Sant'Ambrogio
dipinto murale staccato,
1300 - 1349
Secondo Maestro Di S. Margherita (attribuito)
notizie prima metà sec. XIV
E' raffigurato un santo in abito vescovile, identificabile in S. Ambrogio per la presenza del flagello che tiene nella mano sinistra
- OGGETTO dipinto murale staccato
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MATERIA E TECNICA
intonaco staccato/ applicazione su tela/ pittura a fresco
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MISURE
Altezza: 77
Larghezza: 60
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ATTRIBUZIONI
Secondo Maestro Di S. Margherita (attribuito)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Civica di Palazzo Volpi
- INDIRIZZO Via Armando Diaz, 84, Como (CO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco appartiene a un gruppo di otto frammenti provenienti dal soppresso monastero di S. Margherita in Como (per ulteriori notizie vedi scheda n. 425).Il santo qui raffigurato è reso in una posa rigidamente frontale, caratteristica questa del Secondo Maestro di S. Margherita cui la Travi l'ha attribuito. I particolari del volto (che risulta molto appiattito a causa delle notevoli cadute di colore) e dell'abito sono descritti con estrema minuzia, non esente da un certo calligrafismo.L'affresco appartiene a un ciclo staccato e riportato su tela nel 1897 da Giuseppe Steffanoni di Bergamo ed era originariamente collocato nell'oratorio di San Giovanni del soppresso monastero di San Margherita. Ad eccezione di un breve accenno del Toesca, la prima analisi dell'intero gruppo di affreschi è stata effettuata dalla Travi. La studiosa data questi dipinti al quarto decennio del Trecento e li attribuisce al Secondo Maestro di S. Margherita, un artista di formazione padana che si differenzia dal primo Maestro per un livello qualitativo meno raffinato e che può essere avvicinato, come già indicato dal Toesca, al pittore attivo in Sant'Abbondio a Como; di questo riprende modi e schemi, semplificandoli e traducendoli in modo linearistico senza tuttavia condividerne l'interesse per lo scenario architettonico, completamente assente nei frammenti di Santa Margherita. L'affresco in questione è in notevole stato di degrado e presenta numerose lacune che ne impediscono la leggibilità. Il tema raffigurato è molto diffuso in Lombardia nelal seconda metà del Trecento, come pure diffuso è il motivo decorativo del trono, con intarsi certosini. Vedi in generale: Il '300 a Como: gli affreschi del maestro di S. Margherita (saggi di C. Travi; D. Pescarmona; Pinin Brambilla Barcilon; G. Cagliari Poli; S. Della Torre), Como 1989; Schede della C. Travi in M. Gregori (a cura di) Pittura a Como e nel Canton Ticino, dal Mille al Settecento, Milano 1994, p. 258.Restauri: 1989: restauro Pinin Brambilla. Pulitura parziale di un campione corrispondente al volto di Cristo.Bibliografia: Affreschi antichi pervenuti al civico Museo di Como, in "R. A. C.", LXI, pp. 26- 28; C. Travi, Affreschi dal monastero di S. Margherita in Como, in "Arte Cristiana", LXXIV, n. 715, p. 234, nota 12; C. Travi, Gli affreschi trecenteschi del monastero di S. Margherita, in Il '300 a Como: gli affreschi del maestro di S. Margherita (saggi di C. Travi; D. Pescarmona; Pinin Brambilla Barcilon; G. Cagliari Poli; S. Della Torre), Como 1989, pp. 11- 45; e scheda n. 12.Inventario dei dipinti di prorpietà del Comune di Como, dattiloscritto, 1977 ca
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300178167
- NUMERO D'INVENTARIO 454
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 1990
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0