ANNUNCIAZIONE
Lo spazio della scena è scandito, in primo piano, dal pavimento a grandi quadrati con cerchi inscritti; una fila di colonne disposte lungo una linea diagonale, separa l'ambiente in cui si trova la Vergine da uno posto più a sinistra; lo sfondo rimane indefinito per la diffusa oscurità. L'angelo, investito da una forte fonte luminosa alle sue spalle, poggia i piedi su una nuvola e sta per inginocchiarsi; la repentinità della sua venuta è sottolineata dal violento chiaroscuro, dalle ali ancora spiegate, dalla veste aderente al corpo e svolazzante all'indietro. Il braccio destro è teso verso l'alto a indicare la volontà divina, quello sinistro, verso il basso e nella mano regge il giglio. La Vergine, indossa una tunica rosa spento, sopra un manto azzurro, verde all'interno. E' posta di tre quarti, in ginocchio davanti al leggio; porta la destra al petto, nella sinistra regge un libro, il viso, inclinato verso destra, è illuminato per metà dalla luce divina proveniente dall'alto
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Grazia Leonardo Detto Leonardo Da Pistoia (1503/ Post 1548)
- LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola fu realizzata per un altare, non meglio specificato, della Cattedrale. Alla fine del Cinquecento si salvò dalle vendite effettuate per il rinnovamento degli arredi del Duomo, ma venne spostata nella cappella Garbesi, dove rimase fino alla distruzione di questa nel 1938. Il Vasari ricorda, tra gli allievi di Giovanfrancesco Penni, Leonardo detto il Pistoia e la sua attività a Lucca, a Roma e a Napoli dove eseguì varie opere per il cardinale Diomede Carafa. Il Lanzi elogia molto l'Annunciazione, ritenendola degna di un nipote di Raffaello. A questo punto si genera un problema critico. Lo stesso Lanzi ricorda, oltre al Leonardo del casato Grazia, un altro Leonardo, di cognome Malatesta autore di due Sacre Conversazioni, una a Volterra, firmata e datata 1516, e l'altra a Casalguidi nella quale si legge il cognome Malatesta. Il Tolomei, nella Guida di Pistoia, dice che il Leonardo, autore della pala di Volterra, è di casato sconosciuto, mentre Malatesta altro non è che il soprannome del Grazia; in questo modo unisce due personalità artistiche distinte in una sola attribuendo al Grazia, soprannominato Malatesta, non solo le opere dell'allievo del Penni, ma anche la pala di Casalguidi. Il Milanesi torna sulla questione, trova un documento che ricorda, nella famiglia Malatesta, un Leonardo di Francesco di Lazzaro, nato nel 1483, evidentemente il Leonardo Malatesta autore delle pale di Volterra e Casalguidi. Anche il Milanesi fa confusione: infatti, attribuisce al Grazia solo l' Annunciazione di Lucca, mentre indica il Malatesta come allievo del Penni, cosa impossibile in quanto l'allievo sarebbe più anziano del maestro di almeno cinque anni, e come autore di tutte le opere napoletane che sono, in realtà, del Grazia. Il Filangieri indica il 1522 come anno in cui Leonardo Grazia affresca il chiostro del Carmine di Napoli, ma appare data troppo precoce e da riferirsi, quindi, a Bartolomeo di Niccolò Guelfo, altro pittore pistoiese con il quale il nostro autore è stato a volte confuso. Il Venturi accetta la versione del Lanzi indicando nel Grazia l'allievo del Penni e nel Malatesta l'autore della pala di Volterra. Il Berenson amplia molto il catalogo del Grazia; mentre Zeri, nel 1951, indica una possibile formazione di Girolamo Siciolante presso Jacopino del Conte e lo stesso Leonardo. Il Bologna si sofferma sull'esordio toscano del pittore pistoiese, sul passaggio da Roma e sul successo ottenuto a Napoli. La Baracchini e il Caleca eliminano la dualità tra il Grazia e il Malatesta e collocano l'Annunciazione verso il 1515, ponendola in relazione con la tavola volterrana. Anna Bisceglia ripercorre le tappe della vicenda critica e indica il 1503 come anno di nascita del Grazia, una prima formazione nella bottega del padre Matteo di Nardo, la forte influenza di artisti fiorentini operanti a Pistoia come Lorenzetto, Baccio da Montelupo e Ridolfo del Ghirlandaio. Nel secondo decennio del Cinquecento si può porre l'alunnato presso il Penni; all'inizio degli anni Venti la Bisceglia indica un possibile soggiorno romano di Leonardo, il quale, nel 1528, è ricordato di nuovo a Pistoia. Verso il 1530 deve aver realizzato l' Annunciazione per la quale la Bisceglia indica delle tangenze con Perino per la parte disegnativa e modelli di Giulio Romano e del Caraglio per la parte compositiva, ma forti sono anche le suggestioni di Fra' Bartolomeo. Nel 1534 Leonardo è iscritto alla Compagnia di San Luca a Roma; alla fine degli anni Trenta è già a Napoli dove realizza, tra le altre, delle opere per il cardinale Carafa. Nel 1546 viene pagato per l'ancona di Altamura di Puglia: la sua bottega ormai ha trovato successo nel sud. L'ultima notizia è del 1548 quando, definendosi nobile maestro, si impegna a realizzare un' Annunciazione
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900556703
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- ISCRIZIONI sul gradino dell' inginocchiatoio - LEONARDUS GRATIA PISTORIENSIS/ FACIEBAT - lettere capitali -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0