Dettaglio della Porta della Chiesa la Santa

positivo album, ca 1888 - ante 1907

Stampa sciolta inserita con i quattro angoli nei tagli predisposti alla carta 14, recto (attualmente estrapolata)

  • OGGETTO positivo album
  • SOGGETTO Architettura - Chiese - Portali
    Scultura - Terrecotte - Ornati - Grottesche
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Chiesa del Corpus Domini - Portale
    Scultori - Italia - Sec. XV - Sperandio da Mantova
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Fotografia Dell'emilia (ditta): fotografo principale
    Sperandio Da Mantova (attribuito): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
  • INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La ripresa mostra un dettaglio dei motivi decorativi a candelabra sullo stipite destro (parte superiore) del portale centrale della chiesa bolognese del Corpus Domini. La decorazione fittile a bassorilievo del portale centrale, così come dei due rosoni di facciata e della cornice superiore, è generalmente riconosciuta a Sperandio di Bartolomeo Savelli (detto Sperandio da Mantova), a partire dall’attribuzione di Adolfo Venturi, mentre altre opinioni prediligono riferire le opere a Marsilio Infrangipani. In ogni caso, l’artefice dovette condurli a termine verosimilmente poco dopo il completamento dei lavori di riedificazione della chiesa, per opera dei muratori Nicolò di Marchionne da Firenze e Francesco Fucci da Dozza, tra il 1477 e il 1480. La ripresa evidenzia la presenza di tre lesene, leggermente scalate a definire una lieve strombatura, ognuna con un proprio minuto capitello figurato. Nel 1905 la facciata venne modificata da restauri affidati al Comitato per Bologna Storica e Artistica (Alfonso Rubbiani), sotto la sorveglianza dell'Ufficio Regionale diretto allora da Tito Azzolini. All’integrazione dei supposti originali coronamenti trilobati non si associò tuttavia un intervento diretto sulle terrecotte del portale (Zucchini 1959, p. 68). L’edificio, seriamente danneggiato dai bombardamenti del 1943, vide un successivo intervento negli anni 1957-1958. La fascetta didascalica riporta il titolo “Dettaglio della Porta della Chiesa la Santa” ed il numero di inventario 139 B. Quest'ultimo corrisponde, nel volume curato da Franco Cristofori e Giancarlo Roversi (Le Fotografie 1. Pietro Poppi e la Fotografia dell’Emilia, Bologna Compositori, 1980 – p. 229) ad un titolo differente: “Chiesa del Corpus Domini: stipite sinistro della porta d’ingresso”. Dal confronto con i cataloghi della Fotografia dell’Emilia si ricava che il numero di inventario 139 è presente dall’edizione a stampa del 1879, riferendosi alla “Porte magnifique de l’eglise dite de Sainte Catherine”, che coincide peraltro con la didascalia del n° 70 della precedente edizione del 1871 (titolo “Porta della Chiesa del Corpus Domini detta della Santa. S. Catterina.”). A partire dall’edizione a stampa del 1888, al contrario, al numero 139 corrispondono tre riprese differenti, contraddistinte dalle lettere A (dettaglio della parte superiore), B (dettaglio della candeliera parte inferiore) e C (dettaglio della candeliera parte superiore). L’inventario 139 C riportato sul positivo in esame pare quindi potersi riferire al catalogo 1888, forse con la presenza di un refuso (la porzione inquadrata è quella superiore e non inferiore, come riporta il catalogo), e la data di stampa può quindi circoscriversi tra lo stesso 1888 e la cessione della ditta da parte di Pietro Poppi (1907). Nel 1863 il pittore Pietro Poppi (Cento, 1833 - Bologna, 1914) aprì un negozio di cartoleria in via Mercato di Mezzo 56 in società con Adriano Lodi. Nell'edificio aveva sede anche lo studio fotografico di Roberto Peli (ex collaboratore di Emilio Anriot), il quale probabilmente avviò Poppi alla professione di fotografo. Nel 1866 Poppi e Peli si associarono aprendo uno studio in via San Mamolo 102 (la ditta Peli, Poppi & C.), che rimase attivo fino al 1867, anno in cui Poppi si mise in proprio, ritornando nella precedente sede del Mercato di Mezzo. Solo nel 1869 Poppi rilevò ufficialmente La Fotografia dell'Emilia, operando anche uno spostamento di sede da via Mercato di Mezzo 56, dove venne fondata la ditta nel 1865, a via San Mamolo 101 (oggi via d’Azeglio) in Palazzo Rodriguez (edificio in cui dal ’65 al ’69 avevano operato i coniugi Ferrara, Fotografia Milanese), ma lo stesso pittore-fotografo vi lavorò sin dal 1866. Effettivamente il 17 aprile del 1866 il quotidiano “Monitore di Bologna” menziona Poppi quale direttore dello Stabilimento Fotografico dell’Emilia di via Mercato di Mezzo 56 (si segnala la tesi di Massimo Cova che vede in Poppi il fondatore della Fotografia dell’Emilia – cfr. Fotografia e Fotografi a Bologna 1839-1900, Bologna 1992, p. 277). [PER MANCANZA DI SPAZIO SI PROSEGUE IN OSSERVAZIONI]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-44
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 674
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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