La Cerintola. Madonna con Bambino

statua, 1350 - 1399

Statua lignea scolpita a tutto tondo e dipinta al naturale raffigurante la Madonna con corona, manto blue e veste rossa, che tiene il Bambino tra le mani

  • OGGETTO statua
  • MISURE Altezza: 140 cm
  • AMBITO CULTURALE Bottega Calabrese
  • LOCALIZZAZIONE Basilica Minore di S. Giuliano
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Non si possiede nessuna documentazione antica relativa all’opera, tranne le sue istanze devozionali e le precedenti collocazioni riportate dagli storici locali. Originariamente era nella chiesa di S. Giacomo, esposta in apposita cappella, successivamente, a causa della distruzione dell’edificio, fu trasferita prima nell’oratorio delle Grazie e sistemata su un altare laterale, dal quale fu poi rimossa per far posto agli stalli delle confraternite della Morte e di S. Leonardo, terminati nel 1828. Da questa data in poi, la scultura è rimasta senza alcuna collocazione e ricordo fino al suo ritrovamento nel Novecento in un magazzino della chiesa della SS. Trinità (TROMBETTI 1989). Il simulacro, nella tradizione popolare della città, è associato a un culto mariano patrocinato dalle partorienti, forse a causa della rappresentazione della cintola slacciata, motivo iconografico da sempre indicativo del parto e, nel caso, posto all’origine dell’originale epiteto di “Cernitola”. Le indagini storico-artistiche hanno permesso di inserire questa interessante scultura nell’alveo della cultura angioina della regione (DI DARIO GUIDA 1984), considerandola una derivazione delle più eloquenti “madonne regine” di trasizione francese e toscana, fors’anche mediate attraverso Napoli. Indicativi in tal senso risulterebbero la corona gigliata, le pantofole a punta e l’anchement del corpo della Vergine, tradotto nel legno con un vigore tale da rendere instabile l’intera fruizione dell’immagine. L’autore, comunque, oltre alla conoscenza di questi particolari della cultura gotica (e di altri, quali la doratura per rendere biondi i capelli e la collana apotropaica di corallo), dimostra un forte risentimento della cultura di tradizione orientale specie nel ritmo serrato e parallelo delle pieghe del manto e nell’eccessiva frontalità resa a tutto il gruppo. Da ciò, e per il confronto con altre simili realizzazioni scultoree e pittoriche presenti in Calabria, la datazione più plausibile dovrebbe cadere nella seconda metà del Trecento, verso la fine
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800005790
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1976
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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