Adorazione dei pastori
dipinto,
Crespi Giovanni Battista Detto Cerano (attribuito)
1557 ca./ 1632
Gesù Bambino è posto nell'asse centrale della composizione, sdraiato su di un giaciglio di paglia in una postura molto articolata. Ugualmente elaborato è l'atteggiamento di Giuseppe che osserva il Bambino, sulla destra, e dei due pastori adoranti, messi quasi in relazione di chiasmo. La Madonna appare sulla sinistra inginocchiata. L'intera scena è ambientata all'interno di una stalla; le mura in parte mancanti lasciano intravedere un paesaggio in cui l'Angelo porta l'annuncio ai pastori. In un equilibrato schieramento angeli cantanti e musicanti occupano la parte alta della composizione
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Crespi Giovanni Battista Detto Cerano (attribuito): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera proviene dall'oratorio della confraternita di San Giuseppe di Robiano, presso Mortara; lì è ricordata negli elenchi relativi alla visita pastorale del 1744 e a quella del 1760 (Rosci 2000). Circa un trentennio dopo, nel 1788, la tavola fu trasferita alla confraternita del Santissimo Sacramento nella chiesa di Santa Croce nella medesima cittadina -così come è riportato nella scritta sul retro della tavola- e da questa fu donata nel 1840 alla Pinacoteca Sabauda. Il dipinto rappresenta uno dei più alti esempi tardo cinquecenteschi del linguaggio sincretico del giovane Cerano ove, oltre la tradizione lombarda costituita dagli insegnamenti di Gaudenzio Ferrari e dai nuovi esempi naturalistici derivati dal Bassano, si distinguono suggestioni baroccesche e della maniera internazionale (Rosci 2000). L'opera ha suscitato grande attenzione da parte della critica, ad iniziare dal Baroni e dall'Acqua che riconobbero nell'opera riferimenti carracceschi, per passare alla descrizione del Catalogo dei Maestri italiani di Noemi Gabrielli, sino all'attenta e puntuale presentazione del Rosci che porta in argomento la tradizione lombarda, il Barocci, il Tibaldi e Taddeo Zuccari. Nella scheda redatta dallo Zani per il catalogo della mostra sui Maesti Lombardi in Piemonte del 2003 il dipinto è messo in relazione con l'ultima attività cinquecentesca del Cerano, svolta tra il Novarese e la Lomellina, e vengono citate a tal proposito la pala e gli affreschi di Trecate e Mortara e la pala in San Gaetano ad Abbiategrasso. Secondo lo Stoppa il dipinto esprimerebbe il debito del pittore nei confronti della cultura figurativa proposta dai futuri protagonisti alla corte di Rodolfo II a Praga, segnatamente da Hans von Aachen e da Bartholomeus Spranger, autori che il Cerano poté incontrare a Roma, se non addirittura a Milano (Stoppa 2005, pp. 98-103). In un più recente intervento Francesco Frangi indica la tavola tra le coordinate stilistiche di un piccolo dipinto su rame raffigurante la Madonna col Bambino e san Giovannino, opera giovanile del Cerano ora in collezione privata (Frangi 2008, p. 695). Nel 1991 la tavola è stata restaurata presso il laboratorio Nicola Restauri di Aramengo. Dagli esami preventivi effettuati è la superficie pittorica è risultata inscurita dall'ossidazione della vernice e da precedenti interventi pittorici di restauro. A seguito di tali operazioni si è potuta recuperare la straordinaria e brillante cromia originale (Rosci 2000)
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350842
- NUMERO D'INVENTARIO 155
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- ISCRIZIONI in basso a destra - Gio. Batta Crespi fec - Crespi Giovan Battista detto il Cerano - a pennello - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0