storie di Goffredo di Buglione, decorazioni a grottesche, figure mitologiche

dipinto, ca 1591 - ca 1594
Daddi Cosimo (attribuito)
1555-1560 ca./ 1630

Fregi a fasce, riquadri con storie, tondi, ovali, zoccolo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco/ graffito
  • ATTRIBUZIONI Daddi Cosimo (attribuito)
    Cardi Ludovico Detto Cigoli (1559/ 1613)
  • LOCALIZZAZIONE Villa medicea della Petraia
  • INDIRIZZO Via della Petraia, 40, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’intervento decorativo dovette essere eseguito tra la fine del 1589 e il 1594 quando appare conclusa la trasformazione architettonica della villa e può verosimilmente porsi all’inizio degli anni Novanta. Gli affreschi subirono un precoce deterioramento dovuto alla loro collocazione esterna e nel 1874 vennero restaurati da Gaetano Bianchi che liberamente integrò le parti mancanti o degradate con un intervento pittorico in stile. Gli affreschi furono eseguiti in gran parte dal pittore Cosimo Daddi intorno al 1591 su commissione dei granduchi di Toscana. Negli anni immediatamente precedenti il Daddi, rientrato a Firenze da Volterra, aveva eseguito alcuni apparati per le feste in onore delle nozze, celebrate nel 1589, tra Ferdinando I e Cristina di Lorena. Il Baldinucci riteneva che una delle storie dei grandi riquadri fosse stata eseguita dal Cigoli. A questo proposito la Matteoli (1974, 1980) ha proposto di riconoscere due disegni assegnati al Cigoli come preparatori ad una di queste scene (la prima dall’alto della parete sud che raffigurerebbe la partenza di Goffredo di Buglione e del suo esercito per la Crociata). Ritiene inoltre che tutta la decorazione grottesca sia nell’impianto generale da attribuirsi ad Alessandro Allori. Se si esclude il problema dell’intervento del Cigoli, il ciclo è stato poco studiato sia sul profilo stilistico che dal punto di vista iconografico, ciò a causa anche del cattivo stato di conservazione. Si può notare però che mentre le storie dei grandi riquadri mostrano una certa piattezza, sia nella composizione che nel disegno delle figure, una maggiore vivacità caratterizza invece la decorazione grottesca e gli angeli reggifestone. Il soggetto della decorazione, secondo il Baldinucci, riguarda le imprese di Goffredo di Buglione nella riconquista di Gerusalemme durante la prima crociata. La perdita delle scritte esplicative che verosimilmente occupavano i cartigli posti sulle scene principali impedisce di identificare con precisione i soggetti raffigurati (quasi tutte le scene sono a carattere militare o con un sovrano come protagonista) o di individuale la fonte del programma iconografico. La scelta di illustrare le gesta di Goffredo di Buglione alla prima Crociata era dettata dalla precisa volontà della granduchessa che vantava una discendenza dal Buglione (del tutto infondata in quanto Goffredo di Buglione era stato duca della Bassa Lorena e non aveva pertanto nulla a che fare con i duchi dell’Alta Lorena dai quali invece discendeva la casata di Cristina di Lorena). L’Acidini (1988) osserva che le storie non si ispirano a quelle trattate nella ʺGerusalemme Liberataʺ del Tasso, ma a quelle del poemetto latino ʺSyriasʺ, composto da Pietro Angelio da Barga, precettore di Ferdinando e dedicato proprio al granduca e alla sua consorte. Frammiste a queste storie, inoltre, si trovano anche storie di soggetto contemporaneo, non ancora identificate e in piccoli ovali e riquadri scene a carattere mitologico o pastorali ispirate alla letteratura classica ed altri episodi tratti forse dall’epica cavalleresca. Ciascuna delle pareti maggiori è divisa in tre registri principali con quattro grandi scene dipinte come quadri in alto e in basso e altre di minor formato in ottagoni, riquadri o ovali nella fascia mediana che si prolunga con decori e piccole scene anche nei due lati occupati dal loggiato. Le storie sono poste in una cornice ornamentale ad affresco e graffito organizzata in cornici, fasce e specchiature decorate a grottesca che presentano entro campiture colorate figure fitomorfe, termini, trofei di armi, candelabre, putti, medaglioni con facce grottesche in finto rilievo, vasi con fiori, girali, cammei e piccole figure di guerrieri, elementi architettonici con decori classici; sulle porte di accesso, due putti reggono un drappo che ricade ai lati, seduti su due ricchi festoni di frutta e fiori. L’artista si distacca dalle tradizionali facciate graffite in bianco e nero, ma conferisce all’insieme una ricchezza cromatica, dovuta alla commistione di tecniche: affresco e graffiti, dove le parti figurate sono rese nel tradizionale modo a grisaille ma negli sfondi spicca una vivace cromia stasa sopra la preparazione nero-grigia. La critica ha notato come l’invenzione pittorica e compositiva del ciclo si pone a metà tra la tradizione delle facciate dipinte e graffite e le invenzioni effimere degli archi trionfali
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281671-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Villa medicea della Petraia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1990
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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