dipinto, 1519 - 1519

San Giuseppe con lo sguardo volto a sinistra e, dietro di lui, un pastore guarda nella stessa direzione. Sul palo, accanto al pastore, è raffigurata una lumaca e più in alto una lucertola

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Ezechia Da Vezzano Detto Zacchia Il Vecchio (notizie 1510-1561): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Agostino
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pietrasanta (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto della Natività è oggi considerata unanimemete opera di Zacchia il Vecchio, la prima opera ufficiale del pittore originario di Vezzano. Secondo l'iscrizione, segnalata da Vincenzo Santini, il dipinto fu realizzato nel 1519: "= Auspicato Deo, Anno Virginei parti MDXIX =". Santini leggeva di seguito un monogramma (una croce tagliata da una lettera zeta), che gli aveva fatto pensare a "Taddeo e Federigo Zuccheri; ma il primo di costoro nacque nel 1529, e l'altro nel 1533; nè lo stile di questi urbinati va d'accordo col nostro dipinto: esso, oggi, con più ragione si riconosce per opera di Taddeo Zacchia il Vecchio, uno dei più rinomati artisti lucchesi, franco imitatore di Raffaello e Michelangelo, e chiarissimo nella sua patria per altre pitture". Santini scrive quindi che "certamente questo quadro è meraviglioso e merita tutta l'attenzione degli intelligenti". Tra le altre cose egli riferisce che "è stato malconcio, e singolarmente nel manto della Madonna, da un inesperto restauratore" (Santini, 1860). Rimasta ed anzi confermata l'ipotesi di Zacchia il Vecchio, la lunetta con la Deposizione ne è l'unica superstite, poiché la grande tela furubata nel 1921 ed irrimediabilmente smembrata per rifornire il mercato antiquario. Il presente è uno dei tre frammenti immediatamente rintracciati in Lombardia, sequestrati e depositati presso la Soprintendenza di Milano. Le tre telette furono pubblicate sulla rivista "Emporium" (1922); tuttavia di esse si perse traccia o ci si dimenticò. Ernesto Borelli, che diffusamente parla della Natività e pubblica una vecchia foto del dipinto, prima del furto, ricorda i tre frammenti; però, non gli è "stato possibile rintracciare oggi questi particolari presso le competenti Soprintendenze" (Borelli, 1995). Fu Federico Zeri che, poco prima della scomparsa, segnalò che i tre frammenti giacevano nei depositi dell'Accademia di Brera e questo ha permesso il loro recupero nel 1997
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900531025
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI CORRELATI

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Ezechia Da Vezzano Detto Zacchia Il Vecchio (notizie 1510-1561)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1519 - 1519

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'