Ancona delimitata lateralmente da due lesene con capitello e base dorati e, in alto, da un timpano triangolare con croce dorata al vertice e due angeli dorati alle estremità. Rivestimento in marmi variegati nei toni del verde (timpano, fregio e fondo), viola (lesene, fascia sotto il quadro) con bordure grigie e profili gialli (frontone e architrave). Due gradini di candelieri: quello inferiore con fascia orizzontale in marmo verde compresa tra cornici beige; quello superiore con fascia orizzontale viola a larghe chiazze bianche con profilo giallo e bordo grigio compresa tra cornici beige. Due mensole bianche dentellate sostengono la sporgenza della cornice superiore. Tabernacolo architettonico in marmi beige e grigio con piedistallo per croce d'altare. Sportello in legno dorato con ostensorio raggiato intagliato. La mensa ha il piuano in macchiavecchia; paliotto con bordure grigie e profili gialli con campiture viola; lesene laterali in marmo rosso. Al centro del paliotto, medaglione in marmo bianco scolpito a bassorilievo con l'Agnus Dei. Un solo gradino, in marmo arancio, con grata per l'uscita dell'aria del riscaldamentorialza la mensa dal piano della cappella

  • OGGETTO altare
  • MATERIA E TECNICA marmo giallo
    MARMO BIANCO
    marmo grigio
    MURATURA
  • ATTRIBUZIONI Argenti Ludovico (notizie 1810-1849)
  • LOCALIZZAZIONE Grignasco (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'altare, originariamente non in marmo, fu eretto tra il 1770 ed il 1771 dagli stuccatori ticinesi F. Pellegrino e G. B. Morazione nel contesto dei lavori "di totale finimento interiore tanto di stucco come di calcina" come attestano i capitoli di appalto redatti prima della morte del Vittone (ASN, Deliberatio facta per Regentes Communitatis Grignasci, Notaio G. B. Preti, Grignasco, Minutario n. 14, 1767-1770, doc. n. 2861) e, implicitamente, il collaudo delle opere stesse eseguito alla fine di novembre del 1771 dall'Ing. Ravelli di Torino (ACG, Mandato di pagamento 26/11/1771, Cart. 65, Conti 1768-1776). All'atto della consacrazione della chiesa (1783) il vescovo annotava che le cappelle erano "cum rispectivis erectis altaribus, et anconis plasticis adhuc tamen perficiendis (Archivio Storico Diocesano di Novara, Vicariato di Romagnano, Visita pastorale Balbis Bertone, 1783, tomo 358). Nel 1789 l'altare è detto "...di Maria VergineImmacolata..." e si dice che era stato eretto insieme ad altri con la nuova fabbrica e provveduto di tutti gli ornamenti necessari, ma anche che proprio quello non era ancora stato benedetto "per non essere piaciuto a taluno che vi fossero nella stessa chiesa di cinque altari, tre sotto l'invocazione di Maria Vergine" (APG, Relazione fatta l'anno 1789, Arciprete L. Pitti, Cart. Censi Canoni Livelli Diritti parrocchiali). Nell'anno 1819, il vescovo Morozzo lo dice ancora "nudum" e da dedicare all'Immacolata (Archivio Storico Diocesano di Novara, Vicariato di Romagnano, Visita pastorale Morozzo, 1819, tomo 372); gli ordini relativi alla visita pastorale datati 09/05/1820 prevedevano che al di fuori del battistero attiguo all'altare in oggetto si facesse dipingere l'immagine di San Giovanni Battista; la cappella è ancora dell'Immacolata Concezione e si ordina pure di togliere da essa i banchi ed il confessionale e di munirla di cancelli (Archivio Parrocchiale di Grignasco, Ordini da noi dati nella visita della Chiesa Parrocchiale di Grignasco fatta nei giorni 14, 15 settembre 1819, Cart. Autentiche, doc. XV). Il contratto "... per l'altare di marmo da applicarsi alla Cappella di San Giovanni Battista..." fu stipulato fra l'arciprete don Giovanni Cerini e don Angelo Viotti in qualità di fabbricieri ed il marmorino "Ludovico Argenti fu Steffano nativo e residente in Veggiù provincia di Como" in data 16/09/1821 (APG, Contratto 16/09/1821, Carte sciolte). Al contratto era allegato un "disegno dell'altare di S. Gio. Batta con quittanza a favore dell'Ill.mo Conte Viotti Benefattore" citato anche dal Pommer (R. Pommer, Eighteenth century architecture in Piedmont, New York 1967, p. 276), ma oggi non più reperibile. IL saldo del pagamento diviso in tre rate per l'ammontare di 1418 lire di Milano è del 17/03/1822. Dato il committente, la rapidità del lavoro e la regolarità dei pagamenti è molto probabile che l'opera abbia rispettato fedelmente i progetti. Il contratto è prezioso per l'identificazione dei marmi con la denominazione dell'epoca. In esso era previsto anche che l'uscio del tabernacolo fosse fatto a spese della chiesa e che il gradino dell'altare venisse rifatto in marmo "broccatello svizzero" a condizione però che ilpezzo centrale fosse in un unico blocco (APG, Contratto 16/09/1821, Carte sciolte). Si deve quindi riferire al periodo 1819-1821 la decisione di dedicare l'altare a San Giovanni Battista e quiandi anche probabilmente la commissione della tela dell'ancona e degli ornamenti del frontone che richiamano l'intitolazione dell'altare. Le dorature sono attribuibili ad Antonio Chiara di Varallo (APG, Promemoria 01/10/1829, Cart. Fabbriceria atti e prtatiche)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033961-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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