aveva messa in relazione ad altri quattro frammenti di baculi pastorali in avorio (Londra, The British Museum e Victoria and Albert Museum; Parigi, Musée du Louvre; New York, The Metropolitan Museum of Art) che all'epoca si riteneva facessero parte di un unico insieme. Di recente Gaborit-Chopin ha condotto una puntuale analisi iconografica delle immagini scolpite riconducendo l’esecuzione dell’opera alla Spagna nord-occidentale o piuttosto all’Italia centrale o settentrionale (Modena o Bologna) dell’inizio del Duecento. Ha osservato che nonostante le raffigurazioni siano particolarmente dettagliate, “nessuna indicazione geografica o climatica emerge con nettezza” (Gaborit-Chopin in Ciseri 2018, p. 144). La colmatura delle botti, ad esempio, è associata ai mesi di ottobre o novembre in Francia e in Inghilterra, come in Spagna o in Italia. La raccolta del fieno in giugno, la mietitura in luglio e la trebbiatura in agosto potrebbero indicare un clima temperato, come nei calendari francesi e in alcune rappresentazioni in Italia (Porta della Pescherie del Duomo di Modena o pavimento della Basilica di San Savino a Piacenza). Di certo la presenza di due scene dedicate alla lavorazione del vino, suggerisce la provenienza da una zona vinicola. Dall’analisi dei lavori del calendario, è emerso che nell'operazione di colmatura della botte (mese di Ottobre), l'impiego di un otre (invece di una brocca) è attestato in Spagna e in Italia; che il seminatoio utilizzato dal contadino nella semina è frequente in Italia, documentato in Germania e Inghilterra, ma non è diffuso in Spagna. L'iconografia dell'uccisione del maiale con un coltello è propria dell'Italia (mosaico della Cattedrale di Otranto, rilievi del protiro della Basilica di San Zeno a Verona e dell’archivolto della Pieve di Arezzo). Il falconiere (mese di Maggio) è un'iconografia che non compare prima degli ultimi decenni del XII secolo. Inoltre il trait d’union tra le Allegorie delle arti liberali e le rappresentazioni dei Mesi, che non seguono un ordine preciso, è affidato all’immagine dello Spinario (figura che nel mondo cristiano medievale è associata alla lussuria e che accanto all’immagine della Primavera, acquisterebbe il significato di Quaresima e penitenza), che è spesso associato ai calendari in Italia. La scena della Negromanzia potrebbe essere compatibile con un’origine iberica del manufatto: è in Spagna , nel XII secolo, che appaiono i più antichi trattati in cui la negromanzia è associata alle arti liberali. Tuttavia tale concetto non era sconosciuto in Italia, che manteneva contatti culturali con la Spagna, grazie a Gherardo da Cremona e/o Michele Scoto, che da Toledo si trasferì a Bologna nel 1220. A livello compositivo, la ripartizioni delle immagini entro losanghe, delimitate da nastri incrociati, si ritrova sia in avori che in opere di oreficeria eseguiti tra la metà e la seconda parte del XII secolo (es. Pastorale a tau in avorio, Londra, Victoria and Albert Museum, inv. 215-1865; Riccio di pastorale di Willelmus, Firenze, Museo Nazionale del bargello, inv. 622C). Anche il carattere narrativo delle immagini, l'abbondanza dei dettagli, l'aspetto slanciato dei personaggi, con volti allungati e mascelle forti, suggeriscono una datazione alla fine del XII o ai primi decenni del XIII secolo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901395358-0
- NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 46
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0