Basilica di S. Petronio - lunetta del portale maggiore prima dell'intervento di pulitura del 1950

negativo servizio, post 1949/04/20 - ante 1950/08/00

Le lastre erano originariamente contenute in una busta pergamina, conservata ora separatamente in una scatola. Sono visibili i segni portalastra agli angoli

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Scultura - Restauro <1950>
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Basilica di San Petronio
    Scultori italiani - Sec. 15.-16. - Antonio di Ostiglia
    Scultori italiani - Sec. 15.-16. - Minelli, Antonio
    Scultori italiani - Sec. 15.-16. - Jacopo della Quercia . Madonna col bambino e i Santi Ambrogio e Petronio
    Architettura sacra - Chiese - Elementi architettonici - Portali
    Scultori italiani - Sec. 15.-16. - Aimo, Domenico detto il Varignana, il Bologna, il Vecchio bolognese
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI A. Villani & Figli (1932-1970): fotografo principale
    Jacopo Della Quercia (1374 Ca-1438): scultore
    Aimo, Domenico Detto Il Varignana, Il Bologna, Il Vecchio Bolognese (1460/1470-1539):
    Minelli, Antonio (1465 Ca-1529):
    Antonio Da Ostiglia (attivo Nel Xvi):
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il servizio in esame documenta lo stato di conservazione delle sculture della lunetta del portale maggiore della Basilica di San Petronio prima degli interventi di ripulitura del 1950. Il fotografo, utilizzando i ponteggi già montati per l’intervento conservativo, realizzò tre riprese complessive dell’opera quercesca: una frontale del gruppo scultoreo con la Madonna col Bambino e Santi e due riprese degli sguanci della lunetta, sinistro e destro, con la serie dei Profeti. Le inquadrature, comprensive della rete posta a protezione del monumento, certificano lo status quo in cui venne a trovarsi l’opera prima degli interventi programmati di pulitura e messa in sicurezza. Evidenti sono le deiezioni dei piccioni che lordano le superfici più esposte del monumento, tali da mettere a rischio l’integrità del bene e da richiedere un ragionato intervento conservativo. Riguardo alle operazioni messe in opera per la tutela de bene, l’Archivio Storico della locale Soprintendenza ABAP (ex SBAP) possiede una lettera datata 20 aprile 1949, in cui il Fabbriciere Carlo Montevecchi, rivolgendosi all’allora Soprintendente ai Monumenti Alfredo Barbacci, mostra compiacimento per “l’intendimento della S.V. di adottare, a spese di codesta Soprintendenza, un sistema che sembra ben ideato atto ad impedire che i detti colombi imbrattino di guano il monumento petroniano” (Archivio storico - BO M 17). Conosciamo la soluzione attuata da Barbacci attraverso una più tarda corrispondenza, datata 5 marzo 1954, tra il nuovo soprintendente Raffaello Niccoli (insediatosi in ruolo nel 1952) e il Ministero della Pubblica Istruzione, in cui il primo segnala, dopo un accurato esame sul bene eseguito in concerto con l’allora soprintendente alle Gallerie Cesare Gnudi, la presenza di alcuni fenomeni di corrosione sul manufatto, richiedendo l’invio di un tecnico specializzato per una valutazione sulle possibili azioni alternative di tutela del bene. In questa occasione il Soprintendente fa riferimento ad un precedente intervento di pulitura e di difesa, risalente a quattro anni addietro in cui si decise di porre “una grata a chiusura della lunetta e una serie di ferri acuminati sopra le cornici così da impedire che su di essa si posassero i volatili suddetti”, un’operazione questa giudicata insufficiente a contrastare l’azione degli agenti atmosferici oltre che lesiva di una corretta fruizione del bene. Come accennato nella missiva si cita l’intervento, in corso di esami sul monumento, di Cesare Gnudi e proprio lo storico dell’arte emiliano, nemmeno un anno addietro, in un breve saggio apparso negli Atti e Memorie di Storia Patria per le Provincie di Romagna del 1953, aveva riportato l’attenzione sui rischi conservativi in cui incorreva il pregevole manufatto anche dopo gli interventi di tutela operati. L’articolo, corredato di una bella selezione di fotografie con dettagli del gruppo realizzati dopo la pulitura (per ulteriori approfondimenti rimandiamo alla scheda catalografica NCT 0800641474), cita “le prime misure lodevolissime che il prof. Barbacci adottò per una più efficace protezione” e quanto queste abbiano “necessariamente imprigionato la Madonna dietro quella fitta grata che ne soffoca il respiro e ne smorza la vita” (Gnudi 1953, p. 11), proseguendo poi con l’argomentare la proposta di rimozione dell’originale per sostituirlo con una copia. Questa soluzione non avrà seguito se anche la valutazione tecnica dell’ICR dopo il sopralluogo richiesto al Ministero della Pubblica Istruzione darà parere negativo riguardo alla rimozione del bene, a favore di nuove soluzioni di protezione (lettera del 1 aprile 1954). Se, come appare chiaramente, i negativi Villani in esame riferiscono al periodo antecedente l’intervento di pulitura, l’apposizione di una rete di dissuasione doveva essere una soluzione già precedentemente adottata e riteniamo che l’intervento del soprintendente Barbacci possa essere stato integrativo e migliorativo di una situazione preesistente. Certamente ci sentiamo di adottare l’indicazione cronologica “agosto 1950” manoscritta nelle buste pergamine contenenti le lastre, come mero ante quem, dal momento che la locale Soprintendenza possiede documentazione fotografica del bene a ripulitura conclusa datata 7 agosto 1950 (cfr. servizio Zagnoli NCT 0800641474). Prendendo come parametro di riferimento questa data, considerati i tempi molto stretti che sarebbero intercorsi tra lo stato ante restauro e la documentazione del restauro concluso, ci sentiremmo di retrodatare il servizio in trattazione e di collocarlo tra il 20 aprile 1949, data dello scambio epistolare tra Fabbriceria e Soprintendenza che ci pare documentare una fase ancora progettuale delle attività di recupero e l’agosto del 1950 in cui presumibilmente le operazioni potevano avviarsi a conclusione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641476
  • NUMERO D'INVENTARIO N_002433-N_002435
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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