natività di Gesù
Al centro della scena emerge la figura in preghiera della Vergine, che osserva il Figlio bambino disteso nella mangiatoia. Quest'ultimo irraggia un cerchio di luce perfettamente ovale. Ai lati dell'episodio, in corrispondenza dei punti più profondi della vela, stanno Giuseppe, a sinistra, e due personaggi a destra, forse da identificare con i pastori (sebbene una figura sembrerebbe avere dei caratteri femminili). Alle spalle del fatto principale il fondale è contraddistinto da un edificio che, per la sua muratura in cotto e per le due finestrelle con le bifore richiama l'architettura di una chiesa medievale lombarda. Sulla sinistra, oltre al bue e all'asinello, prendeva luogo un paesaggio oggi decisamente rovinato, così come quasi illeggibili sono le schiere di angeli che chiudevano l'episodio, nella parte alta.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura
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ATTRIBUZIONI
Masolino Da Panicale; Lorenzo Di Pietro Detto Il Vecchietta (; Attribuito)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Museo della Collegiata
- INDIRIZZO Via Cardinal Branda, Castiglione Olona (VA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La scena, parzialmente compromessa nella parta alta (anche in seguito ai restauri antichi che hanno contribuito a impoverirne la materia pittorica), denota il linguaggio artistico di Masolino, che si attesta su due livelli espressivi tra di loro in equilibrio: da una parte la ricerca di eleganza formale, percepibile nell'uso della linea, fluida e morbida, dei panneggi delle figure che ricadono in terra formando ampie volute; dall'altra una sensibilità cromatica che non aveva pari nella pittura lombarda della prima metà del Quattrocento (se si eccettua l'attività di Michelino da Besozzo e il passaggio bresciano di Gentile da Fabriano). E' stato giustamente già osservato che Masolino dovette avere ben presenti i rilievi della Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti, da cui dipendono, negli affreschi della Collegiata, i rapporti tra le figure e le architetture, la cadenza ritmica dei panni e dei gesti, il modo assorto dei personaggi di partecipare all'azione. A Castiglione emergono dunque i ricordi fiorentini dell'artista, compreso, certamente, il retaggio della collaborazione, sia pur breve, che nel terzo decennio del Quattrocento aveva avviato con Masaccio, morto a Roma nel 1428. Alla lezione masaccesca si deve, infatti, l'approfondimento chiaroscurale dei volti, tuttavia ancora debitori della tradizione tardogotica. Analizzando l'architettura di sfondo, è interessante osservare come l'autore (da indentificare con il collaboratore senese di Masolino, Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta) ha cercato di rappresentare un edificio medievale lombardo, contraddistinto dai mattoni e da semplici bifore. L'episodio è particolarmente significativo perché reca, nel cartellino in basso a sinistra, la firma del pittore: MASOLINVS DE FLORE(N)TIA PINXIT.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE R03/ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0