statua, San Francesco d'Assisi (fine SECOLI/ XVII)
Si tratta di un’opera lignea scolpita, dipinta e parzialmente dorata e mostra ancora parzialmente delle iscrizioni con la firma dell’autore sulla base, sia sulla destra che sulla sinistra. Sul finire del 1600, tra il 1687 e il 1691, la chiesa di Santa Chiara subì dei lavori di rifacimento con la realizzazione dei nuovi altari concepiti come dei retablos (termine spagnolo che indica una grande pala d’altare inquadrata architettonicamente) in pietra leccese, con colonne tortili, busti e statue accostate da una fitta ornamentazione a foglie e girali. Lo spazio si arricchisce di statue di santi, fra cui: San Gaetano, l’Immacolata, Sant’Antonio da Padova, San Pietro d’Alcantara, San Francesco Saverio, attribuiti a Gaetano Patalano e giunte tutte da Napoli, come è riportato nella Visita Pastorale di Michele Pignatelli del 1692. Sullo stesso documento è riportato anche il prezzo della scultura raffigurante San Francesco, oggi attribuita – come detto – a Domenico Di Simone. L’opera, pagata circa cento ducati, era stata attribuita alla mano di Nicola Fumo da Raffaele Casciaro, per alcune vicinanze con la scultura raffigurante San Pietro d’Alcantara, prima citato, che il Borrelli aveva erroneamente dato alla mano del Fumo. L’attività di Domenico di Simone in Salento rimane ancora sconosciuta, ma ricordiamo che la statua di Francesco viene collocata nell’altare più importante della chiesa, e ciò indica grande prestigio per l’autore. L’altare è animato da angioletti svolazzanti, nove statue di santi dell’ordine francescano in pietra, di cui facevano parte sul fastigio: Sant’Irene, Sant’Oronzo e Santa Barbara. In questo tripudio di scultura, rivolgersi al Di Simone significava avere un’opera che, pur mantenendo una straordinaria armonia delle parti, si distingueva dalle altre ribadendo così la posizione di rilevanza del santo fondatore dell’ordine e protettore d’Italia. È interessante come Domenico riesca a conferire al santo una gestualità ariosa, specie nelle braccia, un’espressione fortemente emozionante nel viso con gli occhi quasi persi nel vuoto, una ieraticità (austerità) composta e ordinata che ben si distacca da quella teatralità vorticosa del Fumo. L’immagine austera sembra più concreta e definita, mantenendo sempre una grande ricchezza decorativa nelle vesti damascate con girali su fondo oro
- OGGETTO statua
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MATERIA E TECNICA
Opere-oggetti d'arte/ legno/ pittura, scalpellatura
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CLASSIFICAZIONE
PITTURE-SCULTURE E ACCESSORI DI STATUA
- AMBITO CULTURALE Ambito Pugliese
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ATTRIBUZIONI
Domenico Di Simone
- LOCALIZZAZIONE Lecce (LE)
- INDIRIZZO P.za Vittorio Emanuele II, Lecce (LE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE È interessante come Domenico riesca a conferire al santo una gestualità ariosa, specie nelle braccia, un’espressione fortemente emozionante nel viso con gli occhi quasi persi nel vuoto, una ieraticità (austerità) composta e ordinata che ben si distacca da quella teatralità vorticosa del Fumo. L’immagine austera sembra più concreta e definita, mantenendo sempre una grande ricchezza decorativa nelle vesti damascate con girali su fondo oro
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600389273
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
- ENTE SCHEDATORE Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0