Motivi decorativi floreali
La decorazione pittorica delle pareti è divisa su più fasce: nella parte inferiore è presente uno zoccolo decorato a finto marmo costituito da numerose formelle policrome, dove sono raffigurati, più o meno evidentemente, il ritratto di un orante (probabile finanziatore dell'affresco, appartenente alla famiglia Castiglioni o da Cairate) e una sirena bicaudata. La parte centrale della parete è dominata da uno sfondo bianco, punteggiato da raffigurazioni di fiori e pianticelle, quasi si trattasse di un erbario da parete. Il fusto di ogni pianta è avvolto da un cartiglio sul quale sono riportate scritte latine in carattere gotico minuscolo, ad oggi fortemente compromesse in quanto a leggibilità. La parte superiore della parete è invece caratterizzata da più motivi ornamentali: ad una fascia decorata con archetti dorati su fondo scuro, è sovrapposta un'altra fascia più ampia in cui si alternano riquadri bianchi ad una specie di nastro arrotolato dai colori cangianti, a sua volta sormontata da un altro sottile motivo decorativo stilizzato.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco
- AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Maria Assunta
- INDIRIZZO Via Molina, Cairate (VA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'insolito ambiente è stato identificato dalla critica come un probabile parlatorio privato della badessa, la cui decorazione sarebbe stata realizzata tra il 1465 e il 1470, quando alla cura del monastero era stata eletta Antonia da Cairate (dai documenti la donna risulta possedere già tale titolo nel 1479, quando inizia la trattativa di unificazione del monastero di Cairate con quello di San Pancrazio a Villadosia). Tale datazione sarebbe confermata anche dalla presenza, sul cartiglio di uno dei garofani dipinti sulle pareti, della scritta latina "Ego Nicholaus de Cairate scripsi 1470", che potrebbe dunque costituire una preziosa datazione ante quem la realizzazione degli affreschi. Ignota rimane invece la mano dell'autore della decorazione parietale. Secondo la critica, la singolare presenza di una sirena con due code all'interno della decorazione finto marmo sulla base è un'ulteriore prova di questa collocazione temporale, intatti può essere considerata un'applicazione dei consigli dati dal Filarete nel suo "Trattato di architettura", composto per Francesco Sforza nel 1465. In esso, infatti, l'architetto ricordava che i marmi in natura mostrano già segni e fessure che ricordano spesso animali e figure mitologiche, quasi a suggerire un loro duplice uso in questo senso. Quanto al significato dell'immagine, esso rimane misterioso: la sirena bifide costituisce infatti uno dei soggetti più presenti nelle decorazioni italiane fino dall'età romanica, ma senza che ne sia mai stato identificato con precisione il senso. Per alcuni studiosi si tratta di una donna nell'atto di mostrare la vulva: in una società pudica come quella del Medioevo questo soggetto era inaccettabile, da cui la sua evoluzione in un personaggio mitologico in cui le due gambe divaricate diventano le due code dell'ibrido umano-pesce. Per altri la sirena a due code è invece simbolo di femminilità e di fertilità e, nella tradizione cristiana, arriva ad assumere l'innata duplicità della natura umana (bene-male, ragione-istinto, peccato-sequela Cristi, ecc...).
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0