La lunga vicenda conservativa del Salone dei Mesi
Il Salone dei Mesi patì nel tempo gravi danni a causa dei numerosi passaggi di proprietà dell'intero palazzo, arrivando a vedere le proprie pareti completamente ricoperte dallo scialbo. Solamente dal 1821 gli affreschi vennero riportati in superficie, cosa che ebbe un forte impatto sulla città, tanto da spingere il comune di Ferrara ad avviare una campagna di completo recupero dell'intero ciclo. Nel corso di circa due secoli il lavoro dei restauratori ha restituito allo spettatore odierno lo spettacolare ciclo dei Mesi, di cui oggi restano integri sette scomparti dei dodici originari, rappresentanti il calendario astrologico dei dodici mesi dell'anno. Le sezioni sono ripartite in tre fasce orizzontali: la fascia inferiore mette in scena la vita di corte ai tempi del committente Borso d'Este; la fascia mediana è dominata nella parte centrale dall'allegoria del segno zodiacale del mese, affiancata dai misteriosi decani; la fascia superiore ospita invece le rappresentazioni degli dei olimpici greci.
Uno dei primi, più completi e autorevoli contributi all’interpretazione iconografica del ciclo dei Mesi di Schifanoia, proviene sicuramente dallo studioso Aby Warburg che, nel 1912 presentò il suo memorabile articolo Arte italiana e astrologia internazionale nel Palazzo Schifanoia di Ferrara, durante il decimo convegno internazionale di storia dell’arte, tenutosi a Roma presso l’Accademia dei Lincei.
Catalogo generale dei Beni Culturali
Fotografo non identificato, Ferrara – Palazzo Schifanoia – Salone dei Mesi – generale parete nord con particolare parete est, pavimento precedente, ante 1999, gelatina ai sali d'argento/carta, 0800634656
- La storia degli interventi sul Salone dei Mesi incomincia nel 1821 con la rimozione scialbo (pesante e coprente strato di intonaco bianco); l'incarico venne affidato al bolognese Alessandro Compagnoni. Al principio del secolo successivo poi il Comune di Ferrara optò per un controllo dello stato di conservazione, operazione condotta da Luigi Cavenaghi, con conseguente affidamento dei lavori di pulitura dell’intero ciclo al pittore Giuseppe Mazzolani (1903). Alla metà del secolo, nel 1950, il Comune incaricò Arturo Raffaldini, sotto la guida di Cesare Gnudi, di eseguire le operazioni di consolidamento dell’intero ciclo. Nel 1964 il consolidamento operato da Raffaldini non apparve più sufficiente a garantire la sicurezza dell’opera, tanto da ordinare un nuovo restauro, affidato questa volta a Ottorino Nonfarmale, sempre sotto la direzione dello storico dell’arte Cesare Gnudi. L’affresco venne staccato dalla parete e, prima di essere riposizionato, venne fissato a un telaio di legno. Nel 1999, però, il suddetto telaio cominciò a dare segni di instabilità portando i restauratori a sostituirlo con un telaio più resistente e moderno: a occuparsi dell’operazione fu sempre il laboratorio Nonfarmale, che applicò quindi un nuovo telaio in alluminio anodizzato ignifugo e indeformabile, un telaio che sopporterà alquanto bene anche le successive scosse di terremoto che interesseranno la zona. Tra il 2001 e il 2004 un nuovo restauro interessò la parete est, curato ancora una volta dal laboratorio Nonfarmale, con il contributo economico congiunto del Comune di Ferrara e della Regione Emilia-Romagna. Visto il successo delle precedenti imprese, anche gli ultimi due restauri vennero condotti dal medesimo laboratorio; si tratta del consolidamento post sismico del 2013 che permise la riapertura al pubblico del sito, e che necessitò poi di un secondo intervento iniziato nel 2018 e terminato nel 2020. Quest’ultima fu una delle più importanti opere di recupero post sisma curate dal Comune di Ferrara.
BibliografiaAA.VV., P. Di Natale ; G. Sassu (a cura di), Schifanoia e Francesco del Cossa : l'oro degli Estensi. Ferrara, Palazzo Schifanoia, Ferrara, 2020 , p.
Catalogo della mostra tenuta nel 2020 al termine dei lavori di restauro.
R. Varese (a cura di), Donazioni e restauri: Palazzo Schifanoia, aprile-ottobre 1979, Ferrara, 1979 , p.
Catalogo della mostra tenuta a Ferrara nel 1979.
A. Warburg, Arte italiana e astrologia internazionale nel Palazzo Schifanoia di Ferrara (1912), M. Bertozzi, La tirannia degli astri. Gli affreschi astrologici di Palazzo Schifanoia, Livorno, 1999 , pp. pp. 84-111
Per l'interpretazione dei soggetti iconografici.