La Corsa degli Zingari
La Corsa degli Zingari costituisce la parte più nota e rappresentativa delle celebrazioni pacentrane in onore della Madonna di Loreto.
Sono detti Zingari alcuni uomini, più e meno giovani, che per devozione alla Madonna di Loreto corrono a piedi nudi su un sentiero di montagna, fino raggiungere il paese di Pacentro e la Chiesa della Madonna di Loreto. Ai primi due vincitori viene consegnato il Palio, un drappo di stoffa che in passato veniva utilizzato per confezionare un abito di buona qualità.
Circolo Gianni Bosio
Bianka Myftari, Pacentro – Gli Zingari in salita su Colle Ardinghi, 2024, fotografia digitale
La Corsa degli Zingari si svolge a Pacentro nel pomeriggio della prima domenica di settembre, subito dopo la conclusione di quella degli Zingarelli, in onore della Madonna di Loreto, a devozione della quale un gruppo di uomini, più e meno giovani, detti “Zingari” perché procedono a piedi nudi (e dunque senza alcun riferimento o connotazione etnica), affronta una difficile corsa procedendo su sentieri di montagna caratterizzati da una notevole pendenza e da un fondo irregolare.
Le iscrizioni si svolgono lungo il Torrente Vella, punto strategico da cui inizia il percorso in salita verso Colle Ardinghi, sulla sommità del quale si trova la Pietra Spaccata, una grande roccia sporgente sulla quale nel 1956 è stato dipinto il tricolore
della bandiera nazionale italiana. Raggiunta la Pietra Spaccata, punto di partenza della Corsa, gli Zingari possono scegliere tra cinque sentieri che scendono nel bosco verso il Torrente Vella: la “Via Rossa”, la “Direttissima”, lo “Zumpature” (il salto), il “Boschetto”, la “Via Verde”. La discesa, rapidissima, si effettua fino al Torrente Vella: di lì si riprende la salita verso l’abitato, fino alla Chiesa della Madonna di Loreto. Raggiunto l’altare della Madonna, gli Zingari si gettano a terra e, finalmente, danno sfogo al loro dolore, mentre i sanitari si prendono cura delle loro ferite.
Dalle notizie raccolte nel corso dell’etnografia emerge come in passato partecipassero alla Corsa solo i residenti nell’area della Chiesa della Madonna di Loreto: nei fatti, più che di appartenenza territoriale si trattava di appartenenza di classe, dal momento che la piccola chiesa è posta al limite del paese procedendo verso il torrente Vella, e nei suoi pressi abitavano principalmente famiglie legate alle attività della pastorizia. La pratica della pastorizia, in passato molto diffusa presso le classi subalterne appenniniche, spiegherebbe anche la facilità di movimento a piedi nudi lungo sentieri boscosi, dal fondo irregolare. Dalle fonti raccolte emerge infatti che gli Zingari praticassero sin da giovanissimi i sentieri del circondario per condurre le greggi al pascolo, e che dunque in passato non vi fosse bisogno di alcun allenamento.
BibliografiaAugusto Di Cesare, La corsa dell'iniziazione e la Cronaca del Placito di Settembre dell'Anno 906 ripreso da un manoscritto del 1400, Pacentro, 2012 , p.
Camillo Tollis, Pacentro. Storia, tradizione, leggenda, folclore dalla Preistoria ad oggi, Sulmona, 1979 , p.
Antonio De Nino, Usi e costumi abruzzesi, Firenze, 1881 , pp. 220-222
Roberto Monasterio, Omerita Ranalli, Abruzzo in festa, Pescara, 2019 , pp. 136-137