martirio di Santa Caterina d'Alessandria. martirio di Santa Caterina d'Alessandria
dipinto,
post XVI - ante XVII
Salerno Giuseppe (attribuito)
1570/00/00-1633/00/00
Il quadro desinente in alto in forma circolare sintetizza e rappresenta insieme le diverse forme di martirio cui fu sottoposta Santa Caterina d‘Alessandria: le ruote del martirio spezzate dall‘Angelo, travolgenti carnefici la recissione delle mammelle ed in alto la spada della decapitazione della Santa in pugno all'Angelo che porta la palma del martirio e la corona reale propria della famiglia aristocratica della Santa
- OGGETTO dipinto
-
MISURE
Altezza: 3100 mm
Larghezza: 2000 mm
- AMBITO CULTURALE Ambito Manierista
-
ATTRIBUZIONI
Salerno Giuseppe (attribuito): pittore
- LOCALIZZAZIONE oratorio di Santa Caterina d‘Alessandria
- INDIRIZZO via Monteleone, 16, Palermo (PA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si è discusso molto se la firma Zoppo di Gangi vada riferita a Gaspare Bazzano (Gangi 1565 circa-1630) ovvero a Giuseppe Salerno (Gangi 1570-1633), ambedue denominati Zoppo di Gangi. L‘attribuzione al Salerno, che appare oggi la più probabile, è stata sostenuta dalla Chiarello (1975) e ribadita da D. De Joannon p.160. Appare infatti tipica del Salerno per "la ricerca di una realtà a volte brutale", diversa dal "naturalismo trasognato" del Bazzano (Abbate V.). Da notare che la datazione del quadro 1609 coincide con la Natività del Caravaggio, già presente nell‘Oratorio di San Lorenzo in San Francesco-Palermo.Vediamo infatti lo "slancio dell‘Angelo planante", (Mendola G.) nel quadro in esame dove sono altresì rilevabili influenze della pittura di Filippo Paladini. Lo spirito controriformistico riflette il dialogo intitolato "il Moncata" di Sebastiano Bagolino pubblicato nel 1596 e dedicato al principe di Paternò amico "come sembra" di Giuseppe Albino soprannominato il Sozzo, che si può considerare un punto precedente e di riferimento alla pittura sia del Bazzano che del Salerno. Il dipinto dispone secondo valori di superficie, praticamente abolendo la profondità, le varie fasi del martirio della Santa che emerge al centro seminuda e con le mammelle recise. Verrà poi decapitata per la sua insistenza nella fede vittoriosamente discussa in polemica con i sapienti del tempo e testimoniata dal sacrificio. Da rilevare la figura che si direbbe nana o bambina della Santa seminuda ancora più singolare se confrontata con la Santa Caterina d‘Alessandria di Petralia Soprana firmata Giuseppe Salerno, fluente nella figura allungata e drappeggiata e nel cangiantismo del manto in giallo chiaro incupito in alto di toni scuri. Alle "forme allungate" tradizione della Maniera pittorica italiana,fariscontro a volte in Sicilia la figura raccorciata di personaggi che si direbbero "nani". E‘ un effetto di straniamento, che riporta all‘assurdo del martirio e che si ripete in un pittore vicino al Salerno, Pietro d‘Asaro detto il Monocolo di Racalmuto, di cui ricorderemo il Davide ed Abiga ed il Davide e Golia: due opere apparse sul mercato antiquario e purtroppo disperse. La figura bambina di Santa Caterina può ancora ricondursi all‘iconografia del Martirio. Nel momento della morte dei testimoni della fede, i martiri, la pittura per rendere la spiritualità dell‘anima usava spesso proporre la figura trasformandola in un corpicino, ridotto a forme infantili, come nel quadro in esame, e trasportato in cielo dagli angeli. (Reau R.1958 p.271)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista pubblica/privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900264823
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Centro Regionale per l'Inventario e la Catalogazione
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo
- DATA DI COMPILAZIONE 2003
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2021
- ISCRIZIONI in basso a destra - ZOPPO DI GANGI 1609 - numeri arabi - a pennello - non determinabile
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0