reliquiario a busto,

L'insieme si compone di quattro busti in legno scolpito con visi e capelli dipinti al naturale ed abiti ed armature dorate

  • OGGETTO reliquiario a busto
  • AMBITO CULTURALE Bottega Della Valsesia
  • LOCALIZZAZIONE Grignasco (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I busti facevano parte del complesso di arredi dell'altare ligneo dell'Oratorio di San Graziano, realizzato dopo il 1663 (Archivio Storico Diocesano di Novara, Vicariato di Romagnano, Visita pastorale Odescalchi, 1663, tomo 179) e successivamente rifatti in marmo insieme ad una croce reliquiario attualmente conservata in casa parrocchiale con altri quattro reliquiari ad ostensorio in legno. I quattrobusti sono databili agli anni 1681-1682 quando, dopo essere giunte a Grignasco le reliquie nel 1680, si dipose per la loro esecuzione. Le reliquie provengono dalle catacombe di San Callisto a Roma e furono donate dal cardinal Carpegna, Vicario di Papa Innocenzo XI, a BArtolomeo Milanolo che, nel 1680, le portò a Grignasco. Il 20/01/1681 il Milanolo le donò - contenute in una cassetta - a G. B. Morandotto priore della Confraterinta di Santa Marta con sede nell'Oratorio di San Graziano. Trasportate alla Curia Vescovile di Novara per il riconoscimento (avvenuto il 30/04/1681) da Lorenzio Biasotto, vice priore della Confraternita, tornarono a Grignasco contenute in una cassetta con i sigilli di San Gaudenzio. La confraternita di S. Marta ottenne allora anche la delega a riporle nei busti reliquiario appositamente costruiti, operazione che fu espletata da Geronimo Durio di Lorenzo il 27/03/1682 con atto rogato dal notaio Francesco Gibellini di Alberto, nel quale i busti sono nominati per la prima volta (Archivio Parrocchiale di Grignasco, Facultas deligata ad reponendas Sacras Reliquias Sanctorum Xti Martirum favore V. Confraternitatis S. MArtae 30/04/1681, cart. Autentiche; Archivio Parrocchiale di Grignasco, Repositio...27/03/1682). I sigilli originali sui busti erano quelli della famiglia Durio, impressi da Geronimo Durio in virtù della delega del 30/04/1681 e forse erano proprio quelli neri citati dall'arciprete Stella nel 1846 ed oggi non più esistenti, sul busto di S. Candida (Archivio Parrocchiale di Grignasco, Descrizione della chiesa di San Graziano sussidiaria della Parrocchiale, Arciprete A. Stella (1846), cart. Carte relative visite pastorali). Altri, a più riprese, ne furono impressi successivamente come ad esempio quello di San Gaudenzio in ceralacca rossa; oggi sono chiaramente leggibili su tutti i busti i sigilli del vescovo Pulciano a cui si sovrappongono quelli poco leggibili di un suo successore (tranne sul busto di Santa Candida). I busti, associati alla croce reliquiario, sono sempre invetariati a San Graziano: nel 1698 (Archivio Parrocchiale di Grignasco, Inventario (1698), Arciprete C. A. De Medicis, cart. Legati parrocchiali, doc. VII (1698/04/17), nel 1702, quando sono riposti nei due armadi a muro dietro l'altare (Archivio Parrocchiale di Grignasco, Inventario (1702), Arciprete C. S. Tartagliotti, cart. Censi Canoni Livelli Diritti parrocchiali, doc. (1702/07/03) dove sono citati anche nel 1749, insieme agli altri quattro reliquiari in legno dorato (Archivio di Stato di Novara, Inventarium Societatis Sanctae Martae Grignasci, fondo notai, notaio G. B. Preti, Grignasco, minutario n. 4 (1748-1749), doc. n. 1065). Nel 1846, l'arciprete Antonio Stella redige un minuzioso inventario anche di San Graziano ed i reliquiari in oggetto, ritirati in uno degli armadi dietro l'altare, sono da lui così citati: "n. 4 piccoli busti alt. 14:1/2 pè santi e per le Sante 13:1/2 di legno dorato anche di dietro colla faccia naturale capo coperto di cappelli dorati colla aureola sostenuti da piedestalli a quattro fiorami. In mezzo al petto una nicchia ovale attorniata da un bordo lavorato munita di vetri. In buonissimo stato" (Archivio Parrocchiale di Grignasco, Descrizione della chiesa di San Graziano sussidiaria della Parrocchiale, Arciprete A. Stella (1846), cart. Carte relative visite pastorali). Il trasporto dei busti in chiesa è recente e dovuto a motivi di sicurezza; con essi sono conservate anche quattro basi staccate a cassonetto in legno dorato ed intagliato le cui dimensioni son otali da associarle a i busti, ma non vengono mai descritte negli inventari antichi (sono citate per la prima volta nel 1846). In ambito valsesiano, si segnala tra fine XVII ed inizio XVIII secolo l'attività dello scultore Francesco Antonio Alberti (detto l'Alberto) di Boccioleto, autore di un busto reliquiario negli anni 1686-1687 e del prezioso altare ligneo della sua parrocchia nel 1708, a cui collaborò anche il figlio Giovanni Antonio Alberti, anch'egli noto come autore di busti reliquiario (C. Debiaggi, Dizionario degli artisti valsesiani, Varallo Sesia 1968, p.2).Per l'identificazione degli stemmi vescovili si rinvia alla seguente bibliografia: L. Alberti, Stemmi vescovili sulla Riviera d'Orta, in "Lo Strona", anno VI, n. 2, 1981, pp. 27-31; La riviera di S. Giulio e i Vescovi Conti - Un feudo millenario, estratto da "Novara" n. 5, 1982, Rivista della Camera di Commercio di Novara, pp. 17-34
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033996A-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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