Madonna col Bambino

statua, 1300 - 1349
Giovanni Pisano (cerchia)
1248 ca./ 1314-1319

Statua

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • ATTRIBUZIONI Giovanni Pisano (cerchia)
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La Madonna entrò nel Camposanto tra il 1810 ed il 1815, senza indicazioni di provenienza; venne posta nel corridoio sud, prima sotto il Giudizio Universale, poi sotto la Tebaide. Prima del 1872 fu spostata sotto i Miracoli di San Ranieri, sempre nel corridoio sud. Nel 1935 entro a far parte del primo Museo dell'Opera. Esposta alla Mostra della Scultura Pisana del Trecento (1946), resto poi nei depositi del Museo Nazionale di San Matteo, e fu esposta dal 1978 nel Museo stesso; e stata presente alla mostra Giovanni Pisano a Genova (Genova 1987). Ad occuparsi scientificamente di quest'opera è stato quasi esclusivamente il Seidel, che giustamente l'ha messa in relazione con altre opere di ambito giovannesco, criticamente più fortunate: la Madonna col Bambino del Bode Museum di Berlino, e la Madonna acefala, ormai priva del Bambino, del Museo di Sant'Agostino di Genova. Quest'ultima dal 1963 (Marcenaro) è stata messa in relazione con la tomba di Margherita di Brabante in San Francesco in Castelletto, e quindi considerata indiscutibilmente autografa; la Madonna berlinese, uno dei pochi lacerti di ambito giovannesco al di fuori d'Italia, ha goduto per questo di attenzione e considerazione, anche se in un primo tempo era attribuita a Tino. Tutt'altro è stato il destino della nostra Madonna, conservata nelle collezioni pisane tra una miriade di pezzi più illustri, e, prima della mostra genovese, offuscata da un pesante strato di sporcizia che ne ottundeva le superfici. Il Seidel, in due successivi interventi, ha messo in luce la stretta somiglianza tra le tre Madonne per quanto riguarda l'iconografia e la condotta stilistica, ed ha sottolineato anche la notevole vicinanza con due Madonne col Bambino di Tino di Camaino, quella firmata del Museo Civico di Torino, e quella incompiuta conservata anch'essa nel Camposanto pisano [09/00235652]; a questi si possono aggiungere altri confronti significativi, anzitutto la Madonna col Bambino, di ambito strettamente giovannesco, nell'edicola sulla facciata ovest di Santa Maria delta Spina in Pisa, e la Madonna col Bambino conservata nel Palazzo Comunale di Piombino, firmata da Ciolo e Marco da Siena, strettissimi seguaci di Giovanni. La semplice elencazione di questi confronti indica quale sia 1'ambito in cui ci si muove: si tratta dell'attività di Giovanni durante il periodo terminale della sua carriera, a Pisa e poi a Genova; e un ambito in cui si allineano anche altre Madonne - da quella eburnea del Museo dell'Opera di Pisa a quella della Cappella degli Scrovegni di Padova, a quella del Duomo di Prato, passando, con tutta probabilità, per quella detta per antonomasia del colloquio" - in prosecuzione di altre meditazioni su una particolare declinazione di questo soggetto, quali la giovanile Madonna entro clipeo, del Museo della Collegiata di Empoli, o la Madonna per la lunetta del Battistero pisano, che, a mio avviso, è contemporanea, se non anteriore, all'attività di Giovanni quale capomaestro del Duomo di Siena. La Madonna stante in gioioso ed affettuoso colloquio con il Bambino è dunque un tema che più e più volte viene svolto da Giovanni, che forse con esso si trovava in sintonia con una corda particolarmente sensibile dello spirito religioso del tempo. Tuttavia, entro questo "terra con variazioni" ha, a quanto pare, singolare fortuna la Madonna che, nel sorreggere il Bambino con la sinistra, fa emergere questa mano da un folto viluppo di pieghe del mantello, che riprende con la destra all'altezza del fianco destro: appunto un atto gentile e musicale, trascrizione gioiosa e graziosa degli atteggiamenti grifagni dei Profeti e delle Sibille dalla facciata del Duomo di Siena, memore forse dei lievi passi di danza di alcune delle figure porta- reliquie del coronamento del Battistero di Pisa. Questo atteggiamento, che troviamo nelle Madonne di Genova e di Berlino, e nella Madonna che stiamo esaminando (per limitarci agli esemplari più direttamente riferibili a Giovanni) si discosta, appunto, dagli atteggiamenti di altre Madonne, come quelle di Padova e di Prato, dove diverso e l'andamento delle pieghe della veste. La presenza nel gruppo della Madonna di Genova, collegabile, direttamente o indirettamente, alla tomba dell'imperatrice Margherita di Brabante, ultima opera documentata di Giovanni, fa pensare che si tratti di un'invenzione riferibile all'attività tarda dell'artista. Per quanto riguarda l'esemplare pisano, l'indubbia finezza di modellato e di finitura fanno propendere per un'esecuzione sotto il diretto controllo di Giovanni, anche se, in mancanza delle teste, è pressoché impossibile identificare interventi autografi in senso stretto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900235651
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di San Matteo - Pisa
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1993
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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