Il Cavallino
positivo,
1927 - 1929
Anonimo (xx Prima Metà)
XX prima metà
Andreotti (1875/)
1875/
Stampa fotografica incollata su supporto secondario in carta Fabriano filigranata
- OGGETTO positivo
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SOGGETTO
Scultori - Italia - Sec. 20 - Andreotti, Libero
Andreotti, Libero. Monumento ai caduti - Bozzetti
Milano - Tempio della Vittoria
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
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ATTRIBUZIONI
Anonimo (xx Prima Metà): fotografo principale
Andreotti (1875/): scultore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Gipsoteca Libero Andreotti
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Podestà
- INDIRIZZO piazza del Palagio, Pescia (PT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il positivo in oggetto fa parte delle fotografie conservate nell’Archivio Libero Andreotti che documentano l’intensa attività dell’artista, tra il 1921 e il 1928, intorno alla realizzazione di monumenti celebrativi ai caduti della Prima Guerra Mondiale. La serie di commissioni pubbliche che vedrà impegnato Andreotti in questo periodo costituisce una svolta stilistica netta rispetto al passato, cimentandosi in un genere mai sperimentato prima. La fotografia rappresenta la fusione in bronzo della figura del "Cavallino", parte del gruppo scultoreo da collocare all’esterno del Tempio della Vittoria di Milano, monumento che celebra i caduti della prima guerra mondiale. L’edificio, opera degli architetti Muzio, Ponti, Alpago, Novello, Buzzi e Cabiati, fu commissionato nel 1926 ed inaugurato il 4 novembre 1928, sebbene non ancora concluso. A Libero Andreotti fu affidato l’incarico di realizzare due gruppi scultorei da anteporre al tempio. Nell’occasione dell’inaugurazione fu collocata una sola scultura provvisoria nelle dimensioni originali, in gesso, raffigurante “Il ritorno dopo la vittoria”, opera che suscitò forti polemiche tali da revocare l’incarico allo scultore che, con suo grande rammarico, non realizzò l’opera definitiva dopo molti mesi di lavoro. Libero Andreotti nasce a Pescia il 15 giugno 1875. Nel 1892 si trasferisce a Lucca con la famiglia, città che costituirà un punto di riferimento anche negli anni successivi e dove avrà i suoi primi contatti con ambienti artistici e politici. Nel corso del 1897 giunge a Palermo e qui inizia a scrivere per il settimanale palermitano La Battaglia per il quale lavorerà, nella veste di illustratore con lo pseudonimo di Turop, fino al 1899, quando lascerà provvisoriamente Palermo per tornare a Lucca. Nel 1900 arriva a Firenze e inizia la sua amicizia con il pittore e disegnatore Enrico Sacchetti suo futuro biografo con cui dal 1901 condividerà uno studio in via Nazionale. A Firenze continua a lavorare come disegnatore, ma al tempo si dedica più intensamente alla professione di pittore, riuscendo ad essere ammesso alla scuola del Nudo dell'Accademia. Dal 1904 frequenta lo studio di Mario Galli dove scopre quasi per caso la scultura. Dal 1909 si trasferisce a Parigi dove rimarrà fino allo scoppio della guerra; qui frequenterà assiduamente il mondo artistico e mondano parigino ed otterrà il riconoscimento ufficiale per la sua opera scultorea esponendo in ambienti e gallerie di rilievo nella città. Costretto a rientrare in Toscana continuerà i suoi approfondimenti artistici e le sue attività scultoree; alla fine del 1914 diventa assistente di Domenico Trentacoste all'Accademia di Firenze. Nel 1917 parteciperà in prima persona alla guerra ed in questo momento l'attività artistica si ridurrà a veloci ed acuti appunti grafici, eseguiti dal vero, ma nonostante la guerra la stima nei confronti della sua opera crescerà sempre più. In questo periodo il principale referente di Andreotti sarà Ugo Ojetti. Nel 1920 Andreotti ottiene la cattedra di scultura decorativa presso l'Istituto d'arte di Firenze. Il 1921 è un anno significativo. A gennaio allestisce una personale alla galleria di Lino Pesaro a Milano e in questa occasione ritrova il pittore Aldo Carpi con cui avrà un profondo legame affettivo e di comunione intellettuale che lo aiuterà a superare un periodo di profonda inquietudine interiore. Nel 1922 Andreotti sposerà Margherita, sorella del pittore lombardo, con la quale si traferirà stabilmente a Firenze. Nel 1923 inizia la stagione dei grandi impegni celebrativi: completa il monumento ai Caduti di Roncade, cominciato l'anno precedente, ed esegue i gessi per il monumento ai Caduti di Saronno. In quell'anno viene bandito il concorso per il gruppo in marmo della Madre Italiana da porsi a Firenze in Santa Croce di cui risulterà il vincitore. Inizia anche il lavori per il monumento alla vittoria di Bolzano che verrà inaugurato nel 1928, e per il monumento ai Caduti di Milano, intorno al quale inizieranno delle discussioni che si protrarranno fino al 1930. Negli ultimi anni della sua vita Andreotti restituisce una dimensione privata al proprio lavoro e si dedica prevalentemente al ritratto. In questo periodo l'artista è molto impegnato nel ruolo di docente presso l'Istituto d'Arte. Il 4 aprile del 1933 muore a Firenze e viene sepolto al cimitero delle Porte Sante di San Miniato al Monte; sulla sua tomba viene collocata una fusione del Cristo Risorto da lui realizzata per il monumento di Bolzano
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901393077
- NUMERO D'INVENTARIO 5079
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- ISCRIZIONI sul supporto secondario: recto: sotto l'immagine - Il Cavallino - corsivo alto-basso - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0