Incoronazione di spine

gruppo scultoreo, sec. XVII terzo quarto

Le sette statue in terracotta dipinte a freddo, a grandezza naturale, rappresentano il secondo mistero doloroso del Rosario, la Flagellazione, all'interno della settima cappella del Sacro Monte di Ossuccio. La scena, visibile dall'apertura frontale dell'edificio, sono attribuite ad Agostino Silva e bottega. Al centro è posto Gesù, seminudo, scalzo, coperto solo da un candido perizoma bordato d'oro, con le mani dietro la schiena, appoggiato alla colonna e il capo reclinato verso destra. Dietro di lui si stagliano due sgherri dall'inaudita ferocia, uno intendo a legargli le mani, l'altro a scagliare il primo colpo con verghe piene di spine. Il carnefice con la corda ha un gozzo pronunciato, caratteristica tipica dei personaggi negativi. Lo studio anatomico del corpo di Gesù è particolarmente calligrafico. Sul pavimento sono collocati rami spinosi in legno, tra i piedi dei due carnefici alla sinistra di Cristo. Tutti e cinque gli aguzzini, nerboruti e malvestiti, sono caratterizzati da sguardi torvi, sprezzanti e privi di umanità. Sulla sinistra si trova un uomo dalla fluente barba bianca, forse Pilato, che assiste alla flagellazione di Gesù.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO gruppo scultoreo
  • MATERIA E TECNICA terracotta/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Silva, Agostino (1628-1706)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Sacro Monte di Ossuccio - complesso
  • INDIRIZZO Viale del Santuario, Ossuccio (CO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'ottava cappella raffigura il terzo mistero doloroso del Rosario, contiene al suo interno la scena dell'Incoronazione di spine. La struttura architettonica, dalle semplice e contenute forme, appare al visitatore che percorre il viale di salita verso il Santuario sul lato destro. Secondo le fonti storiche la cappella fu commissionata, come la settima, dalla famiglia Gilardone di Volesio nel 1666. Tale data fu inserite anche all'interno dell'edificio dove si unisce alla firma di Agostino Silva quale autore del modellato delle statue in terracotta. Tale scritta, non è visibile dal visitatore, che potrebbe vederla se gli fosse concesso di entrare all'interno della cappella e volgesse lo sguardo nell'angolo della parete sinistra. Rispetto alle altre cappelle, il complesso delle sei statue modellate per questo piccolo edificio, risente maggiormente degli influssi della Riforma Cattolica post-tridentina e risponde con più vigore al desiderio dei committenti di accentuare il patos di commozione connesso alla scena evangelica e alla passione. Non è dunque un caso che l'artista ticinese abbia raffigurato in maniera differente i due torturatori posti ai fianchi del condannato. Il primo è vestito come un contadino del luogo, mentre il secondo come un soldato lanzichenecco. Così come in altri complessi statuari del Sacro Monte, anche in questa cappella si avverte il disinteresse dell'artista a ricercare una veridicità storica a vantaggio di una maggiore e semplificata comunicazione popolare. Qui non solo si assiste alla rinnovata reiterazione del dualismo bellezza-bene e bruttezza.-male, che riapparve con veemenza dopo le manifestazioni della cultura pestante diffusasi nella Lombardia borromaica dei primi decenni del Seicento, ma Agostino Silva insiste su una comunicazione scenografica molto caricata, quasi prossima al grottesco, che trova in parte collegamenti con la cultura del teatro popolare sacro e profano. All'interno della cappella fu chiamato ad operare anche Carlo Gaffuri, che dipinse le sue opere concludendole nel 1667. Indipendentemente dalle analisi storiografiche e iconologiche possibili, si è certi che il connubio ra scultura, architettura e pittura riscosse un buon giudizio e che Gaffuri fu particolarmente contento del lavoro svolto e del suo rapporto con Timoteo Snider, considerato tra i maggiori fautori della costruzione del Sacro Monte del quale fu anche custode. Numerosi documenti datati 1667, infatti, attestano questo sodalizio e i conseguenti regolari pagamenti. Dopo un periodo difficile per la conservazione del patrimonio artistico conservato in questa, avvenuto nel XIX secolo, una prima campagna di restauri si concluse nel 1935. Altre ne sono poi seguite anche in epoca recente. Infatti dopo anni di difficoltà, anche per questa cappella, ha avuto inizio un progetto di valorizzazione culturale del Sacro Monte, di cui l'inserimento nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'UNESCO, avvenuto nel 2003, costituisce tappa fondamentale. All'interno dell'Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale "Magistri Comacini", sottoscritto da Provincia di Como (soggetto capofila), Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e numerosi altri partner che operano sul territorio, è stato redatto uno studio sul piano di gestione del complesso del Sacro Monte e alla definizione degli interventi prioritari. Tra questi sono segnalati quelli necessari al pieno recupero e restauro della quattordicesima cappella, sulla quale si spera di poter operare nei prossimi anni.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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