Rimini. Statua di S. Gaudenzio

positivo album, ca 1896 - ante 1907

Stampa sciolta inserita con i quattro angoli nei tagli predisposti alla carta 21, recto

  • OGGETTO positivo album
  • SOGGETTO Scultori - Francia - Sec. XVII - Cordier, Nicolas
    Scultura - Monumenti celebrativi - Statue di bronzo
    Italia - Emilia Romagna - Rimini - Monumento a Papa Paolo V (in veste di San Gaudenzio)
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Poppi, Pietro (1833-1914): fotografo principale
    Cordier, Nicolas (1567 Ca.-1612): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
  • INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La fotografia mostra un’immagine di piazza Cavour a Rimini, con il Teatro Amintore Galli sullo sfondo, a fare da quinta scenografica alla statua bronzea del Papa Paolo V Borghese. Il monumento celebrativo venne promosso dal Consiglio cittadino di Rimini, e tramite buoni rapporti intessuti con il cardinal Scipione Borghese, nipote del papa, si poté ingaggiare Nicolas Cordier, detto il Franciosino, uno dei migliori scultori allora disponibili a Roma. L’artista lorenese, peraltro in buoni rapporti anche con il cardinale Michelangelo Tonti, riminese ed elevato al soglio cardinalizio proprio da Papa Camillo Borghese, realizzò e rifinì il modello in cera entro la fine del 1611, delegando poi l’opera di fonditura al collega scultore e fonditore Sebastiano Sebastiani. L’opera venne presumibilmente fusa a Roma (secondo altre fonti a Recanati presso il Sebastiani) e da lì spedita alla fine del 1612, dopo la morte del Cordier, passando prima a Recanati e quindi a Rimini, dove venne messa in opera sul piedistallo in Pietra d’Istria, disegnato dal pittore e architetto Giovanni Arrigoni, e inaugurata solennemente il 22 giugno 1614. La statua, mai completata con gli emblemi araldici del papa che avrebbero dovuto essere di bronzo, venne camuffata nel 1797, a seguito della conquista napoleonica, e trasformata nel simulacro del santo vescovo di Rimini, Gaudenzo. La ripresa ci mostra infatti la presenza di un piviale tenuto poco saldamente nella mano sinistra, una voluminosa mitria pastorale in luogo del reciso triregno, e il gesto pontificale della benedizione modificato in un saluto mozzando due dita e ricomponendo la gestualità. Tale sembiante venne mantenuto dalla statua molto a lungo, vedendo una rettifica della originaria struttura avvenire solo nel 1939, dopo infruttuosi tentativi della Soprintendenza di operare il ripristino già dal 1911. Dal raffronto con i cataloghi della Fotografia dell’Emilia, il presente inventario n° 4975 compare citato per la prima volta nella seconda appendice dell’edizione a stampa 1888, pubblicata nel 1896, mentre non risulta nella prima appendice del 1890. L'ante quem per la stampa del fototipo si riferisce alla cessione dello studio nel 1907, passato da Pietro Poppi alla doppia proprietà Monari-Bacchelli. Nel 1863 il pittore Pietro Poppi (Cento, 1833 - Bologna, 1914) aprì un negozio di cartoleria in via Mercato di Mezzo 56 in società con Adriano Lodi. Nell'edificio aveva sede anche lo studio fotografico di Roberto Peli (ex collaboratore di Emilio Anriot), il quale probabilmente avviò Poppi alla professione di fotografo. Nel 1866 Poppi e Peli si associarono aprendo uno studio in via San Mamolo 102 (la ditta Peli, Poppi & C.), che rimase attivo fino al 1867, anno in cui Poppi si mise in proprio, ritornando nella precedente sede del Mercato di Mezzo. Solo nel 1869 Poppi rilevò ufficialmente La Fotografia dell'Emilia, operando anche uno spostamento di sede da via Mercato di Mezzo 56, dove venne fondata la ditta nel 1865, a via San Mamolo 101 (oggi via d’Azeglio) in Palazzo Rodriguez (edificio in cui dal ’65 al ’69 avevano operato i coniugi Ferrara, Fotografia Milanese), ma lo stesso pittore-fotografo vi lavorò sin dal 1866. Effettivamente il 17 aprile del 1866 il quotidiano “Monitore di Bologna” menziona Poppi quale direttore dello Stabilimento Fotografico dell’Emilia di via Mercato di Mezzo 56 (si segnala la tesi di Massimo Cova che vede in Poppi il fondatore della Fotografia dell’Emilia – cfr. Fotografia e Fotografi a Bologna 1839-1900, Bologna 1992, p. 277). Nel marzo del 1907 Poppi si ritirò, cedendo lo studio a Luigi Monari ed Armando Bacchelli; la Fotografia dell’Emilia passò in seguito, nel 1909, sotto la proprietà unica di Alfonso Zagnoli (chiusura definitiva della ditta nel 1921), il quale nel 1940 vendette quanto restava del fondo di lastre e positivi originali di Pietro Poppi alla Cassa di Risparmio di Bologna. Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure, di soggetti architettonici, e 9 fotografie senza cartone, di diverse misure, di soggetti architettonici" (9 maggio 1917) e "576 fotografie di diversi formati e soggetti" (9 aprile 1918). Documentazione circa il fondo è reperibile presso l’Archivio Storico della Pinacoteca, pratiche n.31, foglio 43, n. 9
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-70
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 700
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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