Noto - I Palazzi nobiliari
L'edilizia residenziale di Noto è, accanto all'architettura religiosa, la grande eredità della stagione di ricostruzione barocca della città e della magnificenza collettiva a cui le comunità cittadine aspirarono.
I palazzi nobiliari edificati a partire dal 1693, rappresentano e testimoniano la ricchezza e l'erudizione della società aristocratica netina che si affermò nel Settecento. Ancora oggi conservano lo sfarzo e la magnificenza delle antiche dimore nobiliari.
Archivi fotografici ICCD, GFN
Gabinetto Fotografico Nazionale, Buratta, Fabrizio - Stocchi, Albino, Noto - Palazzo Rau della Ferla, facciata, particolare, 2005, fotografia digitale, DGT003467
Nell'ambito della ricostruzione della Nuova Noto, in seguito al terremoto del 1693, accanto alla fioritura dell'architettura religiosa, ebbe inizio un'importante attività edilizia residenziale.
Nell'elaborazione del nuovo assetto urbano, al clero e all'aristocrazia fu riservata l'area più centrale della città, sul pendio del colle Meti, attraversata dai principali assi viari, costituiti da Corso Vittorio Emanuele e dalle parallele Via Cavour e Via Ducezio. Qui sorsero i più importanti palazzi nobiliari delle famiglie aristocratiche locali, accanto agli imponenti edifici di culto.
La tipologia architettonica più diffusa, adottata per la costruzione dei palazzi nobiliari, fu la struttura a corte con corte centrale, attorno alla quale si distribuivano i diversi ambienti, solitamente articolati su due livelli. Non era infrequente la successiva sopraelevazione dell'edificio con l'aggiunta di un piano attico, come avvenne per il Palazzo Impellizzeri e per il Palazzo Landolina nel corso dell'Ottocento.
Attorno alla corte centrale, spesso arricchita da giardini e fontane, si affacciavano i locali di servizio, quali magazzini, depositi e rimessa delle carrozze. Dalla corte centrale, una scala conduceva al piano nobile.
Gli ambienti interni, sfarzosamente decorati con stucchi, affreschi, grottesche, carte da parati, dipinti e mobili d'epoca, erano gli ambienti di rappresentanza della famiglia, dove si svolgevano cene di gala, feste e balli. Accanto ad essi, gli spazi del piano nobile erano destinati alla residenza degli esponenti della famiglia. Gli ambienti del sottotetto erano, invece, destinati al personale di servizio.
Ciò che più colpisce dell'architettura palazziale tardo barocca netina è il lusso e lo sfarzo degli apparati decorativi, esterni e interni all'edificio, che riflettono la ricchezza e l'erudizione delle casate nobiliari locali. I prospetti degli edifici sono, infatti, decorati con elementi scultorei, balconi con ringhiere in ferro, stemmi nobiliari, lapidi, iscrizioni e altri simboli di potere.
L'elemento più caratteristico è senz'altro il balcone, spesso sorretto da mensoloni decorati con maschere grottesche o motivi floreali e fogliati, schermato dalle tipiche ringhiere in ferro bombate, che contribuiscono a rendere un effetto di movimento plastico e di ricercata eleganza. Vi sono poi le finestre inquadrate da elaborate cornici e sorrette da davanzali realizzati con motivi floreali e fogliati in rilievo, sormontate da conchiglie scolpite in pietra o da altri dettagli decorativi. Cosicché, il grado di elaborazione decorativa dei particolari del prospetto, divenne una componente fondamentale di distinzione sociale dei committenti.
La presenza di numerose aperture sul prospetto degli edifici è una caratteristica dell'architettura residenziale netina nel suo insieme e si lega, con ogni probabilità, alle condizioni climatiche della città, sorta in un'area con temperature climatiche molto elevate nel periodo estivo e miti nel periodo invernale. I capomastri e gli scalpellini seppero arricchire queste aperture con sapienza scultorea, facendo di questi edifici un gioiello della plastica tardo barocca.
Altro elemento caratteristico dell'architettura civile, enfatizzata da risalti decorativi, è il portale, che fu oggetto di originali elaborazioni che mirarono ad unire l'arco d'ingresso, con chiaro riferimento al classico arco trionfale, con la soprastante finestra balconata, spesso sormontata dallo stemma di famiglia.
L'edificio più rappresentativo di questa tipologia architettonica palazziale è, senz'altro, Palazzo Nicolaci dei Principi di Villadorata, seguito da Palazzo Rau della Ferla e Palazzo Trigona di Cannicarao.
Si distanziano, invece, dall'eclettismo tardo barocco e dallo sfarzoso decorativismo scultoreo, i Palazzi Landolina, Impellizzeri e Castelluccio, accomunati da un richiamo al Neoclassicismo, per la sobrietà e l'eleganza dei prospetti. Questi edifici presentano molte affinità stilistiche tra loro, sia nella tipologia strutturale, sia nella conformazione della loro facciata, caratterizzata da un impianto lineare e compatto che enfatizza la geometrica volumetria dell'edificio, spesso arricchita da fasce di bugne e fregi con metope e triglifi che richiamano la forma classica. Classicheggiante è, inoltre, il disegno delle aperture, sormontate da timpani e inquadrate da semplici cornici, che scandiscono la rigorosa geometria dei prospetti.
E' possibile, dunque, osservare due diverse tipologie architettoniche di edilizia residenziale a Noto: quella più espressamente barocca, eclettica e plastica, e quella neoclassica, più sobria ed elegante. Le scelte operate dagli architetti e capomastri nella progettazione e nell'esecuzione delle opere, sono il risultato della volontà dei committenti, che videro nella possibilità di edificare le proprie residenze urbane, l'occasione per esprimere la propria personalità e la propria ricchezza economica.
Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Siracusa, Servizio per i Beni Architettonici (a cura di), Le città tardobarocche del Val di Noto nella World Heritage List dell'UNESCO, Palermo, 2008 (PDF)
Saggi introduttivi di M. Muti, G. Susan, C. Cresti, M. Giuffrè Testi di S. Piazza Fotografie di L. Rubino
Bibliografia in rete
Il Barocco di Noto, giardino di pietra. L'architettura barocca di Noto, 02/07/2021 (LINK)
Info Point Noto. Palazzi Nobiliari di Noto, 02/07/2021 (LINK)