IMMACOLATA CONCEZIONE
dipinto,
Frediani Vincenzo Di Antonio (notizie Dal 1481/ 1505)
notizie dal 1481/ 1505
Personaggi: Dio Padre; Madonna; Sant'Agostino; Sant'Anselmo; Sant'Antonio da Padova; Davide; Salomone. Figure: angeli. Attributi: (Dio Padre) scettro. Attributi: (Sant'Agostino) abito vescovile. Attributi: (Sant'Anselmo) abito vescovile. Attributi: (Sant'Antonio da Padova) saio francescano; sfera infuocata; corona. Attributi: (Davide) cetra. Attributi: (Salomone) corona. Vegetali: palme; roseti; cipressi. Architetture: città nordica
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Frediani Vincenzo Di Antonio (notizie Dal 1481/ 1505)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Seguace Di Ghirlandaio
Seguace Di Filippino Lippi
Scuola Toscana Del Sec. Xv
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
- LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, ben nota alla storiografia locale ottocentesca (cfr. Trenta 1820, Ridolfi 1877), costituì il 'name piece' di un anonimo maestro che appunto ricevette lo pseudonimo di 'Maestro dell'Immacolata Concezione' (cfr. Symeonides 1959). L'artista si presentava un puntuale seguace di Ghirlandaio e Filippino Lippi caratterizzato da una certa rusticità. Nel corso degli anni il corpus di questo artista è andato ingrandendosi (cfr. Ferretti 1975, Fahy 1976, Ferretti 1978, Natale 1980) fino a che le scoperte documentarie non hanno restituito l'identità anagrafica del pittore: Vincenzo di Antonio Frediani (cfr. Tazartes 1985, Baracchini/ Filieri 1986, Concioni/Ferri/ Ghilarducci 1988). Nel 1987 la Tazartes è riuscita a ritrovare il documento di commissione dell'opera che risulta essere stata eseguita dal Frediani per la Cappella dell'Immacolata Concezione, nella chiesa lucchese di San Francesco, nel 1503. L'artista, fra i più prolifici dell'ultimo Quattrocento lucchese, condivide con gli altri pittori conterranei e coevi quali Michele Ciampanti (Maestro di Stratonice), Michelangelo di Pietro Membrini (Maestro del Tondo Lathrop), Ansano Ciampanti (Maestro di San Filippo), una compenetrazione di modelli culturali che spaziano da Filippino Lippi a Ghirlandaio fino alla pittura fiamminga. A differenza degli altri artisti, però, il Frediani appare spesso pittore meno felice nelle sue soluzioni: mentre gli altri sembrano meditare e rielaborare la sintassi figurativa dei modelli eventuali, il Frediani rischia di cadere in formule stereotipate, se non veri e propri centoni, in dichiarate adesioni formali con citazioni per altro assemblate con una tecnica non sempre eccelsa. La stessa Immacolata Concezione che qua cataloghiamo si impone di certo più per le sue dimensioni che per la qualità sia tecnica che compositiva. Le figure appaiono ingessate, rigide, poco curate nella resa delle complicazioni luministiche della luce su epidermidi e stoffe(elemento questo particolarmente caro ad esempio al Membrini). Indubbiamente la componente filippinesca rimane preponderante anche nel Frediani (ricordiamo che Filippino è a Lucca a cavaliere fra 1482 e 1484) a tal punto che alcuni critici hanno supposto l'utilizzo di cartoni del celebre maestro fiorentino da parte del lucchese (cfr. Fahy 1965). Nonostante l'opera pervenga forse indebolita dei suoi originali valori cromatici si può comunque osservare come rispetto ad una tavola quale il falso trittico inv. 167 di Villa Guinigi, datato 1487, sia mancante della cesellatura dei carnati e dello splendore quasi metallico delle pieghe delle vesti, elementi di forte derivazione filippinesca. Come già osservato nella scheda di catalogo della tavola inv. 167 (alla quale rimandiamo per la bibliografia specifica), la critica appare discorde nell'attribuirla (assieme ad altre opere) all'anonimo Pittore di Paolo Buonvisi o alla fase migliore e più antica dello stesso Frediani. Effettivamente l'Immacolata Concezione presenta, tipologicamente, somiglianze col falso trittico e con le altre opere accordate al Pittore di Paolo Buonvisi, artista indubbiamente vicino al Frediani sebbene di qualità superiore. L'impaginazione della scena, nell'Immacolata Concezione, forse in conseguenza del suo evidente intento didascalico (numerosi i cartigli e i rimandi simbolici anche degli alberi), risulta un po' appesantita e rigida, a differenza dell'Incoronazione della Vergine, sempre del Frediani, postale accanto nel Museo (inv. 698) che, simile per impianto e dimensioni, sembra restituire una fase qualitativamente migliore e disinvolta dell'artista. La somiglianza compositiva con la pala di analogo tema eseguita da Francesco Francia per la chiesa di San Frediano a Lucca aveva inizialmente fatto supporre che l'artista lucchese potesse avere mutuato da quella (cfr. Carmichael 1909, Bernardini 1912). A chiusura del commento si ricorda che la Confraternita dell'Immacolata Concezione, dopo il riconoscimento del dogma da parte di Papa Sisto IV, avvenne a Lucca nel 1477 proprio nella chiesa di San Francesco. I versetti sui cartigli, secondo Carmichael, sembrerebbero riferirsi all'Uffizio dell'Immacolata Concezione scritto da un frate francescano, Bernardino de' Busti, intorno al 1480
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900523905
- NUMERO D'INVENTARIO 56
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 1999
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2016
2006
- ISCRIZIONI sul cartiglio di Dio - NON ENIM PRO TE SED PRO OMNIBUS HEC LEX CONSTITUTA EST - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0