episodi della vita di Cristo

portale, ca 1191 - ca 1210

Porta bronzea istoriata bivalve, ripartita in 72 riquadri da una doppia cornice con ovuli e astragali nei punti d'intersezione. Quarantatre formelle raccontano episodi della vita di Cristo, venticinque raffigurano il Vescovo metropolita di Benevento e i suoi ventiquattro vescovi suffraganei e quattro protomi animali. Il ciclo cristologico è rappresentato nei suoi momenti salienti, dall'Incarnazione all'Ascensione, e si conclude con l'immagine dell'Arcivescovo metropolita (con le sue insegne e prerogative speciali) che, in un pannello, consacra tutti i suoi vescovi suffraganei, rappresentati in una visione statica e frontale, che ne sottolinea il potere "Sub specie aeternitatis"

  • OGGETTO portale
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ fusione
  • MISURE Altezza: 4.66 m
    Larghezza: 3.40 m
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Meridionale
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Oderisio Berardi
    Scuola Renana
  • LOCALIZZAZIONE Cattedrale Metropolitana di Santa Maria de Episcopio
  • INDIRIZZO Corso Garibaldi, Benevento (BN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel corso dei secoli, varie sono state le supposizioni azzardate dagli studiosi per attribuire e datare l'opera oggetto d'indagine. La fonte più antica è quella del 1683 di Giovanni De Nicastro, il quale, nel suo "Benevento Sacro", attribuisce la porta a Rogiero e la ritiene opera del 1210; Pompeo Sarnelli, Abate dell'Insigne Collegio di Santo Spirito in Benevento, suffraga la committenza di Rogiero e l'appartenenza dell'opera al "duodecimo" secolo. Nel 1871 Demetrio Salazaro pubblica uno studio sui monumenti dell'Italia meridionale in cui attribuisce la porta di Benevento a Oderisio Berardi; questa ipotesi viene, sulla base di confronti stilistici, confutata da Almerico Meomartini nel 1889, il quale ritenne piuttosto che l'opera potesse ricondursi ad artisti greci e la colloca tra XII e XIII secolo. Agli inizi del Novecento, Toesca e Venturi ritornano ad interrogarsi sull'identità dell'autore della porta, ritenendo si tratti di un meridionale per i particolari architettonici che rimandano al mondo musulmano e per elementi bizantini nello stile, mentre la tesi più tarda della Della Pergola, ripresa poi dal Rotili, propone, invece, che sia possibile rintracciare almeno due mani: la più antica collocabile entro il XII secolo, il secondo riferibile al XIII secolo: entrambe riferibili ad un'area d'influenza musulmano-bizantina. Il recente restauro tende a confermare quest'ultima ipotesi mentre gli studi concordano quasi unanimemente nell'individuare nel Cardinale Arcivescovo Rogiero il committente dell'opera
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500091041
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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