Cristo benedicente in trono

cuspide,

Cuspide centrale di trittico dipinto. La cuspide è inserita in una struttura lignea dorata, in cui colonnine tortili binate sorreggono un timpano trilobato e cuspidato, decorato nella parte superiore con motivi ornamentali a vegetazione. Sulla tavola è raffigurato il Cristo benedicente, in abito verde scuro e manto rosso, proposto secondo i canoni tradizionali di questa iconografia. Il Cristo è seduto su un trono ligneo. La parete di fondo è rossa e dorata, il pavimento su cui poggia il trono è verde chiaro e definisce uno scalino in verde scuro

  • OGGETTO cuspide
  • ATTRIBUZIONI Frediani Vincenzo Di Antonio (notizie Dal 1481/ 1505)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Maestro Dell'immacolata Concezione
    Pittore Di Paolo Buonvisi
  • LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La cuspide era originariamente collocata a coronamento della parte centraledi un polittico monumentale simile a molti ancora visibili sul territorio lucchese,databili alla seconda metà del XV secolo, ma caratterizzati da una carpenteriaancora di gusto tardo gotico. Manca il terzo elemento del gruppo, un Angeloannunciante che doveva essere collocato sul laterale sinistro del politticooriginario. La cimasa venne attribuita sia da Massimo Ferretti che da EverettFahy al "Maestro dell'Immacolata Concezione", nome convenzionale del pittorelucchese autore di un cospicuo nucleo di opere, la principale delle quali èappunto la tavola con l'Immacolata Concezione, ora nel Museo di Villa Guinigidi Lucca ma in origine nella chiesa di San Francesco. Dal corpus del maestro,ampliatosi nel corso degli anni con numerose altre acquisizioni, Ferretti proposepoi di sceverare un gruppo di dipinti attribuendoli alla paternità di un secondopittore : il "Pittore di Paolo Buonvisi" sulla base dell'iscrizione che è sullatavola n. 167 del Museo di Villa Guinigi. Attorno a questa tavola Ferretti articoladunque il corpus del nuovo maestro: pur nel comune riferimento alla culturafiorentina, questi si distaccherebbe dal "Maestro dell'Immacolata Concezione"per una più partecipe adesione al linguaggio filippinesco e comunque per unaqualità decisamente più alta. Incontrovertibili dati documentari hanno poi riunitonuovamente i due nuclei di opere da riferire senza dubbio ad un unico pittoreche ha finalmente ritrovato il nome anagrafico di Vincenzo di Antonio Frediani.E' a lui infatti che nel 1502 viene commissionata la pala eponima del "Maestrodell'Immacolata Concezione" e sempre a lui era stata commissionata nel 1482la pala del Voglia, certo tra le più tipiche espressioni del presunto "Pittoredi Paolo Buonvisi ". La cuspide si colloca nella fase più alta del percorsodel pittore, quella che ancora possiamo considerare contrassegnata dal nomedel "Pittore di Paolo Buonvisi ". Per la cuspide possiamo poi proporre un collegamentocon il probabile polittico di cui era coronamento e una data di esecuzione.Nella chiesa parrocchiale di Montefegatesi rimane infatti un trittico frammentario,anch'esso sempre riferito al Frediani nella sua fase "Pittore di Paolo Buonvisi",di cui restano la tavola centrale, una Madonna in trono con il Bambino e unlaterale sinistro con i Santi Vito e Biagio datati 1491, mentre è perduto illaterale destro. Le dimensioni della sagomatura trapezoidale della parte superioredelle due tavole di Montefegatesi collimano perfettamente con quelle delle basidelle nostre due cuspidi, la decorazione a pastiglia delle incorniciature delledue serie di opere è identica, anche se il cattivo stato di conservazione deipezzi di Montefegatesi e le pesanti ridorature delle cimase non rendono immediatamentepercepibile il raffronto. Ma risolutive per tale collegamento sono poi le affinitàdei volti e della struttura dei panneggi chiaramente filippineschi, con gonfiepieghe ramificate, e ancora l'identità del pavimento di colore verde -anchese oggi offuscato a Montefegatesi da una forte ossidazione del colore- con ungradino più scuro in primo piano; identica infine anche la decorazione incisasui nimbi e la scelta dei colori usati per le vesti. Se quest'ipotesi di ricomposizioneè esatta, nel 1491 il Frediani ripropone un trittico con una carpenteria assolutamenteidentica a quella del trittico di Benabbio. Sia che questo sia stato determinatoda meditato recupero di forme tradizionali o più semplicemente dall'adesionea precise volontà della committenza, con questi episodi si chiude il momentopiù brillante della sua produzione. Nessuna delle opere successive, neppurele tre grandi pale con temi mariani (L'Immacolata Concezione più volte citata,l'Incoronazione della Vergine già nella chiesa dei Servi e ora a Villa Guinigie la distrutta Morte della Vergine della chiesa di Santa Maria a Colle) raggiungeràpoi il livello delle opere prodotte sullo scorcio degli anni Novanta del Quattrocento
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900555854
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1997
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2004
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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