Noto - Palazzo Ducezio

anche detto Palazzo Comunale, Palazzo Municipale o Palazzo Senatorio
a cura di Margherita Recupero, pubblicato il 29/07/2021

Palazzo Ducezio è la sede del Municipio di Noto. Prende il nome dal condottiero che nel V sec. a.C. fondò la città e tentò di liberarla dal dominio dei greci.
Situato nella parte centrale di Corso Vittorio Emanuele, l'edificio rappresenta una delle principali architetture civili tardo barocche netine.

Fotografo non identificato, Noto - Municipio - Palazzo Ducezio, 1947, cartolina, FFC011508 Archivi fotografici ICCD, Fondo Ferro Candilera
Fotografo non identificato, Noto - Municipio - Palazzo Ducezio, 1947, cartolina, FFC011508

Palazzo Ducezio prende il nome dal leggendario condottiero che nel V sec. a.C. si mise a capo delle popolazioni sicule nel tentativo di contrastare la dominazione greca nella Sicilia sud-orientale. 
Sorge al centro dell'omonima Piazza, in posizione centrale e speculare rispetto alla Cattedrale di San Nicolò, nell'area della Majoris Ecclesiae, segnando e indicando la perfetta corrispondenza tra il potere civile e il potere religioso nella società settecentesca.

Il progetto del Palazzo, secondo una testimonianza ottocentesca, venne acquistato a Montpellier da Giacomo Nicolaci, committente e promotore dell'opera, ed è quindi ispirato all'architettura palazziale francese del Seicento. L'esecuzione del progetto venne affidata a Vincenzo Sinatra, all'epoca ancora capomastro e collaboratore di Rosario Gagliardi. I lavori di costruzione dell'edificio iniziarono nel 1742 e proseguirono fino al 1760-61.
Il progetto originario prevedeva la costruzione di un solo livello, tuttavia, nel 1951 l'edificio è stato sopraelevato con la costruzione del piano attico, su progetto dell'ingegnere Cassone del 1885 (modificato in diversi punti), facendo perdere l'unità originaria del progetto del Sinatra.
Alcune cartoline conservate nel Fondo Ferro Candilera presso l'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) di Roma, risalenti all'inizio del Novecento, mostrano l'edificio prima dell'aggiunta del piano attico e rappresentano, quindi, una fonte documentaria di grande importanza per conoscere l'aspetto originario di Palazzo Ducezio. 

L'edificio come lo vediamo oggi, presenta una facciata articolata in due ordini, scandita nell'ordine inferiore da venti arcate sorrette da colonne con capitello ionico e nell'ordine superiore da tredici finestroni affiancati da paraste. Il corpo centrale dell'edificio è preceduto da una scalinata d'accesso semicircolare (costruita nel 1840 su progetto dell'ingegnere siracusano Innocenzo Alì per risolvere il dislivello che si era creato con l'abbassamento del piano stradale) e presenta un andamento convesso fortemente aggettante. I corpi laterali sono invece caratterizzati da un andamento concavo. Nell'insieme, le strutture concavo-convesse del prospetto contribuiscono a creare un effetto di movimento scenografico tipico del linguaggio tardo Barocco, che si fonde alla linearità geometrica del linguaggio neoclassico, che contraddistingue l'aspetto complessivo dell'edificio.

Palazzo Ducezio, fin dall'origine, ha svolto la funzione di palazzo di rappresentanza della città. Qui vennero in visita il Re Umberto II di Savoia e la Regina Maria Josè del Belgio nel giugno del 1933, come documenta un breve filmato conservato nell'Archivio storico del LUCE e, sempre qui, venne firmato il protocollo d'intesa tra gli otto Comuni del Val di Noto per la creazione del distretto culturale da iscrivere nella Lista del Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, che prese il nome de Le città tardo barocche del Val di Noto

L'eleganza architettonica e la ricchezza decorativa dell'edificio trova, infatti, la massima espressione negli ambienti interni, in particolare nella Sala degli Specchi, destinata ad ospitare le più importanti delegazioni pubbliche. Si tratta di uno splendido salone a pianta ovale arredato alla fine dell'Ottocento con specchiere in stile Luigi XV e un ricco apparato decorativo di stucchi dorati e affreschi. Al centro della volta campeggia l'affresco neoclassico realizzato dal pittore Antonio Mazza nel 1826 raffigurante La Fondazione di Neas da parte di Ducezio, Re dei Siculi.
Il Salone fu oggetto di un restauro all'inizio degli anni Trenta del Novecento, ad opera del pittore Gregorietti e dell'artigiano avolese Sebastiano Dugo, con l'obiettivo di accrescere la magnificenza e il lusso degli ambienti. 

Fotografo non identificato, Noto - Palazzo comunale Ducesio, 1905, cartolina, FFC011523 Archivi fotografici ICCD, Fondo Ferro Candilera
Fotografo non identificato, Noto - Palazzo comunale Ducesio, 1905, cartolina, FFC011523

Bibliografia

Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Siracusa, Servizio per i Beni Architettonici (a cura di), Le città tardobarocche del Val di Noto nella World Heritage List dell’UNESCO, Palermo, 2008 (PDF)
Saggi introduttivi di M. Muti, G. Susan, C. Cresti, M. Giuffrè; Testi di S. Piazza; Fotografie di L. Rubino


Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Archivio storico delle schede di catalogo, Scheda di catalogo "Palazzo Ducezio - Noto (SR)", 1989

Bibliografia in rete

Info Point Noto, Palazzo Ducezio, 28/05/2021 (LINK)

Wikipedia, Palazzo Ducezio, 28/05/2021 (LINK)

Wikipedia, Ducezio, 28/05/2021 (LINK)

Comune di Noto, Capitale del Barocco - Palazzo Ducezio e Sala degli Specchi, 28/05/2021 (LINK)

Costiera Barocca, Palazzo Ducezio, 31/05/2021 (LINK)