battesimo di Cristo

dipinto, post 1435 - ante 1435

La zona presbiteriale del Battistero presenta una serrata sequenza di episodi tra i più significativi della vita di san Giovanni, che trovano il loro apice nella lunetta in alto, dove si distende, occupando tutto lo spazio a disposizione il Battesimo di Cristo. Nel registro inferiore della parete, partendo da sinistra, si snodano invece le scene relative alla Presentazione di Cristo alle folle, alla Predica del Battista, al Rimprovero di Erode ed Erodiade, per arrivare, dall'altra parte del vano, alla Cattura del Battista e al suo relativo imprigionamento. La narrazione, proseguendo in modo lineare, senza curarsi degli ostacoli posti dalla struttura reale dell'edificio, andrà a concludersi sulla parte esterna dell'arco di accesso al presbiterio, che ospita la Decapitazione del santo.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Masolino Da Panicale; Lorenzo Di Pietro Detto Il Vecchietta (; Attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Museo della Collegiata
  • INDIRIZZO Via Cardinal Branda, Castiglione Olona (VA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dal punto di vista stilistico le pitture masoliniane mostrano tutti gli elementi tipici del suo linguaggio, a partire dalle luminose cormie e dalla delicata modulazione chiaroscurale delle figure, che si inseriscono nello spazio un modo disinvolto, senza tenere per forza conto dei reali parametri proporzionali, per dare invece il massimo risalto all'efficacia narrativa degli eventi che si susseguono. A ciò si aggiungano, tuttavia, le reminiscenze masaccesche, ben visbili, per esempio, nella figura sullo sfondo del Battesimo, mentre si copre con un mantello, derivata dal Battesimo di Masaccio nella cappella Brancacci in Santa Maria del Carmine a Firenze. I riferimenti a Masaccio proseguono se si osserva anche l'impostazione con cui è inteso il nudo maschile, più rispondente all'anatomia e distante dai precedenti masoliniani, segno che il pittore aveva ormai assimilato la lezione del più geniale compagno. Allo stesso modo gli innesti classi denunciano invece il soggiorno romano di Masolino: le diue figure in primo piano, sempre nel Battesimo sulla parete di fondo, l'una che indossa le vesti da seduta e l'altra in piedi, derivano dalla celebre scultura dello Spinario. Nella fascia di affreschi sottostante, invece, si assiste a una concessione al gusto più squisitamente cortese e aristocratico derivato da Gentile da Fabriano e da Pisanello, ben percepibile nella straordinaria foggia che caratterizza le vesti degli astanti nella scena della Predica del Battista. La Cattura del Battista, qui risolta in modo drammatico (si veda il soldato che afferra san Giovanni per le braccia e digrigna i denti nella rabbia e nello sforzo), secondo una modalità affatto inusuale per Masolino, tradisce la derivazione dal modello romano, in particolare da un particolare degli affreschi di Pisanello nella basilica lateranense. Anche nell'episodio principale, dedicato al battesimo, si riscontrano debiti con il ciclo romano, di cui purtroppo oggi - dopo gli interventi secenteschi di rinnovamento della basilica - conosciamo quasi nulla se non alcuni disegni conservati in vari musei. A parte questi riferimenti diretti Masolino dimostra anche un aggiornamento avvenuto forse nell'ambito della passione per l'antico che informava i circoli culturali delle corti del nord Italia: la testa di Erode, per esempio, è chiaramente ispirata a una medaglia dell'imperatore Domiziano. Gli episodi sottostanti, dalla Predica all'imprigionamento di Giovanni, sono disposti sul medesimo piano della parete ma si sviluppano sfruttando perfino la strombatura della finestra di destra, nella quale è ricavata la splendida immagine del santo rinchiuso nella propria cella, dalla quale si affaccia per chiedere ai discepoli di raggiungere Gesù. E' stato ipotizzato che Masolino fosse assistito, per quanto riguarda l'impaginazione della complessa intelaiatura architettonica-prospettica e dei paesaggi montuosi (che purtroppo in molte parti hanno perduto le originali finiture a secco e risultano del tutto spogli e privi di decorazione), da un altro pittore, probabilmente da quel Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta che collaborò con lui anche negli affreschi del palazzo del cardinale, sempre a Castiglione Olona. Osservando per esempio le architetture che connotano la scena del Rimprovero a Erode ed Erodiade, non si può fare a meno di riscontrare la perfezione con cui è "tirata" la prospettiva.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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