esaltazione della vera croce
dipinto,
Biancucci Paolo (1583/ 1653)
1583/ 1653
Il dipinto raffigura l'esaltazione della vera croce. Al centro la croce lignea domina lo spazio, ai lati due gruppi di figuree. A destra la regina Elena, in abiti regali, circondata da figure femminili, a sinistra il vescovo, in abito episcopale, circondato da figure maschili, tra cui un soldato a cavallo
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Biancucci Paolo (1583/ 1653)
- LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, non menzionato nelle fonti artistiche locali e solo in anni recenti riemerso dall'oblio in cui era sprofondato, ha una storia al momento non ricostruibile. Conoscere il nome del committente, probabilmente un personaggio di spicco della confraternita che faceva capo all'oratorio, sarebbe elemento importante per questa ricostruzione ma un'indagine in tale direzione deve ancora essere avviata. È noto comunque che in ottemperanza alle disposizioni ampiamente caldeggiate anche a Lucca dalla Chiesa controriformata, alla fine del Cinquecento l'oratorio viene sottoposto a un sostanziale intervento di rinnovo strutturale e decorativo, di cui l'opera di Biancucci doveva sicuramente rappresentare l'elemento maggiormente qualificante. Quello della Esaltazione della Croce è infatti un tema perfettamente in sintonia con il rinnovamento iconografico postridentino, di frequente incentrato sulla rappresentazione di santi di recente canonizzazione, testimoni dell'attualità e vitalità della Chiesa cattolica, e di immagini atte a esaltare l'importanza dei sacramenti, negati da quella protestante. E la valenza simbolica di cui è caricata la croce, che pur nella sua essenzialità giganteggia in primissimo piano sull'intera composizione, è immediatamente percepibile. Rispetto alla pala, oggi nella chiesa di S. Marco a Lucca, da datarsi al quarto decennio del secolo, il modello presenta qualche variante, indizio che al momento della sua realizzazione Biancucci non aveva messo a punto e organizzato in maniera definitiva lo schema compositivo, che risulta ancora leggermente sbilanciato nei due gruppi di personaggi, capeggiati rispettivamente dal vescovo e dalla regina Elena. Fra quelli della parte sinistra, tutti maschili, mancano il giovane religioso, cosi lo qualifica la dalmatica che indossa, in ginocchio a fianco del vescovo e l'uomo in secondo piano, quasi oppresso dalla figura del cavallo. Il vescovo, che nella redazione finale ha lo sguardo risolutamente rivolto verso lo spettatore per convogliarne l'attenzione verso la croce, identificativa del messaggio spirituale affidato al dipinto, qui è ritratto di profilo, assorto in una profonda meditazione. Già organicamente costruito appare invece il gruppo di destra, dove i personaggi, in posizione fra loro scalata, attorniano la regina. Rispetto a quelli della pala, di tonalità più fredda, il modello ha colori più intensamente contrastati e, forse perché non perfettamente rifinito, i volti dei personaggi risultano in una qualche misura esenti dalla eleganza e dalla politezza classicista di tipo prettamente reniano cui spesso ricorre il pittore, riscontrabile ne La Vergine e le anime purganti, in origine nella chiesa del Suffragio e attualmente conservato in Curia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900556102
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2002
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2004
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0