Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria con san Sebastiano
dipinto,
formato quadrangolare
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Italia Centro-settentrionale
- LOCALIZZAZIONE Roma (RM)
- INDIRIZZO Europa, ITALIA, Lazio, RM, Roma, Roma (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è copia del Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria con san Sebastiano di Correggio menzionato per la prima volta nella seconda edizione delle Vite di Giorgio Vasari (1568) come a Modena, presso il committente il medico Francesco Grillenzoni. Passato nel 1582 nella collezione di Caterina Nobili Sforza di Santafiora, l’opera giunse a Roma dove pervenne successivamente nella collezione di Scipione Borghese e poi in quella del cardinale Antonio Barberini, fratello di Urbano VIII. Alla metà del Seicento a causa dell'esilio dei Barberini in Francia, il capolavoro entrò nella collezione del cardinal Mazarino, confluendo poi in quelle di Luigi XIV (1665) e quindi della corona francese che in epoca napoleonica vennero sistemate nel nuovo museo pubblico del Louvre dove ancora si trova. Si tratta di un’opera molto nota, copiata da molti pittori, fra cui anche Annibale Carracci che volle rendergli un esplicito omaggio. Da una di queste copie venne tratta questa in esame, di buona qualità, pervenuta all’ospizio del San Michele in età imprecisata. La sua provenienza dalla pia istituzione può essere identificata grazie alla generica menzione di “Natività” negli inventari della collezione con misure corrispondenti alla tela in esame (1949, n.529, 1997, n.58). La vicenda del Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria è tratta dalla Legenda Aurea di Iacopo da Varazze (1228-1298), in cui è riportato il racconto della visione della principessa alessandrina secondo cui il piccolo Gesù le infilava al dito l’anello nuziale, segno della sua totale adesione alla fede cristiana che si concluderà con il martirio finale. Interessante rimane la presenza di san Sebastiano, sulla sinistra in atto di mostrare le frecce del martirio, fedelmente raffigurato in lontananza nella parte opposta, spiegabile con l'appartenenza del Grillenzoni alla confraternita di San Sebastiano. Il fulcro del dipinto è rappresentato dalle mani della Vergine, del Bambino e della giovanissima Caterina che non manca di mostrare la spada, suo attributo, che ne ricorda la decapitazione. Il dipinto può essere riferito all’ambito dell’Italia centro-settentrionale e datato genericamente tra la fine del XVII secolo e la prima metà del successivo
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201389477
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
- DATA DI COMPILAZIONE 2023
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0