monumento funebre, post 1467 - 1472

Il monumento è caratterizzato da un grande arco incassato poggiante su un basamento riccamente decorato con grifoni, candelabri e festoni. La lunetta, sorretta da due paraste scanalate con capitelli corinzi e da una fascia trabeata decorata con un fregio a palmette, presenta un tondo raffigurante la Vergine col Bambino a mezzo rilievo, mentre nei pennacchi laterali si trovano i profili di Pietro e Nicolao da Noceto. Sopra i cornicioni d'imposta dell'arco si collocano infine le uniche sculture a tutto tondo del complesso, i due Spiritelli reggi blasone, i cui scudi con l'emblema araldico nocetano furono abrasi durante gli interventi giacobini del 1799, mentre la lunetta presenta sulla sommità un pinnacolo. L'intero monumento è dominato dal sarcofago con epitaffio, al di sopra del quale troviamo il ritratto del defunto, munito di libro e spada che rappresentano le concrete insegne dei titoli di cavaliere e conte palatino, collocato dinanzi ad una parete di fondo caratterizzata da tre specchiature in rosso di Garfagnana

  • OGGETTO monumento funebre
  • ATTRIBUZIONI Civitali Matteo (1436/ 1501)
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Martino
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il monumento sepolcrale, realizzato entro il 1472, occupava in origine la parete meridionale della Cappella di San Regolo, acquisita al patronato nocetano il 23 febbraio 1467, dieci giorni dopo la morte di Pietro. Agli inizi del Cinquecento, in occasione del generale riordino degli arredi monumentali del transetto meridionale conseguente ai lavori per la cappella del Sacramento, il monumento fu spostato nella sua attuale collocazione, provocando la scomparsa dell'ingresso orientale alla prima sagrestia. Erroneamente attribuito a Michelozzo, nella prima edizione delle Vite (1550), il monumento fu in seguito assegnato da Giorgio Vasari a Pagno di Lapo Portigiani (ed. 1966-97, III, p. 239). In effetti la tomba di Pietro da Noceto, che fortemente rievoca il modello sepolcrale fiorentino, è una meditazione di Matteo Civitali sulla tipologia funeraria comunemente definita «umanistica», e in particolare sui due massimi esempi che la Signoria fiorentina eresse in Santa Croce in onore dei cancellieri Leonardo Bruni e Carlo Marsuppini, rispettivamente ad opera di Bernardo Rossellino (post 1444 - 1451 circa) e di Desiderio da Settignano (1453 circa - 1459 circa). Stretto è inoltre il parallelismo tra il monumento funebre in San Martino e la rosselliniana tomba del Cardinale di Portogallo (Firenze, San Miniato al Monte, 1461-66). Come spesso accade nelle opere civitaliane, ricorre la ripresa di motivi antiquari, come quello dei grifoni. Il restauro del 2004 ha riportato alla luce tracce di doratura che riguardavano non solo i numerosi singoli dettagli (aureole, tenie, capigliature, raggi, stelle, nubi, etc.), ma anche interi tracciati ornamentali (girali, palmette, i bordi rialzati della doppia treccia sull'estradosso). L'uso parco della policromia adottato dal Civitali rivela la più sobria severità da lui adottata rispetto ai suoi colleghi fiorentini che amavano adoperare una più larga gamma di colori. La sobria compostezza dell'intero monumento, giocata su un articolato gioco chiaroscurale, è accentuata dal suo notevole slancio verticale, in buona parte accentuato dalla presenza del pinnacolo sommitale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900525466
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2011
  • ISCRIZIONI a destra del basamento - OPUS MATTHAEI CIVITAL - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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