cherubino tra motivi decorativi a volute
scultura,
Marabitti Ignazio (attribuito)
1719/ 1797
Testa di putto più grande del naturale, con doppie ali, contornato da foglie d‘acanto e motivi decorativi a volute. Presente nella parte posteriore grosso gancio in ferro per ancoraggio a muro
- OGGETTO scultura
- AMBITO CULTURALE Bottega Siciliana
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ATTRIBUZIONI
Marabitti Ignazio (attribuito)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Regionale della Sicilia
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Abatellis
- INDIRIZZO via Alloro 4, Palermo (PA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Da un documento - conservato presso l‘Archivio storico della Soprintendenza di Palermo[Faldone MUSEO NAZIONALE 1880-1933]- la scultura definita "Grande Mascherone in Marmo" del secolo XVIII di cui si ignora l‘ubicazione originaria e attribuita a Marabitti fu acquistata nel 1914, per il Museo Nazionale di Palermo per L.800, dall‘antiquario Gregorio Anastasi. L‘opera pervenne dal Museo Nazionale a Palazzo Abatellis in occasione delle scissioni delle classi museali, archeologiche, storico artistiche e demoantropologiche, per la costituzione della Galleria Nazionale, ora Regionale, della Sicilia e venne annotata sull‘inventario redatto nel 1953 al n° 4949, con la seguente descrizione "testa di putto più grande del naturale, sotto festone di frutta e fiori". Del festone però non vi è traccia e il recente restauro non ha evidenziato elementi né tracce di decorazione applicata. L‘alta qualità dell‘opera fa ipotizzare un diretto intervento dello scultore, il quale però non disdegnava di circondarsi di aiuti, infatti le opere dello stesso periodo note sono eterogenee nella fattura. Fra i confronti possibili i puttini eseguiti per il giardino del Principe di Castelnuovo a Palermo e le allegorie delle stagioni del Palazzo Arcivescovile sempre a Palermo. La scultura sicuramente doveva essere destinata alla decorazione di una chiesa o di una cappella e probabilmente era l‘elemento in marmo bianco che risaltava su un fondo a marmi mischi. Il Villabianca, contemporaneo del Marabitti, che scrive prima del 1793, cita in S. Francesco d‘Assisi a Palermo "due angeloni e teste di serafini fatti per la cappella dell‘Immacolata Concezione non situati e conservati nel suddetto convento", sculture commissionate allo scultore dal Principe di Resuttana il 3 agosto del 1778 per l‘ornamentazione della Cappella dell‘Immacolata. La cappella dell‘Immacolata subì numerosi rimaneggiamenti nel tempo, il Villabianca ancora cita nei suoi Diari (Rotolo 1988 op.cit.) che nel 1792 la macchina d‘altare fu smontata e "l‘antica con colonne e rabeschi marmorei fu abolita" per cui è possibile che l‘opera insieme ad altre possa essere pervenuta anche in occasione all‘eversione dell‘asse ecclesiastico dapprima in mano di privati e poi nel tempo sia giunta all‘antiquario Anastasi
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900284710
- NUMERO D'INVENTARIO 4949
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo
- DATA DI COMPILAZIONE 2005
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0