Sacra famiglia con Gioacchino, san Giovannino e santa Caterina d'Alessandria. Sacra famiglia con Gioacchino, san Giovannino e santa Caterina d'Alessandria
dipinto
post 1525 - ca 1530
Rizzo Francesco Da Santacroce (notizie 1505/ 1545)
notizie 1505/ 1545
Il dipinto raffigura, al centro, la Madonna con Gesù bambino in braccio, al quale sorregge il piede sinistro. A sinistra, san Gioacchino con un turbante e san Giovannino con le mani incrociate sul petto. A destra, santa Caterina d'Alessandria con la ruota
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Rizzo Francesco Da Santacroce (notizie 1505/ 1545)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il mediocre stato di conservazione del dipinto rende difficile una corretta valutazione qualitativa dell’opera, giunta dalla collezione di Giulio Pompei insieme a numerosi soggetti di derivazione belliniana realizzati dalle diverse botteghe veneziane di artisti originari di Santa Croce, nella Val Brembana. Come già intuito all’inizio del Novecento (Giulio Cantalamessa, comunicazione al Museo, senza data; Trecca 1912), questa versione è senza dubbio riconducibile a Francesco Rizzo da Santacroce, allievo ma non parente di Francesco di Simone, né tantomeno di Girolamo Galizzi. Secondo Francesca Rossi (2010, pp. 212-213), tecnica e stile suggeriscono un’esecuzione nell’età matura del pittore, dopo la metà degli anni venti, in una fase di netto distacco dall’impronta del maestro belliniano ma ancora all’insegna di un rapporto di forte dipendenza dalla maniera altrui che lo subordinò al conterraneo Palma il Vecchio conducendolo a una rovinosa involuzione. La critica ha riflettuto sul rapporto tra Rizzo e il coetaneo Palma (Rowlands 1999, pp. 15-18), accomunati da origini bergamasche – Palma era nato a Serina, sempre nella Val Brembana –, e dall’educazione artistica veneziana che li volle forse discepoli entrambi di Francesco di Simone. Se tuttavia Palma si distinse per la personalità originale, il collega era decisamente meno dotato e incapace di dare un volto autonomo alla sua attività. Come sottolineato da Rossi (2010), nella fase matura, la pittura di Francesco Rizzo continuò a impoverirsi sotto ogni punto di vista, come si può riscontrare confrontando la "Sacra famiglia" con il più giovanile "Sposalizio di santa Caterina" di Castelvecchio (inv. 5181-1B337), rispetto al quale le forme si fanno spigolose e gli strati della materia pittorica si assottigliano, forse non tanto per ragioni di sperimentazione tecnica quanto per un'economia di procedimenti di preparazione e di stesura del colore. Di conseguenza, specialmente in corrispondenza degli incarnati, traspare un disegno preparatorio sempre più marcato, anch'esso tracciato con un segno elementare, rado e completamente privo di ombreggiature. Lo stile di Palma è rievocato in modo particolare nell’impianto monumentale della composizione e nella fisionomia della santa martire dai caratteristici capelli sciolti e ondulati, un modello più volte utilizzato da Francesco Rizzo in questo periodo, almeno a partire dal polittico nella chiesa di San Giovanni Battista a Dossena, realizzato intorno al 1524, e in una versione molto simile a quella veronese, ma meglio conservata e forse di poco precedente, alle Gallerie dell’Accademia di Venezia (inv. 206; Rowlands, pp. 17-19, figg. 3, 10). (da Francesca Rossi 2010, pp. 212-213)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717871
- NUMERO D'INVENTARIO 5272
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI sul retro - 27 - numeri arabi -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0