Ricostruizone di mosaico pavimentale adiacente al sacello della basilica di San Vitale di Ravenna

disegno architettonico,

Disegno su carta pesante liscia a matita, inchiostro di china e acquerellatura. Ricostruizone di mosaico pavimentale adiacente al sacello della basilica di San Vitale di Ravenna. Scala 1:10

  • OGGETTO disegno architettonico
  • MATERIA E TECNICA carta/ matita/ inchiostro di china/ acquerellatura
  • ATTRIBUZIONI Azzaroni Alessandro (attribuito): disegnatore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
  • INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il disegno fa parte della serie di tavole che Alessandro Azzaroni dipinse tra il 1928 e il 1933, raffiguranti i frammenti di mosaici pavimentali ritrovati nella campagna di scavo per i lavori di restauro all’interno della Basilica di San Vitale. Tali interventi prevedevano il distacco, restauro delle superfici musive e il ripristino delle parti mancanti: in questo contesto questo fu incaricato Alessandro Azzaroni di eseguire la notevole documentazione grafica di cui l’Archivio della Soprintendenza è in possesso. Nel 1898 Azzaroni divenne ufficialmente disegnatore e mosaicista della Soprintendenza ai Monumenti di Ravenna; da allora è costante e intensa l’attività dell’artista, fino alla conclusione della campagna, di cui una relazione del 1938 del direttore Capezzuoli e del direttore dell’Opificio delle Pietre Dure Orlandini constata la buona riuscita. Tra il 1926 e il 1932, in particolare, è più intensamente accertata l’attività di Azzaroni, il quale aveva assunto l’incarico di studiare e riprodurre tavole storiche delle decorazioni musive dell’edificio per la progettazione degli interventi di restauro da eseguirvi (AVSRa, RA 6/52). Anche le parti pavimentali a tarsie marmoree e a mosaico furono oggetto di azioni di ripristino. Già tra maggio e giugno del 1911 era stata completata la nuova pavimentazione dell’area presbiteriale: fu richiesto marmo in lastroni all’Opificio delle Pietre Dure, come anche i calchi dei pilastri e capitelli, perché potessero essere riprodotti (AVSRa, RA 37/282). Negli anni successivi ancora proseguono le notizie degli interventi di restauro alla pavimentazione, in particolare tra il 1922 e il 1932 diversi documenti dell’Archivio della Soprintendenza di Ravenna testimoniano note di pagamento e accordi con l’Opificio delle Pietre Dure, che progressivamente inviò porzioni musive ricostruite, e la scuola di restauro dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, anch’essa impegnata nel 1928 nella ricostruzione dei mosaici della prima campata della Basilica, con materiali forniti dall’Opificio stesso (AVSRa, RA 30/237, AVSRa, RA 5/38). In definitiva, è evidente, anche grazie al supporto delle fonti documentarie, l’intenso carico di lavoro svolto da Azzaroni e Zampiga in questi anni, in particolare tra il 1928 e il 1932: essi sollecitarono l’invio di materiali per i restauri musivi e marmorei, ricevettero anticipi e saldi di pagamento, redassero preventivi di spesa (AVSRa, RA 1/15)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800690461
  • NUMERO D'INVENTARIO ADS RA 190
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • ISCRIZIONI al centro a sinistra - A Azzaroni - a penna - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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