Gruppi allegorici. Storie di San Paolo
Il complesso assunto ideologico è simbolicamente dichiarato nell’affresco che decora la faccia dell’arco di accesso. Due gruppi allegorici riassumono l’essenza della dottrina teologica di San Paolo: a destra l’Allegoria della Religione cristiana, una figura di donna che porgendo la mano a uno scheletro gli infonde nuovamente la vita, allude alla fede nella resurrezione dei morti che procurò al Santo persecuzioni e processi; sul suo capo si libra la colomba dello Spirito Santo e nella mano tiene un libro con la scritta “Nos quidem resurgeremus sed non omnes immutabomur”. Un’immagine di Giove incatenato simboleggia l’idolatria che Paolo dovette combattere. A sinistra e rappresentata l’Allegoria della Ragione umana che volontariamente resiste alla fede in forma di donna bendata che resiste alla Verità; questa nuda, con il sole sulla testa, tenta di sbendarla, sottraendola all’accecamento provocato dalla Vanità, simboleggiata a sua volta dalla donna con turbante e preziose vesti che tenta di coprire i raggi del sole della Verità, perché non colpisca la Ragione. Sotto è il moto “Vim facit ne videat”. Al centro, tra le due allegorie, l’immagine di un grande faro – che richiama la figura dell’ammiraglio, guida per tre navi dell’ordine di Santo Stefano in balia di tempestose onde e il moto “Ni splendeat”
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco
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ATTRIBUZIONI
Mannozzi Giovanni Detto Giovanni Da San Giovanni (1592/1636)
- LOCALIZZAZIONE Volterra (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La cappella Inghirami, sita nella testata del transetto sinistro, nota anche come cappella di San Paolo, fu fatta costruire a partire dal 1607 per volontà di Jacopo Inghirami, Ammiraglio delle Galee dei Cavalieri di Santo Stefano, detto “il flagello dei Turchi” per le vittorie riportate sui nemici. L’intero ciclo è incentrato sulla vita di San Paolo, quale testimone e divulgatore, soldato di quella fede cristiana che l’Ammiraglio pretendeva di difendere con le armi contro gli infedeli. Il disegno dell’architettura è attribuito ad Alessandro Pieroni, mentre il disegno della volta in stucco si deve a Giovanni Caccini ed è eseguito da Pompilio Boldini e da Ludovico Chiappini. Gli affreschi della volta vengono attribuiti a Giovanni Mannozzi da San Giovanni che li avrebbe eseguiti tra il 1620 e il 1621; mentre le tele sono opera di Domenico Zampieri detto Domenichino l’opera dell’altare, di Matteo Rosselli la tela della parete sinistra e infine quella della parete destra di Francesco Curradi. L’intero ciclo è incentrato sulla vita di San Paolo, a cui la cappella è intitolata. L’altare di stile vasariano è costruito con marmi policromi, perfettamente in armonia con il resto della cappella nella quale predomina l'uso di questo pregiato materiale. Lo stemma che compare sui basamenti è quello della famiglia Inghirami che ha il patronato sulla cappella
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900146911-1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ISCRIZIONI sul riquadro in basso a destra - Nos quidem resurgeremus sed non omnes immutabomur -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0