PIETRO DA NOCETO
scultura,
post 1467 - 1472
Civitali Matteo (attribuito)
1436/ 1501
La figura di Pietro da Noceto, disteso al di sopra del proprio sarcofago, ricoperto da un tessuto damascato, e munito di libro e spada che rappresentano le concrete insegne dei titoli di cavaliere e conte palatino, costituisce il centro compositivo e concettuale dell'intero monumento
- OGGETTO scultura
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ATTRIBUZIONI
Civitali Matteo (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Martino
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il monumento sepolcrale, realizzato entro il 1472, occupava in origine la parete meridionale della Cappella di San Regolo, acquisita al patronato nocetano il 23 febbraio 1467, dieci giorni dopo la morte di Pietro. Agli inizi del Cinquecento, in occasione del generale riordino degli arredi monumentali del transetto meridionale conseguente ai lavori per la cappella del Sacramento, il monumento fu spostato nella sua attuale collocazione, provocando la scomparsa dell'ingresso orientale alla prima sagrestia. Erroneamente attribuito a Michelozzo, nella prima edizione delle Vite (1550), il monumento fu in seguito assegnato da Giorgio Vasari a Pagno di Lapo Portigiani (ed. 1966-97, III, p. 239). In effetti la tomba di Pietro da Noceto, che fortemente rievoca il modello sepolcrale fiorentino, è una meditazione di Matteo Civitali sulla tipologia funeraria comunemente definita «umanistica», e in particolare sui due massimi esempi che la Signoria fiorentina eresse in Santa Croce in onore dei cancellieri Leonardo Bruni e Carlo Marsuppini, rispettivamente ad opera di Bernardo Rossellino (post 1444 - 1451 circa) e di Desiderio da Settignano (1453 circa - 1459 circa). Stretto è inoltre il parallelismo tra il monumento funebre in San Martino e la rosselliniana tomba del Cardinale di Portogallo (Firenze, San Miniato al Monte, 1461-66). Come spesso accade nelle opere civitaliane, ricorre la ripresa di motivi antiquari, come quello dei grifoni. Il restauro del 2004 ha riportato alla luce tracce di doratura che riguardavano non solo i numerosi singoli dettagli (aureole, tenie, capigliature, raggi, stelle, nubi, etc.), ma anche interi tracciati ornamentali (girali, palmette, i bordi rialzati della doppia treccia sull'estradosso). L'uso parco della policromia adottato dal Civitali rivela la più sobria severità da lui adottata rispetto ai suoi colleghi fiorentini che amavano adoperare una più larga gamma di colori. La sobria compostezza dell'intero monumento, giocata su un articolato gioco chiaroscurale, è accentuata dal suo notevole slancio verticale, in buona parte accentuato dalla presenza del pinnacolo sommitale. La figura di Pietro da Noceto, disteso al di sopra del proprio sarcofago e munito di libro e spada che rappresentano le concrete insegne dei titoli di cavaliere e conte palatino, costituisce il centro compositivo e concettuale dell'intero monumento. Nella sua realizzazione il Civitali fa sfoggio del suo indubbio talento esecutivo realizzando una figura, che nonostante la sua staticità, appare in naturale emersione dal piano lievemente concavo su cui è posata: circostanza accentuata dalla testa che scivola in avanti, dal libro su cui premono le mani intrecciate e dalla lieve sfasatura dell'asse di simmetria rappresentato dalla spada. Fuori di dubbio è la meditazione del Civitali sulla figura di Ilaria del Carretto
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900528021
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2000
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2011
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0