decorazione plastico-architettonica di Giovanni da Campione (e aiuti) (sec. XIV)

decorazione plastico-architettonica, ca. 1350 - ca. 1360

Protiro a un solo ordine in marmo bianco di Musso, Bardiglio di Musso, avorio, rosso di Verona, nero della Val Seriana. Portico ad ampio arco poggiante anteriormente su leoni stilofori in marmo bianco di Musso e posteriormente su mensoloni in marmo rosso di Verona, sorretti da colonne a sezione poligonale rette da telamoni in marmo bianco; il pieno dell'arco è realizzato a fasce alternate di marmo bianco e nero; grande attico di coronamento ornato da un ricco fregio scolpito ad archetti pensili e nicchie che accolgono le figure di Cristo e dei dodici apostoli (parte anteriore), di cinque santi (a sinistra) e dei Quattro Santi Coronati (a destra).

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO decorazione plastico-architettonica
  • MATERIA E TECNICA marmo avorio/ scultura
    marmo bardiglio/ scultura
    marmo bianco di Musso/ scultura
    marmo nero della Val Seriana/ scultura
    marmo rosso di Verona/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Giovanni Da Campione (e Aiuti)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Basilica di S. Maria Maggiore
  • INDIRIZZO Piazza Rosate, Bergamo (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il protiro meridionale della Basilica di Santa Maria Maggiore, detto convenzionalmente "dei Leoni Bianchi", è stato realizzato da Giovanni da Campione e dalla sua bottega attorno al 1360; questa è la data che compare ell'epigrafe posta sopra l'arco a sinistra, che conserva anche la firma di Giovanni. E' assai probabile, però, che quella data non sia nulla più che un riferimento generico all'anno in cui il protiro fu allestito: è verosimile, infatti, che, mentre ancora erano in corso i lavori all'ingresso settentrionale, i committenti già pensassero di dotare l'accesso meridionale di una analoga struttura monumentale: alcuni pezzi, quindi, e in particolare i due leoni stilofori, identici agli altri, salvo che per il materiale scelto, il marmo bianco, questa volta, potrebbero quindi essere stati realizzati in precedenza (Lomartire, 2009, p. 71-75). Non si notano, in effetti, variazioni stilistiche di rilievo tra i due protiri: Giovanni sceglie una struttura più semplice e limita l'apparato decorativo agli architravi e alle mensole scolpite con figure di animali fantastici, teste umane e ornati vegetali : ma gioca allo stesso modo con la policromia delle superfici, in marmo bianco, rosso e nero, e guarda agli stessi modelli, il duomo di Ferrara, il duomo di Verona (Lomartire, cit.). Il progetto prevedeva sicuramente, anche in questo caso, come già era avvenuto per il protiro settentrionale, una struttura complessa, svolta su più livelli: ma i lavori furono interrotti, non sappiamo per quale motivo; e il compito di allestire la guglia, utilizzando statue già scolpite nella bottega di Giovanni spetterà, all'inizio del XV secolo, allo scultore tedesco Hans von Fernach, detto "Anex de Alemania (Lomartire, cit., p. 74). Le sculture del ricco fregio posto sull'attico, eseguito ad evidenza in anni assai più tardi rispetto al protiro e probabilmente non previsto nel disegno originale, sono state riferite da Costantino Baroni ad Andreolo de' Bianchi, orafo e scultore noto per la elegante croce prcessionale ornata di formelle a sbalzo eseguita nel 1392 per il tesoro della Basilica, e rubata diversi anni fa; ma l'assenza di opere certe di riferimento, nel catalogo dell'artista, non consente di confermare quella ipotesi (C. Baroni "La scultura gotica lombarda", Milano 1944, p. 130). L'accesso meridionalealla basilica aveva probabilmente, al tempo dell'inizio dei lavori, una notevole importanza: conservava infatti il grande portale d'epoca romanica, e la lunga epigrafe, posta forse poco sopra l'ingresso, che ricordava l'anno, il 1137, e le circostanze della fondazione della basilica e documentava il nome dell'architetto responsabile del cantiere, Mastro Fredo; quella iscrizione fu poi riportata dalle maestranze campionesi, con qualche errore, sulla ghiera dell'archivolto. Il protiro è stato sottoposto ad un complesso intervento di restauro tra il 1999 e il 2000: la pulitura dello spesso strato di sporco che ricopriva la superficie lapidea ha permesso, tra l'altro, la restituzione di ampie parti dell'antica policromia del fregio scolpito (Buonincontri, 2005, p. 248).
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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