Trinità

dipinto, 1592 - 1592

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 350 cm
    Larghezza: 250 cm
  • ATTRIBUZIONI Cardi Ludovico Detto Cigoli (1559/ 1613)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'Opera di S. Croce
  • LOCALIZZAZIONE Convento di S. Croce
  • INDIRIZZO p.zza S. Croce, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le antiche fonti (Fontani, pp.73-74) raccontano che al Cigoli fu assegnato l'incarico di eseguire il primo e l'ultimo episodio di un ciclo pittorico a cui già si attendeva al tempo di Cosimo I, che affidò al Vasari il compito di progettare gli altari lungo le pareti delle navate della basilica di Santa Croce. Il Cigoli dunque rappresentò l'"Ingresso del Salvatore in Gerusalemme" e - appunto - la "SS. Trinità". Ma è nel Rosselli ("Sepoltuario…"), che risulta che la Trinità del Cigoli prese il posto di un'altra pala di ugual soggetto che Tommaso di Giovanni Risaliti aveva commissionato a Girolamo Macchietti, detto del "Crocifissaio" - maestro indiscusso dell'Accademia del Disegno - per il proprio altare eretto nel 1575 e dedicato alla SS. Trinità. La tavola del Macchietti venne sostituita, infatti, subito dopo la morte del pittore nel gennaio 1592 e già nello stesso anno il Cigoli eseguì il nuovo dipinto, in cui imitava - o dovette imitare - l'impostazione dell'opera precedente (solo nei laterali le testine dei cherubini furono sostituite da due figure di angeli adolescenti). Il motivo della precoce sostituzione della pala del Macchietti va forse individuato in un repentino cambiamento di gusto - peraltro essa fu duramente criticata dal Borghini - o in qualche danno da essa subito oppure, più probabilmente, in un insolito deterioramento causato dalla cattiva qualità del materiale. Anche a distanza di secoli, invece, l'opera del Cigoli fu considerata "una delle migliori e più pregevoli opere che sortissero dalle mani di quell'egregio pittore" - come la definì il Fantozzi (pp. 216-217), quando la descrisse ancora sopra l'altare Risaliti nel 1842. Di lì a poco, tuttavia, per la precisione nel 1869, questo altare fu rimosso per far posto al monumento funebre del musicista Luigi Cherubini. La pala con la "Trinità" fu allora spostata nella Cappella Pazzi e da qui poi nell'ex refettorio grande, ormai incluso nelle sale del Museo dell'Opera. Qui la citano sia una vecchia scheda della Soprintendenza (priva però del riferimento della data e dell'autore) - che peraltro ricorda anche una sua collocazione precedente nella cappella Bardi di Vernio - sia l'inventario del 1916 relativo agli oggetti d'arte, che invece riporta la notizia del restauro effettuato nel 1860 "a spese della famiglia Cepparello". La "Trinità" - di cui sono conservati ancora alcuni studi preparatori (due per la testa di Cristo alla Galleria Corsini di Firenze ed uno per la testa dell'angelo di destra conservato nel Museo Civico di Pistoia) - dal punto di vista stilistico riflette la precoce e continua ammirazione del Cigoli per Dürer e soprattutto per Michelangelo, ma essa è anche pervasa da un nuovo colorismo, sensibile alla bellezza della luce e dello sfumato, che palesano l'attenzione verso Correggio, considerato "il maestro del colorito", la cui opera forse egli ebbe modo di conoscere durante un suo viaggio nel nord Italia. Ancora, non mancano riferimenti ai moduli dell'Allori (specie nell'angelo di sinistra) o agli effetti luministici del contemporaneo Jacopo da Empoli. Dunque, il dipinto - come è tipico nell'opera del Cigoli - fonde elementi eterogenei desunti da modelli quanto mai diversi, ma fu proprio "attraverso queste diverse fonti che fu forgiata la sua bella e leggiadra maniera" (Matteoli). Nel 2009 l'opera è stata esposta nuovamente nel Museo dell'Opera, dopo decenni di assenza grazie ad un sapiente restauro che - dopo gli interventi di primo soccorso seguiti all'alluvione del 1966 - ha completato il suo risanamento ed ha saputo restituirle la grande qualità pittorica, per la quale anche le fonti antiche la elogiavano. Nello specifico, sono stati rinnovati sia il supporto sia la cornice, è stato ripulito il colore ed attuato il restauro pittorico (per dettagli cfr. Teodori, 2008)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900655612
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • ISCRIZIONI sul manico del martello - LOD. CIG.1592 - lettere capitali/ numeri arabi - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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