Bologna - Palazzo dell'Archiginnasio. Teatro Anatomico, disegno della balaustra del tavolo dissettorio
negativo,
ca 1955 - ante 1965
Anonimo (xx Metà)
XX metà
Lelli, Ercole (1702-1766)
1702-1766
Giannotti, Silvestro (1680-1750)
1680-1750
La lastra originariamente era contenuta in pergamino; tale busta, con iscrizioni e annotazioni, si conserva separatamente
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Architettura - Conservazione - Seconda Guerra Mondiale - Danni di guerra - 1944
Architettura civile - Palazzi pubblici - Università degli Studi di Bologna - Teatro Anatomico
Architetti - Italia - Sec. 16. - Morandi, Antonio detto Il Terribilia
Emilia Romagna - Bologna - Palazzo dell'Archiginnasio- - <1562-1563>
Scultura - Restauro - Riproduzioni in legno - Ricomposizione
Scultura - Sculture lignee - Tavolo dissettorio - Balaustra
Disegni - Disegno tecnico - Tavolo dissettorio - Dettagli
Seconda Guerra Mondiale - Danni di guerra - Macerie - Patrimonio librario
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MATERIA E TECNICA
VETRO
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
- AMBITO CULTURALE Ambito Bolognese
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ATTRIBUZIONI
Anonimo (xx Metà): fotografo principale
Morandi, Antonio Detto Il Terribilia (? -1568): architetto
Paolucci, Antonio Detto Levanti (? -1663): scultore
Lelli, Ercole (1702-1766):
Giannotti, Silvestro (1680-1750):
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Alle 11.30 del 29 Gennaio 1944 inizia l'incursione aerea che distrugge i lati orientale e meridionale, la Cappella dei Bulgari, il Teatro Anatomico e le sale monumentali attigue del Palazzo dello Studio bolognese, l'Archiginnasio. Il cuore dello Studio, il Teatro Anatomico, ridotto ad un mucchio di macerie, non fu seguito dall'incendio cosicchè la mattina successiva, come racconta il soprintendente Alfredo Barbacci (BAPB0202) si poté iniziare la triste opera di ricognizione dei danni. Il giorno successivo al bombardamento, la Soprintendenza ai Monumenti guidata da Alfredo Barbacci e il Genio Civile, erano all'opera per il recupero di tutti i frammenti che si erano salvati al disastro. Fra questi anche i preziosi reperti progettati dal Levanti nel 1637, le edicole, le riquadrature, le nicchie, gli stemmi, le 12 statue dei Grandi Medici, i 20 busti di dottori, la cattedra a baldacchino con gli “Spellati” e la Medicina, parti del soffitto con Apollo e lo Zodiaco che già avevano visto il restauro tra il 1733 e il 1734 degli scultori Ercole Lelli e Silvestro Giannotti. Contestualmente inizia la folta registrazione fotografica delle condizioni in cui versa l'edificio a cui parteciparono gli studi cittadini più accreditati, per documentare i lavori di recupero e ripristino delle opere originali. La vera e propria opera di salvaguardia del Teatro Anatomico iniziò il giorno successivo al bombardamento del 29 gennaio, quando, la mattina stessa, il Soprintendente Alfredo Barbacci, l'architetto Vincenzo Gabelli e il Genio Civile, iniziarono il recupero dei superstiti elementi lignei dell'aula, anche se ridotti in frammenti. Veri e propri lavori di ristrutturazione iniziarono solo nel 1950, grazie al Ministero della Pubblica Istruzione e continuarono fino al 1952 sotto la direzione di Barbacci, per poi proseguire sotto la guida di Vincenzo Gabelli e Raffaello Niccoli per concludersi solo nel 1968. Barbacci, e di conseguenza il discepolo Gabelli che continuò l'opera di restauro iniziata dal Soprintendente, esprime la sua posizione in merito alle linee guida della Carta del restauro del Consiglio Superiore per le Antichità e Belle Arti del 1932 e le Istruzioni per il restauro dei monumenti del 1938, che negli anni della ricostruzione, guidavano gli interventi di ripristino e restauro dei monumenti, con queste parole: “se dunque gli edifici monumentali mutilati, con lungo, paziente lavoro si poterono reintegrare, per quelli completamente distrutti, o quasi, nulla si potè, se non rinunziare a ricostruirli, o sostituirli con diversa architettura [...] nella costruzione integrale di parti crollate si dovrà in qualche modo differenziare la parte nuova [...]. In tal modo l'aspetto del monumento, guidicato nel suo insieme, non apparirà diverso dall'originario, mentre l'esame ravvicinato permetterà di distinguere, senza possibilità di equivoco, quanto di autentico e sopravvissuto.” Questa in sintesi l'idea su cui venne impostato il lavoro di ricostruzione dell'antica aula dell'Archiginnasio; tale concetto trovò forma concreta, grazie al lavoro e all'intervento di valenti scultori come Astorre Astorri, Venanzio Baccileri ed Alfonso Bortolotti, supportati, per la parte architettonica, dall'ebanista Ercole Drei. Grazie alle preziose memorie del Soprintendente, e ai documenti di archivio storici che ci raccontano le fasi, i procedimenti e gli intenti storico artistici che hanno guidato l'intero progetto di salvaguardia, possiamo ricostruire la storia e riconoscere i protagonisti di questo importante intervento di restauro. Interessante il documento tratto dagli archivi storici della Soprintendenza (allegato alla scheda d'insieme delle lastre Fototecnica 00640992), in cui Vincenzo Gabelli racconta, in una lettera autografa indirizzata come promemoria al Soprintendente, lo stato in cui, nel dicembre 1944, versava il Teatro Anatomico, gli sforzi per poterne salvaguardare più frammenti possibile e i suggerimenti per lo studio dei reperti messi in opera negli anni Cinquanta e Sessanta, cosi come dimostrano le lastre oggetto di studio. Non è dato stabilire se il disegno riprodotto sulla lastra, sia di mano coeva allo scatto, oppure la riproduzione di un disegno originale dell'epoca in cui venne realizzato il tavolo dissettorio. L'arco cornologico di riferimento è stato ricondotto al periodo di maggior impegno dell'opera di restauro del Teatro Anatomico, tra la metà degli anni Cinquanta e i primi anni del 1960, di cui fanno parte anche le lastre appartenenti a questo folto gruppo. Sul pergamino originale è presente un timbro non identificabile
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641057
- NUMERO D'INVENTARIO N_003019
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0