episodi della vita della beata Umiltà
dipinto,
ca 1513 - ca 1514
Carucci Jacopo Detto Pontormo (1494/ 1557)
1494/ 1557
Soggetti sacri. Personaggi: Beata Umiltà; Madonna; Gesù Bambino. Figure: malata; monache; donna; bambina; figure maschili. Interno: corsia. Architetture: loggiato; colonne con capitelli corinzi. Oggetti: pancale; brocca; pantofole; bacinella; letti; coperte; ghiaccio
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 99.5 cm
Larghezza: 160 cm
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ATTRIBUZIONI
Carucci Jacopo Detto Pontormo (1494/ 1557)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Andrea del Sarto
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria dell'Accademia
- LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Niccolò di Cafaggio (ex)
- INDIRIZZO Via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco, precedentemente ritenuto opera di Andrea del Sarto, fu riconosciuto come opera giovanile del Pontormo dal Gamba e l'attribuzione è accettata unanimemente dalla critica successiva a cominciare dal Berenson. La datazione al 1514 è suggerita da Berti (1956) per la vicinanza alle pitture pontormesche per il Carro della Zecca e ribadita da Freedberg in base alla ripresa di motivi dalla 'Nascita della Vergine' dipinta nello stesso anno da Andrea dal Sarto nel chiostro della SS. Annunziata. La datazione al 1513 avanzata da Clapp era basata sulle tangenze stilistiche con opere di Piero di Cosimo. Berti (1966) nota affinità di gusto con un disegno conservato a Monaco (14042r, cfr. Cox Rearick, n. 17) che raffigura 'Due donne', forse uno studio per la 'Visitazione' che il Pontormo dipinse per la SS. Annunziata (1514-1516) . E del resto il Vasari stesso riferisce che Jacopo, mentre lavorava ai cartoni per l'Annunziata, "...perciocchè era male agiato di roba e gli bisognava mentre studiava per acquistarsi onore, aver da vivere...", accettò anche commissioni minori come il perduto 'Cristo pellegrino che acoglie alcune pellegrine' per l'ospedale delle donne tra piazza S. Marco e via Sangallo. Per quanto riguarda la lettura iconografica dell'affresco, intitolato da alcuni studiosi semplicemente l' 'Ospedale di San Matteo', ma riconosciuto da altri (Clapp, Procacci) come l'illustrazione di alcune storie di una Santa, chi scrive ritiene possa trattarsi della raffigurazione schematica di alcuni episodi della vita della Beata Umiltà. Due scene della sua vita puntualizzate dal Kaftal, la preghiera della Beata Umiltà che risuscita una bambina morta e il miracolo del ghiaccio richiesto dalla Beata durante la malattia (i nn. 12 e 14), sono chiaramente riconoscibili. E, se la scena della lavanda dei piedi non corrisponde ad un episodio specifico della vita della Beata, potrebbe tuttavia ritenersi un'allusione alla principale virtù e nome della Beata stessa. L'affresco è catalogato da Costamagna (1994) come "Episodio di vita ospedaliera" con riferimento alla vita di una ignota santa o beata, notandone la vicinanza ai modelli sarteschi e proponendo una datazione intorno al 1513-1514. Proto Pisani (in "Pontormo Empoli", 1994) considera valido il suggerimento di lettura proposto da Goldenberg come episodi della vita della beata Umiltà, ritenendo l'affresco, commissionato al Pontormo dall'Arte del Cambio, databile intorno al 1514
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900282108
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 9385
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria dell'Accademia di Firenze
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1987
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0