Bologna - Palazzo dell'Archiginnasio, il cortile ed i prospetti orientale e meridionale dei quadriloggiati, dopo i restauri post bellici

negativo, ca 1949/07/00 - ca 1949/07/00

L'insieme è costituito da 2 lastre negative originariamente contenute in pergamino; tali buste, con iscrizioni e annotazioni, si conservano separatamente

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Architettura - Conservazione - Seconda Guerra Mondiale - Danni di guerra - 1944
    Architetti - Italia - Sec. 16. - Morandi, Antonio detto Il Terribilia
    Emilia Romagna - Bologna - Palazzo dell'Archiginnasio - - <1562-1563>
    Architettura civile - Palazzi pubblici - Università degli Studi di Bologna
    Seconda Guerra Mondiale - Danni di guerra - Macerie - Patrimonio librario
    Architettura - Elementi architettonici - Cortile - Quadriloggiato inferiore - Quadriloggiato superiore - Torrino dell'orologio
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Morandi, Antonio Detto Il Terribilia (? -1568): architetto
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE ll Palazzo dell'Archiginnasio di Bologna o edificio delle “nuove Scuole” venne realizzato allo scopo di riunire in un solo edificio tutte le scuole dei Legisti e degli Artisti. Tra il 1562 e il 1563, il Legato pontificio di Bologna, cardinale Carlo Borromeo, ed il Vicelegato Pier Donato Cesi, vollero donare alla più antica e libera Università del mondo, un luogo dove poter riunire l'insegnamento universitario, fino ad allora disperso in varie sedi. Il progetto venne affidato all'architetto Antonio Morandi detto il Terribilia. Il palazzo presenta all'esterno una facciata in arenaria e cotto, con un lungo portico di 30 arcate e si articola in due piani attorno ad un cortile centrale, su cui si affacciano alcune delle antiche aule scolastiche e la Cappella di Santa Maria dei Bulgari in cui sono conservati i resti di un ciclo pittorico di Bartolomeo Cesi, ed un'Annunciazione di Denis Calvaert. Due grandi scaloni conducono al piano superiore che presenta 10 aule scolastiche e due aule magne tra cui la prestigiosa Stabat Mater. Le pareti delle sale, le volte degli scaloni e dei loggiati sono fittamente decorate con iscrizioni e monumenti celebrativi dei maestri dello Studio e con migliaia di stemmi (7.000 ca.) e nomi di studenti che, con la decorazione araldica, concorrevano ad enfatizzare la storia e il prestigio della tradizione accademica. In corrispondenza della Cappella dei Bulgari si trova il Teatro Anatomico, progettato dall'architetto Antonio Paolucci, detto il Levanti, nel 1637 per le lezioni anatomiche, ha una caratteristica forma ad anfiteatro completamente rivestita in legno. Il Palazzo dell'Archiginnasio cessò la sua funzione universitaria nel 1803, quando la sede dell'Università venne trasferita a Palazzo Poggi, trasformandosi nel 1838 in sede della Biblioteca Comunale. Alle 11.30 del 29 Gennaio 1944 inizia l'incursione aerea che distrugge i lati orientale e meridionale, la Cappella dei Bulgari, il Teatro Anatomico e le sale monumentali attigue del Palazzo dello Studio bolognese, l'Archiginnasio. Il cuore dello Studio, ridotto ad un mucchio di macerie, non fu seguito dall'incendio cosicchè la mattina successiva, come racconta il soprintendente Alfredo Barbacci (BAPB0202) si poté iniziare la triste opera di ricognizione dei danni. Già dalla mattina successiva al bombardamento, la Soprintendenza ai Monumenti guidata da Alfredo Barbacci e il Genio Civile, erano all'opera per il recupero di tutti i frammenti che si erano salvati al disastro. Contestualmente inizia la folta registrazione fotografica delle condizioni in cui versa l'edificio a cui partecipò anche Alfonso Zagnoli che si recò a ritrarre le rovine. ll 3 marzo 1945, il Soprintendente Barbacci, con l'aiuto dell'architetto Vincenzo Gabelli e il Genio Civile, iniziarono i veri e propri lavori di restauro dell'intero edificio, partendo dai loggiati abbattuti, riutilizzando i conci di pietra recuperati e rifacendo con la stessa pietra di Varignana quelli frantumati; lo stesso valse per gli elementi architettonici ornamentali smembrati dal bombardamento. Per tutto il 1945 ebbero la precedenza i loggiati meridionali, mentre nel 1946, con la ripresa dei lavori grazie ai fondi concessi dal Ministero dei Lavori pubblici e dal Genio Civile, vennero reintegrati i loggiati terreni e superiori, le sale attigue e la torretta dell'orologio; i lavori di recupero e ripristino dell'intera ossatura architettonica poterono dirsi conclusi alla fine del 1948. In queste lastre viene documentato il definitivo lavoro di restauro del cortile e dei quadriloggiati con la torretta dell'orologio, con il ricomposto meccanismo Seicentesco, opera del maestro orologiaio Giovanni Pietro Da Jà. Il cortile ed i quadriloggiati con la torretta dell'orologio, vennero ripresi dallo stesso Alfonso Zagnoli, in alcuni scatti realizzati solo pochi mesi prima, che presentano le stesse scelte formali e le stesse caratteristiche tecniche, e sono conservati presso lo stesso fondo fotografico (N_001456/N_001458); sui pergamini originali corrispondenti, sono inoltre manoscritti gli stessi numeri di inventario, senza la presenza del suffisso bis
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800640989-6
  • NUMERO D'INVENTARIO N_001293; N_001294
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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