Noto - Le Chiese ex conventuali

a cura di Margherita Recupero, pubblicato il 02/07/2021

Noto è contraddistinta dalla presenza di numerosi edifici religiosi ed ex conventuali, costruiti durante il corso del Settecento come sedi degli enti ecclesiastici e degli ordini religiosi, che svolgevano funzioni sia spirituali, sia didattico-educative.
La loro costruzione rappresentò il più grande sforzo collettivo, spesso finanziato dalla nobiltà locale, per garantire una ripresa della vita sociale e culturale dopo il disastroso evento sismico.

Gabinetto Fotografico Nazionale, Buratta, Fabrizio - Stocchi, Albino, Noto - Chiesa di S. Domenico, facciata, particolare, 2005, fotografia digitale, DGT003339 Archivi fotografici ICCD, GFN
Gabinetto Fotografico Nazionale, Buratta, Fabrizio - Stocchi, Albino, Noto - Chiesa di S. Domenico, facciata, particolare, 2005, fotografia digitale, DGT003339

Nella ricostruzione ex novo della città di Noto susseguita al terremoto del 1693, il più grande sforzo collettivo fu quello di garantire una sede alle principali istituzioni religiose e civili, nel minor tempo possibile. Si trattò, dunque, di costruire in breve tempo chiese parrocchiali, conventi e monasteri. All'opera di ricostruzione vennero coinvolte le maestranze locali e gli architetti professionisti, tra i quali il siracusano Rosario Gagliardi, il suo allievo e collaboratore Vincenzo Sinatra, gli architetti netini Paolo e Bernardo Labisi, chiamati a intervenire nell'edificazione dei numerosi edifici religiosi e conventuali.
Molti di questi sorsero nell'area della Majoris Ecclesiae, sul pendio del colle Meti, attraversato dal principale asse viario, Corso Vittorio Emanuele, lungo il quale si ricavarono le tre più importati piazze dominate dalle architetture religiose: la piazza di San Francesco all'Immacolata, seguita da Piazza Duomo e dalla piazzetta con i giardini della Villa Ercole, sulla quale affaccia la Chiesa di San Domenico. Lungo la stessa via trovarono, inoltre, collocazione il Monastero del Santissimo Salvatore, la Chiesa e l'ex Convento di Santa Chiara e la Chiesa di San Carlo Borromeo (o San Carlo al Corso), annessa al Collegio dei Gesuiti.
Vi furono poi edifici conventuali sorti in aree più decentrate della città, nella parte alta del colle Meti denominata il "Pianazzo", sede del popolo, come la Chiesa e l'ex Convento di Santa Maria del Gesù, che oggi ospita la sede del Consorzio Universitario del Mediterraneo Orientale (CUMO) o la Chiesa di Sant'Agata, annessa all'ex Monastero delle Benedettine, che si trova in Via Trigona.

L'architettura chiesastica e conventuale che si affermò a Noto vide interagire due diverse tendenze stilistiche: una più orientata all'innovazione, con l'adozione di forme spaziali più complesse, di facciate movimentate e tridimensionali, che pose in secondo piano il ruolo della decorazione; l'altra, più conservatrice, tendente all'adozione di impianti basilicali tradizionali a tre navate, e di facciate piane, bidimensionali, scandite da ordini di paraste, secondo il modello cinque-seicentesco, dove la decorazione assunse un importante ruolo. Rientrano nella prima tendenza le opere del Gagliardi, quali la Chiesa di San Carlo Borromeo, la Chiesa di San Domenico e la torre campanaria del Monastero del Santissimo Salvatore e, nella seconda, invece, la Chiesa di San Francesco all'Immacolata, la Chiesa di Santa Maria del Gesù e la Chiesa di Sant'Agata, tutte annesse agli omonimi edifici ex conventuali.
L'architettura conventuale, al contrario, mantenne la struttura tradizionale della tipologia a corte, con chiostro centrale, attorno al quale si distribuiscono i diversi ambienti, articolati su più livelli. Anche la conformazione dei prospetti rimase fedele ai canoni tradizionali del modello cinque-seicentesco, lontano dall'eclettismo spaziale tardo barocco.

La funzione svolta dagli edifici conventuali e monastici era quella di consentire la riservatezza delle persone che vi abitavano. A tale funzione rispondevano alcuni particolari architettonici ricorrenti, quali le alte mura a chiusura dei chiostri, le ringhiere bombate in ferro, chiamate "gelosie", che schermano le finestre, e gli ampi portoni in chiusura degli ingressi. Inoltre, gli enti religiosi svolsero anche funzioni didattico-educative: ad essi fu demandata la formazione delle giovani generazioni dell'aristocrazia locale.
Tuttavia, con il Regio Decreto 7 luglio 1866 n. 3036 che dispose la soppressione degli ordini religiosi, e la progressiva secolarizzazione della società moderna, molti edifici conventuali persero la propria funzione originaria e furono oggetto di trasformazione o dismissione, cambiando la propria destinazione d'uso o chiudendo al culto. La loro gestione venne affidata agli enti locali, che li adibirono ad ospitare complessi scolastici, istituzioni universitarie e altri uffici pubblici.
Nonostante le modifiche apportate nel tempo, questi edifici mantennero inalterato il loro aspetto originario. Tuttora è possibile ammirare l'eleganza e la ricchezza decorativa che connota l'architettura religiosa tardo barocca netina, unita alla ricerca di un effetto spettacolare e scenografico, con virtuosismi prospettici e facciate convesse fortemente aggettanti, che creano un senso di magnificenza e lusso.

Bibliografia

Touring Club Italiano, Italia da scoprire. Viaggio nei centri minori, Milano, 1996 , pp. 466-467

O. Mingo, Il patrimonio architettonico religioso di Noto. Un circuito per la connessione e la valorizzazione delle chiese storiche, 2017-18 , p. (PDF)
Tesi di Laurea Magistrale, Politecnico di Torino

Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Siracusa, Servizio per i Beni Architettonici (a cura di), Le città tardobarocche del Val di Noto nella World Heritage List dell’UNESCO, Palermo, 2008 , p. (PDF)
Saggi introduttivi di M. Muti, G. Susan, C. Cresti, M. Giuffrè; Testi di S. Piazza; Fotografie di L. Rubino

Bibliografia in rete

Elireggio, Le bellezze settecentesche del Barocco netino, 01/07/2021 (LINK)

About Art Online, L’Architettura della Sicilia barocca (parte III). Noto, il corso monumentale della città barocca, 01/07/2021 (LINK)

Dizionario biografico Treccani, Rosario, Gagliardi, 01/07/2021 (LINK)

Wikipedia, Vincenzo Sinatra, 01/07/2021 (LINK)

Wikipedia, Francesco Paolo Labisi, 01/07/2021 (LINK)