Cristo crocifisso con la Madonna, San Giovanni Evangelista, San Giuliano e Sant'Agostino

dipinto, ca 1524 - ca 1525

Soggetti sacri. Personaggi: Cristo; Madonna; San Giovanni Evangelista; San Giuliano; Sant'Agostino. Attributi: (San Giuliano) spada. Attributi: (Sant'Agostino) pastorale; abiti vescovili. Simboli della passione: croce. Abbigliamento religioso

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Carucci Jacopo Detto Pontormo (1494/ 1557)
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dell'Arte dei Beccai, ora Accademia delle Arti del Disegno
  • INDIRIZZO Via Orsanmichele, 4, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Affresco staccato in tre pezzi. Al centro Cristo crocifisso attorniato dalla Vergine dolente e da San Giovanni Evangelista 8patrono del Monastero di Boldrone). Nei pannelli laterali notiamo a sinistra San Giuliano con il manto rosso e la spada, a destra Sant'Agostino con l'abito vescovile di color verde e il pastorale simbolo della sua carica. La Vergine è ammantata in un manto color prugna mentre la veste di San Giovanni ha un colore rosa-arancione. L'affresco che si trovava in un tabernacolo presso Quarto, al bivio Castello-Cercina, vicino al Monastero benedettino di Boldrone, è citato da Vasari cronologicamente dopo le pitture alla Certosa "non essendo sfogato quel capriccio, e piacendogli la maniera tedesca non sono gran fatto dissimili da quelle che fece alla Certosa. Vasari allude all'influenza che esercitarono le opere di Dürer dopo il 1522 su Pontormo. Il tabernacolo viene addirittura nominato dopo i lavori intrapresi per la Cappella Capponi (Vasari). Alcuni studiosi (Baldini, 1956-57) hanno però pensato ad una cronologia antecedente e giudicando i Santi laterali simili ancora allo stile di Poggio a Caiano, la parte centrale invece agli affreschi della Certosa (cioè tra il 1521 e il 1522). Il Clapp (1916) lo data 1526-27. Goldschmidt (1911) propende per il 1536. Gamba propone una datazione 1528-30, accostandolo stilisticamente alla pala del Louvre (1527-30). Questa datazione è ripresa dalla Cox Rearick (1964). Il Berti (1966) propone il 1524-25 termine dei lavori alla Certosa, sulla scia delle considerazioni di Vasari. In questo tabernacolo si combinano armoniosamente il naturalismo arioso degli affreschi di Poggio a Caiano, la drammatica pateticità degli affreschi della Certosa e una nuova influenza michelangiolesca che si avverte soprattutto nella ricerca di raffinamento culturale della forma. L'affresco era già molto rovinato al momento dello strappo. Alcuni duplicati dello strappo esistono presso le gallerie fiorentine; nei Musei di Berlino abbiamo una piccola replica (n. 1989) della parte centrale ritenuta non autografa dal Voss. Un'altra derivazione è a Firenze di proprietà Romano. Consegnata in deposito all'Accademia delle Arti del Disegno il 5 ottobre 1974 con verbale provvisorio a Firma Siviero-Forlani Tempesti. L'affresco staccato ha subito un restauro nel 1956 in occasione della mostra
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900194760
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. Castello n. 452
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1976
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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